C'è solo l'A.S.Roma!

Così male solo l'anno della retrocessione in B


Fa male anche solo pensarle certe cose. Eppure ieri molti di noi si sono ritrovati a sperare in un gol della Juventus. Magari a sorridere al gol di Del Piero, o a quelli di Milito o ancora a quelli di Mascara e Sabato. Il motivo? Semplice, per rendere meno brutta una classifica comunque inguardabile. Sì, perché se l'amaro pareggio di sabato ci aveva permesso di rimanere davanti al Bologna, ieri una sfavorevole combinazione di risultati avrebbe rischiato di portarci al terzultimo posto in classifica, o addirittura il penultimo in coabitazione (anche se con la partita con la Sampdoria da recuperare), e comunque in piena zona retrocessione. Non è andata così, perché la Juve ha battuto il Chievo e il Genoa la Reggina, tenendocele entrambe alle spalle. Positivo anche il ko proprio nel finale del Cagliari a Catania (ora i sardi ci sono davanti di due sole lunghezze). Pensare seriamente al rischio della B può sembrare una esagerazione, ma forse non lo è. La Roma non è certo una squadra che tecnicamente potrebbe rischiare la retrocessione, ma non lo era neppure, tanto per fare un esempio, la Fiorentina della stagione 1992-1993, che aveva in rosa gente come Batistuta, Effenberg, Laudrup, Baiano. Eppure finì giù, perché fino a poche giornate dal termine nessuno credeva realmente di rischiare il peggio. Quando se ne resero conto, era ormai troppo tardi.E i segnali arrivati in settimana dall'ambiente giallorosso non sono particolarmente confortanti in questo senso. Perché tutti pensano che la B sia qualcosa che non ci riguarda, nessuno a Trigoria vuole credere a un'ipotesi così negativa. Non lo vorrebbero neppure i tifosi romanisti, ed è per questo che molti già da ieri hanno cominciato a guardare i risultati di Chievo, Reggina e Cagliari. Della serie "meglio prevenire che curare". E domenica c'è il derby, l'ultima chiamata per i giocatori, o l'ultima spiaggia. Una partita speciale, un campionato nel campionato, chiamiamola come ci pare, ma soprattutto una partita nella quale fare punti, tenendo d'occhio quello che fanno le altre. E il prossimo turno potrebbe essere favorevole visto che il Chievo andrà a San Siro col Milan, la Reggina a Udine, il Cagliari ospiterà la Fiorentina e il Bologna andrà a Siena. Noi invece avremo il derby, poi il Lecce fuori e la Fiorentina in casa per chiudere il mese di novembre. Nove punti a disposizione per togliersi il prima possibile dalla zona calda, guardando con attenzione i risultati delle squadre più vicine in classifica. La Roma così in basso dopo le prime dieci partite del campionato non si era mai vista (o quasi) negli ultimi trent'anni. Otto punti in dieci gare sono veramente una miseria e applicando il criterio dei tre a vittoria anche ai tornei del passato scopriamo che l'ultima volta in cui andò così male (ma comunque un po' meglio di oggi) risaliva proprio a trenta anni fa, ovvero al campionato 1978-79. Quello che iniziò con Giagnoni in panchina e che finì con la coppia Valcareggi-Bravi e un drammatico Roma-Atalanta 2-2 con pareggio di Pruzzo che significò salvezza. C'erano ottantamila persone sugli spalti dell'Olimpico e i giocatori giallorossi si erano fatti crescere la barba per un voto fatto quando le cose si erano messe veramente male. Solo a salvezza acquisita se la tagliarono. Ebbene, con i criteri di oggi, in quel torneo dopo le prime dieci partite la Roma aveva solo 9 punti, frutto di 2 sole vittorie casalinghe (2-0 al Bologna nel giorno del rientro di Rocca con la fascia da capitano e della maglia tutta arancio con calzoncini rossi della Roma e 2-1 all'Avellino per quella che fu la prima vittoria con Valcareggi), 3 pareggi e 5 sconfitte, tra le quali quella per 2-0 all'Olimpico contro il Torino che costò il posto da titolare a P.Conti, autore di una papera su colpo di testa di Graziani e oggetto della contestazione della Tribuna Tevere, alla quale rispose battendo le mani. Al termine della gara, dalla Tribuna Monte Mario, a Giagnoni venne tirato una tazza del bagno. Con un salto avanti nel tempo verso i nostri giorni scopriamo che dopo quell'annata balorda e lo splendido ciclo dell'era Viola-Liedholm di inizio anni '80 la Roma ebbe una partenza così brutta nel 1984-85, primo anno di Sven Goran Eriksson sulla panchina giallorossa. Undici punti in dieci gare, frutto di una sola vittoria (2-1 all'Olimpico alla Fiorentina), una sconfitta (2-1 a S.Siro col Milan con gol d'apertura di Agostino Di Bartolomei, passato in rossonero) e ben otto pareggi, che fecero soprannominare Eriksson "mister X". Ma il ciclo veramente negativo della Roma, in fatto di brutte partenze in campionato simili a quella di quest'anno, è stato quello tra il 1992 e il 1996. Nel 1992-93, con Boskov, si fecero undici punti in dieci partite come con Eriksson nel 1984-85, ma in questo caso furono il frutto di tre vittorie, due pareggi e ben cinque sconfitte. Clamorose quella della prima giornata in casa col Pescara (0-1, gol di Nobile) e l'altra all'Olimpico con il Brescia (2-3). Il momentaccio fu in parte allontanato con la vittoria casalinga alla decima contro l'Ancona, che era passato in vantaggio con Lupo e che venne rimontato con le reti di Comi e Carnevale. Nella stagione seguente, 1993-94, arrivarono Sensi e Mazzone, ma la Roma partì male lo stesso: dodici punti in dieci gare (e undicesimo posto in classifica insieme al Foggia) in virtù di tre vittorie, tre pareggi e quattro sconfitte, tra le quali le due clamorose all'Olimpico con il Napoli (2-3) e la Cremonese (1-2). Tra i pari l'1-1 del derby con gol di Piacentini e dell'ex Di Mauro. Ancora con Mazzone, nel 1995-96, era arrivata l'ultima partenza così brutta da assomigliare a quella pessima di quest'anno. Tredici punti in dieci gare e decimo posto frutto di tre vittorie, quattro pareggi e tre sconfitte. Allargando il discorso al passato e contando sempre i tre punti a vittoria, scopriamo che nella stagione in cui la Roma retrocesse in B (1950-51) dopo le prime dieci gare aveva gli stessi di oggi: otto, frutto di due vittorie, altrettanti pareggi e sei sconfitte, comprese lo 0-1 nel derby e il 6-0 a Milano in casa dell'Inter.