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Brighi-Biasutto, una coppia di bastardi


Clamoroso al Ferraris. Andiamo sotto per un errore di Riise, pareggiamo con De Rossi, ma nel secondo tempo veniamo derubati. Il 2-1 rossoblu nasce da un fallo su Loria, l'assistente Biasutto annulla il pareggio di Panucci per un fuorigioco inesistente. L'arbitro Brighi non se ne accorge, poi espelle De Rossi e perde la bussola. Non concesso un rigore per fallo di Ferrari su Ménez, poi l'assistente sbaglia ancora fermando Vucinic lanciato verso la porta. Alla fine arriva la rete di Milito. Ma è una sconfitta ingiusta. Anche il tecnico del Genoa Gasperini ammette: «Il risultato poteva essere diverso»La Roma non meritava di perdere a Genova, la sua sconfitta è nobile, ha un doppio cognome: Biasutto-Brighi. Hanno fatto una specie di miracolo: è finita 3-1 per gli altri ma i goleador sono stati solo loro due. Milito resta ignoto, loro no. Massimo Biasutto, primo assistente, l'anno passato a Livorno annullò un gol a De Rossi sull'1-1. Era regolare, la Roma non vinse e anche per questo poi perse lo scudetto. L'arbitro di quella partita era il signor Rizzoli, che ieri era il quarto uomo, cioè stazionava in quella zona dove i giocatori del Genoa potevano andare e venire senza preavviso, o all'improvviso, magari facendo uno scherzo, giocando a nascondino con i colleghi romanisti impegnati invece a giocare a pallone. Incomprensioni. Al centro del campo invece c'era Christian Brighi (come Deborah, con l'acca) che, invece capiva e sapeva tutto. Anche che l'amico Biasutto faceva del suo meglio annullando a torto (marcio) a Panucci un 2-2 che sarebbe già dovuto essere 2-1, ma per la Roma. Perché prima Brighi, soltanto omonimo del più che onesto professionista che gioca a centrocampo, non aveva fischiato un fallo su Loria innescando così il secondo vantaggio genoano. In quell'azione Brighi, sempre quello con l'acca, e sempre quello che chi lo conosce bene assicura essere un buon simpatizzante juventino, non s'è fatto mancare niente: ha ammonito De Rossi per delle proteste sacrosante oltre che accennate. Un investimento, visto che così poi ha potuto mandare a casa - espulso - il giocatore più romanista che ci sia. Ecco, forse è proprio questa l'immagine che racconta più delle altre questa notte: De Rossi che esce dal campo, dopo aver giocato bene e leale, dopo aver dato tutto, donato la solita biondissima gioia nella sua solita e sempre diversa piena esultanza (che è la stessa di tutti). È quasi bello pensare che se ne sia andato spontaneamente da quel campo. Perché un romanista i giochi sporchi non li accetta. Mai.