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Menez: "Un gruppo fantastico"


Jeremy: «A Roma sto benissimo. Anche grazie a Mexes mi sento a mio agio, tra amici. La mia nuova vita è bella»«La mia nuova vita è bella, il gruppo mi piace, mi sento tra amici». E' contento Jeremy Menez, non sorridente, quello no. Il viso imbronciato è una sua caratteristica che, come abbiamo imparato da quando è arrivato in Italia, non è correlata allo stato d'animo che sta vivendo. Il francesino giallorosso, nonostante l'avvio di stagione negativo della Roma, è comunque felice di come sta procedendo il suo inserimento nella nuova realtà, in un calcio complicato come quello della Serie A. Dal ritiro della nazionale under 21 transalpina, che domani sarà impegnata nell'andata del match decisivo con la Germania per la qualificazione all'Europeo di categoria, Jeremy parla del futuro dei "bleuets" («la prima partita in casa loro è la più importante, dovremo batterci su ogni palla, ma se tutti i giocatori lo faranno e staranno tutti bene creeremo delle buone occasioni») ma anche e soprattutto della sua esperienza italiana. «La tua nuova vita a Roma?», gli chiede l'intervistatore. E lui, senza pensarci su, si sbilancia: «Si sta benissimo, tutto va bene». E, almeno dal suo punto di vista, ha anche ragione. Perché, se è vero che la Roma ha iniziato molto male la stagione, è altrettanto vero che lui, il ragazzino, l'ultimo arrivato nella comitiva, probabilmente non si aspettava di trovare così tanto spazio fin dal principio. Non tutto per merito suo, certo, anche perché senza l'interminabile serie di infortuni che si è abbattuta su Trigoria il campo lo avrebbe visto decisamente meno. Ma lui è stato bravo a farsi trovare pronto e a rispondere alle chiamate di Spalletti con risultati tutto sommato soddisfacenti. «Ha qualità eccezionali, ma per dargli continuità deve farsi delle esperienze. Bisogna aspettare e concedergli qualche errore» aveva detto di lui il tecnico giallorosso alla vigilia della trasferta di Siena. E Menez al Franchi è stato sicuramente uno dei meno peggio. Sua la palla d'oro per De Rossi, sua una sventagliata a tutto campo, sue altre buone giocate. Ha ancora da migliorare tanto, ma è comprensibile la moderata soddisfazione per il mese e mezzo trascorso nella Capitale. «Si sta benissimo, poi ci sta Mexes, che mi ha messo a mio agio, quindi sono molto contento di stare lì. Certo, non abbiamo cominciato benissimo, ma a parte quello tutto va bene. Gli amici li sento al telefono e poi, come detto, c'è Philippe, e anche con l'italiano va meglio. Comunque il gruppo mi piace e sul campo mi sento fra amici, dunque la mia nuova vita è bella».