C'è solo l'A.S.Roma!

Squadra e allenatore contestati a Fiumicino


Una ventina di persone all'aeroporto ad aspettare la squadra: «Tirate fuori le palle!»Sono un gruppo agguerrito, ma civile: alle 20.40 aspettano che il gruppone dei giocatori della Roma esca dalla pancia dell'aeroporto di Fiumicino, chiedono un confronto di pochi minuti, serrato eppure cordiale: «Così non si può andare avanti. Non possiamo continuare a farci prendere in giro da tutta Italia, ora dovete tirate fuori le palle». Il campionario è questo, le divagazioni sono minime. Quattro facce attente ad osservarli e ad ascoltarli: sono Spalletti, Totti, De Rossi e Panucci. Qualche vigile si preoccupa che la situazione possa precipitare: «Non ve preoccupate, ce stamo solo a parla'. Non li volemo contesta'».Totti prende la parola, spiega che stanno facendo tutto quello che è possibile, Panucci promette raddoppiato impegno, De Rossi sembra uno di loro. Spalletti è attento: «Lo faremo anche per voi». L'aria è tesa, qualche curioso scatta qualche foto con i telefonini, viene immediatamente invitato ad allontanarsi, anche da Panucci. Qualcun altro raggiunge gli altri giocatori, sparsi tra le macchine e il caos dell'aeroporto una qualsiasi domenica sera. Uno particolarmente arrabbiato ferma Cicinho, poi Pizarro: con parole sempre uguali fa capire loro che la festa è finita, che da oggi non sarà più tempo di carezze, che la Roma non può fare queste figure. I giocatori annuiscono a testa bassa. Nel frattempo il confronto con i quattro rappresentanti scelti dai tifosi s'esaurisce, i tifosi sembrano soddisfatti dal colloquio, li lasciano salire sul pullman mentre urlano qualche altro slogan: la partita con la Sampdoria l'esame da non sbagliare. Finisce così il confronto: gli ultras scelgono il profilo più civile, chi s'aspettava violente contestazioni resterà deluso, ancora una volta prevale la ragione. L'ultima, forse.I giocatori della Roma sembrano storditi, dopo l'ennesima sconfitta faticano anche loro a radunare le idee. Salgono sul pullman che li porterà a Trigoria, alle spalle l'incubo della partita e un viaggio di ritorno da Udine che è stato un amarissimo tuffo nell'onda lunga delle polemiche che da oggi li investirà pienamente. All'imbarco del volo AZ1362 in partenza con dieci minuti di ritardo dall'aeroporto di Ronchi dei Legionari s'erano presentati in ordine sparso, un po' come avevano giocato la partita con l'Udinese fino a poco più di due ore prima. Nessuna voglia di scherzare, e ci mancherebbe altro. Qualcuno chiama casa, mogli, parenti, amici, magari amanti, tutti descrivono la crescente temperatura dell'ambiente nella capitale con contagiosa preoccupazione. Si colgono qua e là frasi a metà tra l'impaurito e l'incazzato. De Rossi deve aspettare al metal detector qualche minuto, non si trova la sua carta d'imbarco, se ne sta buono in un cantuccio con le enormi cuffie dell'I-pod poggiate sul collo, neanche la musica in questi momenti rilassa, figuriamoci lui che aveva cominciato la stagione sognando l'Olimpo e si ritrova all'inferno quando non si è neanche ancora entrati nel vivo del campionato. Al bancone del bar dell'aeroporto Montella e Spalletti discutono senza animosità, al centro di ogni discorso la questione del ritiro imposto dalla società.Il ds Pradè è pronto ad unirsi al gruppo: «Ho avvisato mia moglie, vado anche io a Trigoria. Questi sono ragazzi miei, è giusto che anche io stia con loro». Panucci lo ascolta, poi non si nega a qualche foto ricordo. Bruno Conti, rituale confidente in situazioni come queste, non c'è: il febbrone che gli aveva già impedito di presenziare alla presentazione del logo della Champions l'ha tenuto a casa anche per il week-end. Solo oggi tornerà a Trigoria. I brasiliani fanno gruppo a parte, i più impazienti salgono subito sull'aereo, l'imbarco è già aperto, manca solo il gruppo della Roma, sulla prima fila dell'aereo il ministro Brunetta tiene per mano la sua compagna e aspetta il decollo come gli altri. Verrebbe troppo facile giocare con qualche analogia sui fannulloni che sta combattendo, ma la Roma non è cosa pubblica. Lo è per i tifosi, semmai. A Udine hanno contestato dalla curva per tutto il 2° tempo, ma il grosso è atteso a Roma. Si teme contestazione già a Fiumicino, invece ci saranno solo una ventina di ragazzi arrabbiati, ma educati.