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Spalletti: "Non si è rotto nessun meccanismo"


Aquilani: "Il gruppo è più unito come e più di prima"
La conferenza stampa di Luciano Spalletti, allenatore della Roma, e Alberto Aquilani, centrocampista giallorosso, a Trigoria, alla vigilia di Roma-Cluj, valevole per il primo turno di Champions League.LUCIANO SPALLETTI Qualcosa è cambiato rispetto allo scorso anno? Cosa vuole dire?Io in questi giorni ho letto diverse provocazioni. Da un punto di vista mio, sono tranquillo per sviluppare la mia professione.Cosa le ha dato più fastidio?Fastidiose sono le provocazioni. E' evidente che non stiamo facendo bene, ma io conosco benissimo i miei calciatori, con i quali ho condiviso tre anni splendidi, quindi non sono preoccupato. Vado avanti tranquillo e con grande fiducia. C'è un dato significativo di cui tener conto: lo scorso anno avevate sempre vinto, giocato bene e subito nessuna rete. Quest'anno le cose sono cambiate.Non stiamo benissimo, ma se si parla di periodi e di numeri, in questi tre anni ne abbiamo attraversati di peggiore. Sono momenti che si possono creare, se avessimo segnato il rigore, avremmo vinto la Supercoppa. Se avessimo raddoppiato con il Napoli, avremmo vinto. Quello che i nostri calciatori devono sapere è che questi alti e bassi ci stanno nel calcio. Devono avere fiducia nelle loro potenzialità, che sono molte. Bisogna considerare anche le molte assenze?Non è una motivazione che voglio portare, ho fiducia nella rosa che ho a disposizione, gli infortuni possono capitare in una stagione calcistica così logorante. Il nostro gruppo si può confrontare contro chiunque, bisogna portare avanti il nostro concetto, senza trovare scusanti.Conosce il Cluj? Lo conosco abbastanza bene, ho visto due partite in dvd, ho mandato un mio collaboratore a vederli contro il Bistrica. Sono una squadra che annovera molti calciatori stranieri, molti sudamericani, ha calciatori di qualità, un ambiente carico di entusiasmo, c'è sviluppo nella società, sono saliti di categoria negli ultimi anni. Hanno avuto questo exploit, sia a livello di città che di squadra. Noi dovremo giocare come sempre. Trombetta? E' un ragazzo molto preparato, ha dato ordine ed equilibrio ai suoi ragazzi. Ha portato qualcosa di italiano a quel campionato. Quanto può aver complicato la situazione inserire in ritardo Menez e Baptista?Il tempo darà loro la possibilità di inserirsi meglio. Comunque Julio ha già fatto gol, ha già dimostrato qualcosa. Non è certo colpa di uno o due calciatori se le cose non sono andate.Come si esce da questa situazione?Lavorando sulla testa, le gambe poi vanno di conseguenza. Ci sono giocatori che non hanno comportamenti corretti?Quando si riferisce a nervosismi, che genere di nervosismi? Il mio? Dei calciatori.Nervosismi come quelli di Cicinho. O altri richiami forti ai suoi ragazzi.Il mio nervosismo non esiste, sono solo provocazioni. Di Cicinho non è vero niente. Ha finito il suo allenamento ed è andato a casa. I giocatori non li vedo nervosi, noi a Palermo abbiamo perso degli equilibri perché ci si lascia trascinare dalla troppa voglia di fare e viene fuori il risultato che è venuto fuori. Il nervosismo non c'entra, i ragazzi li vedo partecipi e vogliosi di fare.Si è rotto un meccanismo?Non si è rotto niente, è sotto gli occhi di tutti che non riusciamo a fare le cose che facevamo, ma la squadra crede nelle sue potenzialità e rimetteremo le cose a posto come abbiamo già fatto in periodi più difficili di questo. Il Cluj gioca con il 4-3-3. Un vantaggio?Dipende dall'interpretazione. L'importante sarà stare in partita con ordine per 95 minuti. Contro il Palermo la squadra è sembrata più allungata. Come mai?Quando si allunga significa che la squadra partecipa di più alla fase offensiva. Lo