C'è solo l'A.S.Roma!

Presidente, spiegaci...


Il giorno delle domande è arrivato. Alle 15 di domani, a Trigoria, Rosella Sensi risponderà ai suoi azionisti, e così pure ai romanisti tutti. Per legge. L'assemblea di chi ha investito i propri soldi nei titoli A.S. Roma permetterà di avere un seppur breve contraddittorio («di norma - avverte il regolamento - ogni socio può parlare per dieci minuti e replicare al Presidente per cinque») con la Sensi. Al di là di quanto dirà il Presidente, sarà un'assemblea particolare. Storica. La prima senza Franco Sensi. Ma pure quella che porterà nel Cda la moglie Maria e l'avvocato di Unicredit Group, Roberto Cappelli.Sarà il giorno delle domande quindi. Perché, d'accordo, i conti della società sono migliorati e il bilancio che gli azionisti si apprestano ad approvare sarà il migliore dal 2004. La cartina di tornasole sono i 38,6 milioni di euro della posizione finanziaria netta consolidata. Ben cinque in più dell'esercizio precedente. Nella relazione sulla gestione, è la stessa Roma a spiegare i risultati di un piccolo miracolo economico: «A decorrere dal gennaio 2004, a seguito della definizione del Piano Industriale, il management di A.S. Roma ha posto in essere una serie di azioni al fine di implementare quanto previsto dalle Linee Guida dello stesso, che hanno permesso di raggiungere previsti obiettivi di equilibrio economico e finanziario nel medio periodo, riducendo in maniera strutturale l'esposizione debitoria». Si tratta del tanto decantato autofinanziamento. Un equilibrio sottile che si regge sui risultati della squadra. Se fallisci, se non c'entri la zona Champions, va a farsi benedire. Si sa. Quello che invece qualche socio potrebbe domandare al Presidente è altro. A cominciare dalla trattativa estiva per l'acquisto della società. L'avvocato Joe Tacopina sarà pure un personaggio bizzarro. Ma per la seconda volta - la prima volta l'aveva detto a La Repubblica , sabato si è ripetuto sulla Gazzetta - ha raccontato di un'offerta araba (poi rivelatasi inesistente) che ha fatto saltare l'accordo con gli advisor del magnate George Soros. Perché, Presidente?Passiamo al mercato. L'ultima campagna è stata la più dispendiosa dal terzo scudetto. Investi 22 milioni e mezzo di euro, prendi cinque giocatori (Baptista, Menez, Riise, Loria e Artur) e in una partita decisiva come quella con il Chelsea li spedisci chi in panchina e chi in tribuna. Di nuovo: perché, Presidente?Dilemma su dilemma, risaliamo al peccato originale. A ItalPetroli. Che con l'assemblea degli azionisti dell'A.S. Roma non c'entra. Oppure sì, perché ne è la controllante. E se la holding dei Sensi non riesce a rispettare il vecchio piano di risanamento concordato con le banche, dovendone contrattare uno nuovo (280 milioni da pagare a Unicredit Group entro il 2010), qualche perplessità viene. Come viene quando si apprende che entro il prossimo 31 dicembre andrà pagata una maxirata da 130 milioni. Un azionista potrebbe fare questa domanda: quanto incideranno i debiti di ItalPetroli sull'A.S. Roma?E poi, domani nell'assemblea si deciderà una cosa alquanto sconcertante, sconcertante perchè se la classifica della Roma scivola, salgono gli stipendi di chi la gestisce. Otto punti in una classifica spettrale, così brutta la Roma non è stata mai. Non si può dire che la società sia rimasta con le mani in mano invece. Da una parte, disponendo il ritiro (poi... ritirato) sine die. Dall'altra, rinviando a data da destinarsi la stagione dei rinnovi dei contratti dei calciatori. In un quadro generale povero, nessuno può permettersi di avanzare pretese. Eppure, domani l'assemblea degli azionisti deciderà sull'eventuale aumento degli stipendi degli amministratori! Aumento che sarà poi quantificato da un apposito "Comitato per la Remunerazione", composto dall'avvocato Giovanni Ferreri, dal generale Ciro Di Martino e, guardacaso, dal dottor Pippo Marra! Intendiamoci, la Roma è libera di gestire come vuole i propri soldi. Domani, spiegherà però come. Non si discuterà solo del tetto massimo che andrà fissato per gli amministratori, che il 29 novembre 2005 fu deliberato in un milione e mezzo di euro per ogni esercizio e che domani verrà innalzato. All'ordine del giorno sono stati posti tre punti. Innanzitutto, sarà presentato il progetto del Bilancio di esercizio e del Bilancio consolidato al 30 giugno 2008. L'utile d'esercizio, ovvero la differenza tra ricavi e costi in un anno di gestione, è stato di 18.699.218,780 euro. Circa 36 miliardi di vecchie lire. Di questi, 934.960,93 euro (il 5%) saranno destinati a riserva legale e 1.869.921,87 euro (il 10%) a riserva per il settore giovanile. Il resto, 15.894.335,90 euro, verranno considerati "utili a nuovo". Tradotto per i non addetti ai lavori, è la cifra che la Roma ha nel portafogli per qualsivoglia operazione. Che sia di carattere tecnico oppure amministrativo. Il secondo punto che sarà discusso sarà la nomina del nuovo Cda. Infine, gli azionisti dovranno eleggere il nuovo Collegio Sindacale. A comporlo saranno Marco Lacchini, Alberto Dello Strologo, Lamberto Sanvitale, oltre a Guerrino Cavicchia e Francesco Spanò come supplenti.