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Riise: "Roma è il mio calcio!"


Dalla Norvegia, parole d'amore di Riise: «Altro che Liverpool! Da voi mi sento leggero, calmo, rilassato, in Inghilterra non era così. Il football moderno si gioca da Spalletti. Credo che il mio nuovo tecnico sia rimasto colpito positivamente da me quando gli ho chiesto un dvd del Napoli prima della partita. Domenica faceva caldo, il campo era secco e noi ne avevamo per 75', ma siamo forti. E a me piace sentire i romanisti che chiamano il mio nome quando c'è una punizione...»«Credo che Spalletti sia stato positivamente colpito dalla mia richiesta di avere un dvd sul Napoli». Avete capito bene. Non basta l'abnegazione sul campo, che sia Trigoria o l'Olimpico. Non basta avere dimostrato caparbietà e potenza (manca il gol, ma è un di più). No, John Arne Riise chiede di più a se stesso. In un'intervista concessa al quotidiano norvegese Dagbladet Riise, che in Norvegia chiamano "Thunderbolt" (fulmine), racconta come sta vivendo questi suoi primi mesi da romanista. Nessuna confessione eccezionale, ma sentimento e cuore. Riise è convinto che lasciare Liverpool sia stata la scelta migliore: «Là non avevo mai la certezza del posto, qui invece non devo dimostrare niente a nessuno». Chissà se Spalletti sarà d'accordo. Scherzi a parte, John si sta allenando anche con la lingua. Sta prendendo lezioni di italiano assieme alla compagna. Cinque volte a settimana un'anziana connazionale che ha vissuto per molti anni in Italia si reca a casa sua per insegnargli la lingua di Dante.In Inghilterra era costretto a sostenere esami su esami. A Roma no: «Sono calmo, rilassato e amo giocare a calcio. A Liverpool sentivo maggiormente la pressione». Ormai, l'ex laterale dei Reds si sente parte del gruppo romanista: «Piano piano, mi sto ambientando. Sento di essere ben allenato e di aver ripreso un buon ritmo. Mi sento leggero e in gran forma». Riise spiega così le differenze tra il calcio inglese e quello italiano: «Qui a Roma c'è molto del football moderno. A Liverpool badavamo parecchio di più all'aspetto tattico». Strano che lo dica un giocatore allenato da Spalletti, tecnico che dedica una cura quasi maniacale ad ogni singolo movimento in campo. Ma tant'è, così la pensa il nostro John.L'esordio in campionato poteva andare meglio. Per tutti. Riise compreso. Eppure, "Thunderbolt" è soddisfatto: «Sono molto contento di come ho giocato. Faceva tanto caldo e il campo era abbastanza secco. Quindi, dopo settantacinque minuti non avevo più molto da dare. Ma il pubblico ha apprezzato qualche mio contrasto». Quando capitava un calcio piazzato, il norvegese sentiva il pubblico giallorosso vicino: «Urlavano "Riise" non appena avevamo a disposizione un calcio di punizione. Ma poi la squadra lo batteva troppo velocemente». Spalletti gli ha chiesto di curare la fase difensiva, anche se le sue progressioni sono famose: «È vero che ci sono molti spazi per me per avanzare, ma è altresì vero che mi sarei spesso trovato a coprire da solo la fase difensiva. Non sono ancora abituato a questo, ma ci farò presto la mano».Viceversa, nel 4-3-2-1 che il ct Age Hareide ha adottato per la sua Norvegia, gli viene concessa qualche licenza in più per attaccare: «L'ultima volta Brede Hangeland (il difensore centrale in forza al Fulham) mi aveva chiesto se avrei giocato da difensore laterale o da ala, sempre a sinistra. A me importava, però, solo mettere pressione all'avversario». L'Islanda è avvisata. Sabato, per le qualificazioni a Sudafrica 2010, dovrà pararsi con un parafulmine. Là sulla fascia si troverà di fronte una saetta. Giallorossa.