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Julio Baptista: "Se stavo bene gliene facevo 2!"


"La Bestia" si gode il suo momento di gloria: ha annientato la seconda squadra della Capitale ed è pronto a guidare il rilancio della Roma: «Sono al 60%. Ai derby sento un'adrenalina che mi fa dare il massimo. È stato meraviglioso»
«Quando gioco un derby, sento addosso quella adrenalina e quella forza che mi permettono di dare il massimo». Con queste premesse non poteva finire diversamente il derby con la Lazio, parola di Bestia. Julio Baptista è stato ancora una volta decisivo, ha segnato il suo quarto gol stagionale (l'unico non decisivo è stato quello di Palermo) e si è guadagnato un posto nella storia dei derby, e di conseguenza nella storia della Roma e nel cuore dei tifosi. C'è di che essere felice, soprattutto nel momento in cui in molti si erano affrettati a decretare il fallimento della sua avventura romanista. «Non c'è altra alternativa - ha dichiarato ieri mattina ai microfoni di Centro Suono Sport - che essere felici. Vincere una partita in questa maniera è meraviglioso. È stato un grande derby». Con un grande protagonista, spinto dal boato dell'Olimpico. «La tifoseria giallorossa mi ha dato una carica in più. E pensare che non sono nemmeno al massimo della forma. Non avendo giocato con continuità sono al sessanta, settanta per cento... ma se Dio vorrà raggiungerò presto il top. Se fossi stato al massimo nel secondo tempo avrei avuto più forza e segnato il secondo gol».Di gol ne è bastato uno, che assume un significato ancora maggiore pensando al futuro. La vittoria con la Lazio è un nuovo punti di partenza, da rincorsa è cominciata e il periodo brutto si può dire ormai alle spalle. «Quando le cose non vanno molto bene ognuno deve dare il massimo ed è quello che ho fatto. È chiaro che la vittoria contro la Lazio è stata importantissima e ha regalato alla squadra un motivo in più per dare una svolta al campionato. Non ci possiamo fermare a questo successo, però. Dobbiamo lavorare per ottenere altri risultati positivi». Quando è andato via dal Real Madrid i tifosi non sono stati di certo felici, anche in Spagna era un beniamino della tifoseria delle merengues. «Confermo che la tifoseria madrilena era molto affezionata a me, anche perchè sono stato sempre un professionista serio. Quando ho capito che non ero più titolare nel Real Madrid e sono venuto a Roma, conoscevo il valore della società giallorossa. È una realtà solida e voglio dimostrare il mio valore in questa piazza». Cosa che fino a domenica sera gli era riuscita solo parzialmente, non solo per colpa sua. Di certo tra i nuovi arrivati è quello che ha incontrato meno problemi di inserimento: Riise e Menez, ad esempio, sono finiti ben presto ai margini della squadra di Spalletti, utilizzati con il contagocce. «È chiaro che per i giocatori che vengono da fuori ci possono essere delle difficoltà. Bisogna avere pazienza, soprattutto con Menez. Il francese è giovane e dovrebbe scendere in campo con più continuità. Io non ho fatto fatica ad inserirmi nella Roma perchè il calcio brasiliano è simile a quello italiano, anche se qui conta più la forza». E contano anche la tattica e le posizioni in campo. E' vero che per caratteristiche tecniche e fisiche Baptista può ricoprire più ruoli in campo (ed è stato acquistato anche per questo), ma nel derby il brasiliano ha finalmente giocato nella posizione che gli è più congeniale, da trequartista alle spalle delle punte. «La mia posizione ideale è quella dietro la punta, ma posso giocare anche da centrocampista con spiccate doti offensive. Come mi trovo a giocare alle spalle di Totti e Vucinic? Assolutamente non è difficile. Vucinic tende a spaziare, Totti a dialogare con te. Proprio perchè sono diversi è semplice giocare con loro». Su Spalletti invece il giudizio è sospeso, non perché ci siano dei problemi col tecnico ma perché prima di esprimere un giudizio definitivo vuole aspettare di conoscere veramente bene il tecnico romanista. «È presto parlare di Spalletti per me, perchè sono solo due mesi che lo conosco. Lui, come i miei precedenti allenatori, rientra nell'èlite del calcio. Questo lo posso già dire». Infine un giudizio su Totti e De Rossi. Risposta facile facile per la Bestia. «Sono giocatori di grandissimo livello… mondiali»