C'è solo l'A.S.Roma!

Daje Albe'! Tocca a te!


Da ultimo dei centrocampisti a titolare? Aquilani prosegue la sua scalata.Contro la Spagna potrebbe partire dall'inizio accanto all'amico De Rossi.Daje, Albe'. Basterebbero due parole, ma non basterebbe un giornale intero per spiegare quale tempesta d'emozioni sta vivendo Alberto Aquilani nel suo viaggio da Montesacro alla luna, dov'è arrivato lasciando il posto sulla panchina nell'astronave del Letzigrund di Zurigo, martedì sera, poco dopo le 22.20. Aspettava quell'esordio con impazienza, Albertino: il campo la sua luna, quella che guardava spuntare la sera e lui era sempre lì a giocare a pallone, sotto casa o sui primi campetti veri. Un predestinato, sempre, per tutto. Il più forte, in ogni partita che faceva. E quando bussarono quelli dell'Arsenal portando in braccio una valigia piena di soldi, la tentazione è stata forte: avevano riconosciuto subito il valore di un ragazzo che sarebbe diventato grande, e già lo era in quell'under 16, papà Claudio e mamma Annamaria tentennarono un po', poi prevalsero l'amore per la Roma e le rassicurazioni che arrivarono da Trigoria. Strano come la storia a volte si ripete: oggi che è un calciatore universalmente apprezzato, dal Manzanarre al Reno (anzi, al Pò) sono tornati ad informarsi su di lui, e lui tentenna ancora, ma poi sceglierà ancora la Roma. La firma dopo gli Europei. E' curioso, in ogni caso, come Alberto si ritrovi ciclicamente a dover combattere contro un qualche tipo di sottovalutazione, come se ad ogni traguardo raggiunto ci fosse qualcuno pronto a ricordargli che non lo merita. Un po' come per questa convocazione tra i 23 degli Europei. E' stato in dubbio fino all'ultimo più per i contrattempi di natura fisica che per reali motivazioni tecniche, poi è entrato nel gruppone dei 24 per contendere a Montolivo l'ultimo posto utile, infine è stato annesso alla lista definitiva, ma è come se avesse dovuto scontare sin dai primi giorni di lavoro l'onere di aver camminato sul filo del precipizio. Era arrivato a Coverciano con l'orgoglio e l'ambizione giusti, ma giorno dopo giorno si è un po' incupito, come se avesse capito che qualsiasi cosa fosse accaduta, qualsiasi prodezza avesse fatto in allenamento, per lui in ogni caso non ci sarebbe stato spazio in campo. Settimo di sette centrocampisti, solo qualche disastro avrebbe potuto aprirgli uno spiraglio per il campo. Tipo lo 0-3 con l'Olanda, ad esempio. E invece non ha trovato posto neanche nel reparto ridisegnato in salsa giallorossa della seconda e della terza sfida. Con la Francia però Donadoni l'ha messo in campo negli ultimi dieci minuti, intuendone soprattutto la frustrazione: «Con la Francia - ha detto il ct il giorno successivo - è entrato con lo spirito giusto, ho capito che ci teneva ad entrare. Il dispiacere semmai era per non avergli fatto fare più minuti».Contro la Spagna adesso potrebbe toccare a lui: da settimo è diventato il quinto, perché Gattuso e Pirlo sono squalificati. E di cinque ne giocheranno quattro. Facile la considerazione: se Donadoni dovrà tenersi un'alternativa in panchina per ogni evenienza, sarà il caso di tenersi seduto al fianco uno tra Ambrosini e Perrotta. Perché se ci fosse bisogno di qualche impulso offensivo, avrebbe solo l'imbarazzo della scelta, tra Borriello e Quagliarella, tra Del Piero e l'escluso tra Cassano e Di Natale. Ma se, trovandosi magari in vantaggio, avesse bisogno di rinforzare l'assetto difensivo con un centrocampista di contenimento non avrebbe l'uomo giusto da inserire, avendo già in campo Perrotta, Ambrosini e De Rossi e in panca solo il geometrico Aquilani. Per logica, dunque, Aquilani dovrebbe andare in campo: anche perché se non si deve lasciare niente di intentato per andare all'assalto della Spagna, non si può dimenticare che l'intesa tra De Rossi, Perrotta e, appunto, Aquilani, potrebbe essere un plusvalore di cui potrebbe beneficiare tutta la squadra. Soprattutto se, come qualche confidente del ct fa capire, Donadoni sta pensando a schierare la squadra col 4-2-3-1. E allora ipotizzare una mediana con De Rossi e Aquilani, come spesso è capitato in gare ufficiali e praticamente tutti i giorni in allenamento a Trigoria negli ultimi tre anni, con Perrotta alle spalle di Toni e due esterni come Camoranesi e Cassano (o Di Natale) non è certo esercizio di pura fantasia.Quei dieci minuti con la Francia sono stati un balsamo prezioso, lenitivo, corroborante. E adesso la sola ipotesi di poter giocare al fianco del suo amico De Rossi nel cuore dell'Italia, in una gara così importante, lo esalta. Con Daniele è cresciuto, di Daniele è coinquilino (da qualche mese abitano nello stesso palazzo al Torrino), da Daniele ha ricevuto non a caso il primo passaggio quando è entrato in campo con la Francia. Rispetto a Daniele lo divide solo lo stato civile perché lui è un single irriducibile e invece Daniele è sposato e vive dell'amore per sua figlia. Ma sul campo l'intesa è perfetta. E, in un eventuale momento di difficoltà, nessuno più di Daniele potrebbe dirgli le parole che gli servirebbero di più: daje, Albe'.