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Alemanno: "Lo stadio in 5 anni"


Intervista esclusiva de Il Romanista al Sindaco Gianni Alemanno, che esce allo scoperto: «Un impianto della Roma intitolato a Franco Sensi? Ne ho già parlato con Rosella, c'è stata una stretta di mano. Sarà all'inglese, si può fare entro il termine della mia consiliatura. Ma serve un confronto con i tifosi. Il comune penserà alla disponibilità delle aree e ai permessi necessari, ma la struttura sarà pagata dalla società». Intanto l'emozione non finisce mai: migliaia di romanisti si sono recati al Verano per rendere ancora omaggio al Presidente.
«Dello stadio "Franco Sensi" ne abbiamo parlato una ventina di giorni fa con Rosella. L'impianto si può costruire entro la fine della mia consiliatura». Entro cinque anni. Il Sindaco va di fretta, ha il fiato corto e le idee chiare. Al Romanista Gianni Alemanno confessa: «Dovremo studiare l'area giusta dove realizzarlo. Sentiremo i tifosi, non deve trattarsi di una sede scomoda». Rapido rewind . Il 4 agosto Rosella Sensi e la responsabile pianificazione e controllo, Cristina Mazzoleni, si recano in Campidoglio. In apparenza, per una visita di cortesia. Oggi Alemanno rivela: non era così. Che il progetto stadio sia più avanti del previsto lo si intuisce già il giorno dopo la morte del Presidente. Mentre da ogni parte grondano parole di cordoglio, lui promette: «Aiuteremo Rosella Sensi e tutta l'As Roma a costruire lo stadio». Durante l'omelia funebre, monsignor Gioia si rivolge al Sindaco: «Il sogno della famiglia Sensi si realizzi. Alemanno agevoli la costruzione dell'impianto. Almeno finché corre il nostro amico Totti». Solo appelli e preghiere? No, lo stadio non sarà una favola. Lo dice il Sindaco.Alemanno, la sua proposta è piaciuta a tutti.«L'idea non è mia. Franco Sensi ci pensava da tempo allo stadio, ma Veltroni non era d'accordo. Voleva mantenere la centralità dell'Olimpico e del Foro Italico».E invece?«Una ventina di giorni fa mi sono incontrato con Rosella (il Sindaco chiama affettuosamente così il nostro amministratore delegato) e abbiamo concordato di cercare di individuare il terreno e di far partire quella che, almeno per il momento, è solo un'ipotesi».Dove potrebbe nascere il nuovo stadio?«Purtroppo, non a Trigoria. Non c'è spazio a sufficienza. Però, ho affidato agli assessori e agli urbanisti il compito di studiare le aree migliori. Poi, logicamente, dovremo fare una scelta».Si è parlato della Bufalotta.«La zona non è stata ancora studiata, è un discorso completamente aperto. E poi credo che sia giusto fare un confronto pure con i tifosi, perché non deve trattarsi di una sede scomoda. Sarebbe controproducente».In che fase siamo?«Diciamo che ancora non c'è un progetto sicuro, una localizzazione precisa. Semmai, un lavoro avviato che dovremo portare a termine il prima possibile. La struttura sarà interamente pagata dall'As Roma, ma il Comune cercherà di fornire le aree. Il nostro ruolo sarà quello di assecondare il progetto con la disponibilità delle aree e con i permessi necessari per rendere il tutto economicamente sostenibile».Per realizzarlo, vi affiderete al project financing (semplificando: il privato costruisce e gestisce l'impianto per un tot di anni, per poi restituirlo al club)?«Esatto».Di che tipo di impianto parliamo?«Sarà uno stadio all'inglese. Quindi, con gli spalti adiacenti al campo. Dentro sorgerebbero dei ristoranti, un albergo e tutte le comodità, utili a rendere la struttura un luogo di socializzazione».Con il museo del Roma?«No. Per il museo stavamo studiando la possibilità di costruirlo a Testaccio. O comunque all'interno del Grande Raccordo Anulare».Come pensava pure Veltroni.«Questa è anche la nostra soluzione. Se invece si vorrà realizzarlo all'interno dello stadio, si potrà vedere. Non ci sono preclusioni».Con Rosella Sensi avete parlato anche dei costi?«No, siamo ancora alla stretta di mano, alla volontà di portare a termine il progetto. E alla promessa di farcela».Quali sono i tempi tecnici?«L'impianto si può costruire, comodamente, entro la mia consiliatura. Che dura cinque anni».Sarà lo stadio "Franco Sensi"?«Se la famiglia vuole, assolutamente sì. Quella di intitolare la struttura al Presidente è stata una mia proposta, e la ritengo giusta. Ma l'ultima parola spetta ai Sensi».