E conseguenze. Perché quando la Roma perde una partita, c’è da fare i conti non solo con i risultati che non arrivano, ma anche con tutto il resto, voci, chiacchiere, spifferi, me l’ha detto un amico del macellaio di Totti, mi ha telefonato per dirmelo il garagista di Taddei e via cantando. Volete, quindi, che il giorno dopo la brutta figura di Palermo, non venisse fuori il caso del giorno? Eccolo. L’allarme, o presunto tale, è arrivato via etere, poco prima dell’ora di pranzo, per mano di SkySport.Cicinho a Trigoria ha abbandonato l’allenamento, poche parole sufficienti per creare un nuovo caso, o presunto tale, sul brasiliano. Che cosa è successo, allora? Niente. Niente? Sì, niente. Come ieri, sin dal primissimo pomeriggio, si sono affrettati a chiarire i dirgenti e i tecnici della Roma, peraltro anche piuttosto risentiti per questo caso che non è un caso. Nel momento, delicatissimo, che la Roma sta attraversando in questo inizio di stagione, a Trigoria sanno bene come notizie più o meno esagerate, tanto per usare un eufemismo, non abbiano altro effetto che quello di togliere ulteriore serenità a un gruppo che sta facendo una grande fatica a ritrovarsi e riconoscersi. Si dirà: ma che risposta volete che arrivi da Trigoria? Vero. Come, però, sono vere le parole di Cicinho che ieri abbiamo sentito attraverso il suo amico-procuratore Ricardo Satri. Dire che Cicinho è sembrato sorpreso quando gli abbiamo riferito della sua fuga da Trigoria, è dire poco: «Non capisco come vengano fuori certe storie. A Palermo ho giocato novanta minuti, secondo me bene nel primo tempo non nel secondo. E quando si gioca una partita intera, il giorno dopo è sempre dedicato a un lavoro defaticante. Ed è esattamente quello che ho fatto. Ho fatto un po’ di streching in campo, poi una sauna e infine un massaggio. A quel punto sono andato a casa per dei problemi miei personali. Tutto qui»