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Spalletti: "Lavoro e sacrificio per ripartire"


«Sotto l'aspetto della personalità bisogna dare un giro di chiave ed evidenziare la svolta, sennò diventa tutto più difficile». Luciano Spalletti chiama nuovamente la sua Roma a un'inversione di tendenza: «Alcune cose le abbiamo fatte meglio, altre le abbiamo interpretate male, come a Palermo, e abbiamo perso. Nel secondo tempo non siamo riusciti a fare ordine, loro sono stati bravi e un po' fortunati sul secondo gol e la squadra a quel punto si è innervosita ed è stato più difficile esibire le qualità che si hanno». È un problema di testa o di gambe? «È uguale, coinvolge la testa e la condizione fisica. Quando i risultati non vengono si comincia a perdere quella tranquillità che ti fa girare a favore gli episodi, come è successo nel secondo gol a loro. Nella prima mezzora ci sono capitate tante palle che potevamo sfruttare meglio. Nella ripresa mi aspettavo qualcosa di meglio perché c'erano le possibilità e bisognava scegliere meglio perché i nostri calciatori hanno le qualità per fare meglio». Nel buio della crisi, Spalletti vede un barlume di speranza: «Una cosa che mi fa piacere è avere visto i giocatori dispiaciuti, affranti a fine partita. Si rendono conto che c'è da invertire totalmente il comportamento visto fin qui, perchè attraverso una presa di coscienza diventa più facile lavorare e creare i presupposti di una ricrescita. Probabilmente si sono un po' smarriti perché la squadra aveva sempre fatto bene, anche quando aveva perso. Ora, vedendo che gli riesce meno tutto, anche loro non riescono a capire». Adesso in Champions non potrà più sbagliare e, magari, sperare in qualche passo falso delle altre: «Non conta lo sperare su un risultato di altre squadre, dobbiamo fare meglio noi e quindi c'è da rendersi conto di cos'è che non va e metterlo in pratica velocemente. Si parte dal lavoro e dal riconoscere il valore del sacrificio».