stesso discorso di prima, si cerca di andare avanti per portare a casa il risultato. Ma questo a volte è controproducente e bisogna capirlo. C'è stato un colloquio oggi con i calciatori?No, l'allenamento c'è oggi pomeriggio.I suoi rapporti con la società sono cambiati?Da un punto di vista mio, sono identici da quando sono arrivato. E anche da parte loro nei miei confronti.Una delle cose più importanti della sua Roma è stata la compattezza del gruppo. C'è qualcosa che può intaccare la coesione di questo gruppo? La compattezza di squadra, lo spirito della squadra, è un valore che può dare molto allo sviluppo di gioco. Non vedo elementi che possano destabilizzare questa compattezza.Si sente parlare nelle radio di un suo malessere, di una scarsa sintonia tra lei e la società per le scelte di mercato. Quanto c'è di vero?Io, per quanto riguarda le radio e la carta stampata, mi limito a parlare in conferenza stampa. Il mercato? La rosa della Roma è composta da elementi adatti per affrontare le competizioni. Tutti questi infortuni è soltanto una casualità o qualcosa che non funziona nella gestione? Gli infortunati li vedrò dopo, quando arrivano. Se andiamo a vedere come è avvenuto, è casualità. Mexes, Vucinic e Juan sono partiti per la nazionale che stavano bene, poi sono tornati con degli acciacchi. La gestione degli infortuni non ci preoccupa. Abbiamo uno staff professionale, che sa come lavorare, nessun problema da questo punto di vista.Perché ha deciso di ripristinare il ritiro?Per mantenere la serenità all'interno della squadra. Come potrebbe rovinarsi la serenità nello spogliatoio se si partecipa al ritiro facoltativo?Per evitare allusioni brutte come quella di Cicinho. C'è una cosa che lei si rimprovera?Anche se serve a poco, analizzo spesso quello che ho fatto e trovo qualcosa da migliorare sempre. Ma non serve andare a mortificarsi, serve fiducia e andare a ricercare le nostre qualità. Lei quanto è felice di trovarsi in questo posto?Sono qui da quattro anni. Inizialmente avevo da conoscere delle situazioni, ora l'ho conosciuta. Questa esperienza mi ha dato moltissimo, ho instaurato rapporti che mi porterò dietro per tutta la vita. Io ci sto benissimo, al di là dei risultati che possono venire fuori. Darò tutto me stesso, come ho fatto sempre. La squadra anche senza di me potrà fare domani una buona partita.  ALBERTO AQUILANICome state vivendo questa situazione? Avete chiesto voi di andare in ritiro?No, in ritiro decide il mister. E' un momento delicato, ci può stare, siamo consapevoli delle difficoltà che stiamo trovando, siamo concentrati a farle passare subito. Vogliamo, già da subito, ribaltare la situazione.Avete cominciato dieci minuti da grandissima squadra a Palermo. Poi cosa è successo?Eravamo scollegati, forse una questione fisica, non lo so. Comunque lo abbiamo capito, ne abbiamo parlato, ora guardiamo a domani.Quali sono le sensazioni per questa partita?Fisicamente sto bene, è passato tanto tempo dall'infortunio. Questa è una competizione affascinante, per noi calciatori è sempre bello giocarla. Siamo pronti. Siete più uniti che mai nello spogliatoio?La squadra è unita, il gruppo è compatto. E' chiaro che se vinci c'è più allegria, ma il gruppo è unito come e più di prima.Quest'anno la finale si gioca a Roma, vi siete detti qualcosa tra di voi?Il fatto che la finale si giochi a Roma, è uno stimolo in più, però sarebbe bello giocarla dovunque. Pensiamo una partita alla volta, mancano ancora tanto tempo. In passato, per risolvere problemi di spogliatoio, in gruppo siete andati fuori a mangiare una pizza. Può servire questa soluzione?Non la vedo così tragica la situazione, tanto da andare a mangiarsi una pizza. Ci andremo, ma abbiamo anche affrontato partite difficili fino a ora, ci può stare di non vincere sempre.