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Quel figlio maschio di nome Francesco


di Mimmo Ferretti (Il Messaggero)
«Francesco è il figlio maschio che non ho avuto», disse una volta Franco Sensi, il Presidente della Roma del terzo scudetto (e non solo), parlando di Totti, il calciatore simbolo della sua Roma. Un’autentica dichiarazione d’amore per il suo Capitano. Franco Sensi prese in mano le redini della Roma che Francesco era ancora un bambino o giù di lì, e insieme sono cresciuti, portando la squadra giallorossa nell’elite del calcio continentale.Due tipi dai caratteri profondamente diversi, ma assai simili per mille motivi. Innanzi tutto, per l’amore sviscerato per la Roma. Franco Sensi non ha mai nascosto di avere un debole per il suo Francesco, e il Capitano non si è fatto mai pregare per dimostrare, pubblicamente e non, l’attaccamento nei confronti di quell’uomo che poteva essere davvero suo padre.Franco Sensi è stato il Presidente di Totti, anche se Francesco è arrivato alla Roma, tanti e tanti anni fa, per volere di Dino Viola, il Presidente del secondo scudetto giallorosso. E’ stato Sensi ad aiutarlo a diventare il giocatore più importante della Storia giallorossa; è stato Sensi a trattenerlo nella capitale; è stato Sensi a costruire intorno a lui una squadra in grado di vincere per la terza volta lo scudetto. Ed è stato Francesco a far grande la Roma di Franco Sensi.Indimenticabili, e ancora nitidissime, alcune immagini con protagonisti Franco e Francesco. Come quell’ingresso in campo, mano nella mano, nella sera della presentazione della squadra all’Olimpico, accompagnati dalle dolcissime note di Venditti; oppure la passerella al Circo Massimo per l’oceanica festa del terzo scudetto, quando Francesco mise in testa al suo presidente un cappello da giullare e lui, Franco, non se lo tolse mai; oppure... Tante, tutte assolutamente indimenticabili. Come quella in cui, storia di pochi mesi fa, Totti consegnò nella mani del suo presidente, arrivato fin sotto la scaletta dell’aereo, la Coppa Italia appena vinta a Milano.Era un Sensi molto diverso da quello che Francesco aveva conosciuto tanti e tanti anni prima: la malattia lo stava già devastando, ma il Capitano riuscì a farlo sorridere. Come sempre gli capitava quando lo incrociava. Gli bastava una parola, e viceversa, per intendersi.E mai Francesco potrà dimenticare quel pomeriggio di sole, all’Olimpico, quando presentò a Sensi il suo erede, Cristian, e il Presidente baciò mille volte quell’altro Totti, suo nipotino.Un rapporto schietto, li legava. Sensi non era tipo da regalare niente a nessuno, anzi amava che fossero gli altri a regalargli qualcosa. Con Francesco, invece, non riusciva ad essere burbero. I due si capivano al volo, il Presidente se lo coccolava senza mai scatenare la gelosia di qualche altro giocatore. Sua moglie, Maria, non ha mai parlato di Totti ma sempre di Francesco. Così come ha fatto, fa e farà sempre Rosella, la sorella di Francesco. Totti a Villa Pacelli è sempre stato considerato uno di casa, uno di famiglia. Uno che nel giorno dell’ottantaduesimo compleanno di Franco si è presentato in ospedale e gli ha fatto gli auguri, accarezzandolo.Francesco gli ha regalato uno scudetto, due coppe Italia e due Supercoppe: tanta roba, direbbe qualcuno. Un bottino indimenticabile, come è indimenticabile quell’uomo che, dopo un gol di Totti in un derby, urlò al mondo intero, e in diretta tv, tutta la propria, irrefrenabile, autentica gioia. Infischiandosene di tutto e tutti, semplicemente felice di essere tifoso della Roma. Come tifoso della Roma è, e sempre sarà Totti, il Capitano della Roma di Franco Sensi. Questo resterà scritto nella Storia della Roma. Accanto al nome di Franco Sensi, uno che ha fatto davvero la Storia della società giallorossa.