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Tifosi di Napoli, Roma e Pisa i più pericolosi


In cima alla lista dei tifosi violenti l'Osservatorio del Viminale ha messo romanisti e napoletani. Sotto stretta osservazione ci sono i sostenitori del Pisa. Juventini e interisti vengono temuti soprattutto per quanto riguarda i trasferimenti in autostrada. Ultrà definiti «dormienti» e dunque potenzialmente pericolosi sono i catanesi e livornesi. Ma rischi altissimi possono arrivare anche dalle serie minori e in particolare dalla C, con tre squadre che gli analisti tengono costantemente sotto controllo per i problemi di ordine pubblico che potrebbero causare prima e dopo le partite: Hellas Verona, Taranto e Cavese. Nei «buoni» ci sono al momento soltanto fiorentini e laziali che - dopo le intemperanze degli anni passati - durante l'ultima stagione hanno mostrato «di aver intrapreso un positivo percorso di dialogo con le istituzioni e nei confronti dei sostenitori degli avversari». Dopo le polemiche scatenate dall'assalto al treno da parte dei teppisti partenopei, al ministero dell'Interno si torna ad aggiornare la lista delle partite a rischio del Campionato 2008-2009. E ad analizzare gli eventuali divieti da imporre alle tifoserie organizzate. Le «porte chiuse», come specifica il direttore dell'Osservatorio Domenico Mazzilli, «saranno la soluzione estrema, verranno decise solo di fronte a gravi pericoli per l'incolumità dei cittadini». Ma è prevedibile che in molti casi ad essere chiuso arà il settore ospiti, vale a dire che saranno impedite le trasferte organizzate. L'incontro certamente più temuto è Catania-Roma previsto per il 21 dicembre. Ma timori forti ci sono anche Fiorentina-Bologna che si giocherà il 21 settembre. Troppo forte è la rivalità tra le due tifoserie dopo il 18 giugno del 1989 quando Ivan Dall'Olio, sostenitore del Bologna che all'epoca aveva 14 anni, rimase gravemente ustionato dal lancio di una bomba molotov contro il treno che portava gli ultrà in trasferta nel capoluogo toscano. «Nella valutazione — spiega Roberto Massucci, segretario dell'Osservatorio — bisogna tenere conto proprio di queste variabili che possono rappresentare la miccia per l'esplosione delle violenze». In questo quadro si inseriscono i viaggi per seguire la squadra in trasferta. È il «momento» durante il quale juventini e interisti destano maggiori preoccupazioni. «La scorsa stagione — chiarisce Massucci — i trasferimenti in treno sono stati pressoché inesistenti e i tifosi si sono mossi in gruppi più o meno consistenti sulle autostrade. Ed è qui che hanno spesso saccheggiato gli autogrill, talvolta durante veri e propri assalti». Per questo saranno ulteriormente potenziati i controlli già rafforzati dopo la sparatoria dell'11 novembre scorso che provocò la morte di Gabriele Sandri in una piazzola di sosta dell'A1. Massucci ritiene che «nel corso del campionato dovremo prendere provvedimenti per garantire il corretto svolgimento di una ventina di partite. Stiamo facendo un monitoraggio sulla base degli elementi acquisiti nella passata stagione, ma naturalmente tenendo conto delle informazioni che arrivano dal territorio e che vengono costantemente aggiornate». I poliziotti della Digos di Napoli hanno terminato il lavoro di identificazione delle oltre 3.000 persone che domenica scorsa hanno assaltato il treno e scoperto che poco meno di 800 — quindi una su quattro — ha subito almeno una denuncia. Ieri è stato il ministro Roberto Maroni a ribadire «piena fiducia» al prefetto Antonio Manganelli con una stoccata al collega della Difesa Ignazio la Russa che aveva bollato come «un alibi» l'ipotesi che dietro l'assalto ci fosse la camorra. «La parola definitiva — afferma Maroni — l'ha detta proprio il capo della polizia, che parla a nome del Viminale. Il ministro dell'Interno concorda al 110 per cento con il capo della polizia. Io stesso ho parlato di criminalità organizzata e non di tifoseria organizzata e per questo ho proposto l'associazione a delinquere. Conosciamo bene il problema, le parole di Manganelli sono quelle del ministro dell'Interno».