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Panucci: "La Roma stà facendo benissimo!"


Gli danno l'onore della sala grande, Gattuso s'accomoda in quella più piccola. E lui risponde con uno show multilinguistico, rispondendo in spagnolo agli spagnoli, in inglese agli inglesi, in francese allo spiritoso italiano che gli ha chiesto di Domenech, in romanesco ai romani e in napoletano ai napoletani. Christian Panucci si prende la scena, sia in campo sia in sala-stampa, e non la molla più. Gustatevi lo show, davvero significativo sia per le questioni azzurre sia per quelle giallorosse. C'è anche un'ammissione sul ruolo del futuro che farà piacere a Spalletti e gli farà dimenticare la stilettata sulla presunta scarsa adattabilità a giocare tre partite in sette giorni...Christian, sei diventato così importante che se adesso manchi siamo nei guai.«Pensa come siamo messi».Ma quella storia che non puoi giocare per tre partite di seguito?«Quello lo sostiene Spalletti».Insomma, stai bene.«Sto recuperando benissimo, anche stamattina abbiamo fatto i test, sembra che sono quello che recupera meglio. Non sento mai la stanchezza, ma devo essere consapevole che al prossimo aprile sono 36 anni. In questo momento l'importanza della competizione e la mia voglia mi danno grandi stimoli. Nella mia carriera non mi sono mai stirato in 18 anni. Scusate, posso toccarmi?, tanto non si vede. Se mi ha fatto così, va ringraziata mia mamma. Fatelo, ora arriva. Se manca lei non si gioca».A chi devi dire grazie, oltre alla mamma?«A me stesso e anche a Spalletti. Sì, magari abbiamo avuto qualche incomprensione, io a 32 anni pensavo "ma che vuoi insegnarmi?", invece mi ha dato grandi consigli, abbiamo fatto grandi chiacchierate, ho imparato ancora tanto e questo mi ha portato adesso qui. Malgrado abbia il mio carattere, ho fatto scelte molto rigide, poche uscite, poche discoteche, questo mi ha aiutato ad essere qui, in forma, a questa età».Al Mondiale non ci pensi?«Non sarebbe intelligente. Avrò 37 anni e mezzo... Ma può darsi che un altro anno o due posso giocarli ancora ad alti livelli».Con Chiellini come va?«Ci parliamo molto, anche fuori dal campo. Non è facile trovarsi, mai provati i tempi. Ma Giorgio è bravo, per me tra un paio d'anni sarò uno dei centrali più forti del mondo».Pure Barzagli è andato ko?«Donadoni m'ha detto: "Li stai gufando tutti". Io gli ho risposto: "Tra due anni gli presto il mio corpo"».Potrebbe essere il turno di Aquilani con la Spagna? In fondo la vostra intesa in campo potrebbe essere un plusvalore per la Nazionale.«Alberto sta bene, è un talento. Ma noi abbiamo un centrocanmpo di grandi giocatori e solo il ct può scegliere».Sai che la Roma ha preso Riise?«Ho giocato con lui nel Monaco, è un bravissimo ragazzo e un gran giocatore, darà una mano a Max a sinistra, ne abbiamo bisogno. Speriamo che possa aiutarci a crescere. E' un giocatore importante, sono acquisti mirati, la società e il mister stanno facendo benissimo. Come uomo non so, i norvegesi sono molto dritti. Come calciatore, beh, ricordo che a Monaco ci allenavamo di mattina, lui appena arrivato al campo tirava delle bordate di sinistro a freddo che se provavo a farle io poi mi ci voleva un mese per recuperare. Fisicamente è una bestia, può darci davvero una mano».Siamo già a quattro esterni, per te si profila spazio solo al centro?«Io credo che l'anno prossimo il terzino lo farò poco. L'andamento di Spalletti era quello di farmi giocare in mezzo, credo sarà così anche in futuro. Non avrò grandissime pretese. E' giusto che io stia lì a dare una mano quando ce ne sarà bisogno. Ma farò di tutto per ritagliarmi uno spazio».Si è parlato di sorpasso socioeconomico della Spagna ai danni dell'Italia.«Sono d'accordo. Da quando giocavo io a Madrid la Spagna è cresciuta tanto, già cresceva all'epoca, 12 anni dopo è cresciuta di più. Sono d'accordo con Zapatero, la loro politica è stata sicuramente superiore alla nostra. Ma sul campo passiamo noi...».Aragones ha detto che se Gattuso è il simbolo dell'Italia lui è un prete.«Dipende sempre dalle domande che si fanno. Gattuso è importante per noi, ma non è il caso di fare polemiche».Gli toglieresti Villa o Torres?«Sono forti entrambi. Come sono forti Henry e Benzema... Del resto arrivati a questo punto se pensi di entrare con cerveza e jamon (birra e prosciutto, ndr) in mano hai sbagliato tutto».Vogliono ancora vendetta per Tassotti e Luis Enrique.«Non viviamo del passato, questa è solo una partita tra due storiche rivali».A livello di nazionale la Spagna ha vinto poco, perché?«L'Italia è sempre stata molto più preparata nelle grandi competizioni. La Spagna è cresciuta molto, ma ha sempre puntato molto sulla tecnica, Italia e Germania anche sul fisico. Forse anche noi ci stiamo spostando tecnicamente verso di loro».Hai un rapporto intenso con Donadoni. Sei il ct ombra?«Ricordo quando mi chiese di tornare. Il venerdì gli dissi di no, non mi sembrava il caso. "Ti richiamo domani", mi disse. Io parlai con mio padre, ex allenatore, uno che in carriera avrà detto sì e no cinque parole. E decisi di tornare. Era un amico che aveva bisogno, non potevo dirgli di no. Ma non è un vantaggio avere un ct come amico. Sono obbligato a dare di più e parlo anche di meno. Ha giocato davanti a me quattro anni... Come se io tra quattro anni allenassi De Rossi».Chi ti ha dato di più come allenatore?«Umanamente forse Capello, tatticamente con Sacchi e Spalletti mi sono trovato meglio».Ti sei arrabbiato nei giorni scorsi per le critiche?«Dopo la partita contro l'Olanda secondo me si è esagerato. Non per me, la critica con me è stata giusta, ho giocato una brutta partita, da 4, 3, anche da 2 e se un amico giornalista mi mette 6 quando gioco male non sono certo contento, anzi. Ma a livello umano con il ct si è oltrepassato il limite. In quella partita Donadoni c'entrava poco. L'approccio sbagliato è stato il nostro, forse ha inciso che negli ultimi venti giorni non avevamo giocato partite. Ma non abbiamo mai pensato al silenzio-stampa».Domenech dice che l'Italia l'ha fatta vincere l'arbitro?«Se sostiene che c'era rigore e espulsione, o non ha visto la partita o non ci ha capito niente o vuole fare polemica per forza. Questo è uno che non fa altro che trovare scuse quando perde, sin dall'Under 21».