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Vucinic: "Più siamo e meglio è"


Vucinic: «Non temo la sua concorrenza. Anzi, è positiva». E domani è in ballottaggio con Menez.«Non temo la concorrenza di Menez, non per arroganza ma perché credo che sia una cosa positiva». Mirko Vucinic è tornato, ed è pronto a lottare per riprendersi un posto da titolare dopo lo stop per infortunio. In sua assenza, col Chievo e col Bordeaux, è letteralmente esploso Jeremy Menez. Tanto che ora la concorrenza in avanti è aumentata. Un segnale comunque positivo per il montenegrino, che ieri ha parlato a Mediaset, che ha fatto i suoi complimenti al francese. «Io sono tranquillo e penso che più siamo a giocare bene e meglio è. Sono contento che lui sia esploso perché so quanto è difficile cominciare a Roma». Mirko parla per esperienza personale. «Il mio primo anno è stato catastrofico, ed è la ragione per cui io non andrò via da questa società che mi ha dato tanta fiducia». La stessa fiducia che sembra ritornata all'interno del gruppo, ora che la classifica è tornata a far sorridere. La crisi è ormai alle spalle, ma i motivi della partenza a rallentatore della squadra giallorossa sono rimasti misteriosi, anche per i giocatori. «Se avessimo scoperto i motivi della nostra crisi, sicuramente ne saremmo usciti prima. Una cosa è sicura però, ad un certo punto ci siamo parlati ed abbiamo detto "Basta, dobbiamo reagire e fare qualcosa"». Più che il cambio di modulo o la vittoria sulla Lazio, secondo Vucinic la svolta c'è stata dal punto di vista della mentalità. «Ci siamo scrollati di dosso paure e insicurezze e abbiamo deciso che dovevamo tornare quelli dello scorso anno. Poi certamente il modulo ha influito ma la verità è che il problema stava nella testa e una volta superato quello siamo tornati quelli di un tempo».La classifica è molto corta e la Roma può arrivare sicuramente tra le prime quattro. Anche perché quelle che si trovano davanti ai giallorossi accuseranno inevitabilmente dei passaggi a vuoto nel corso della stagione. «Noi la crisi ce l'abbiamo già avuta, ora tocca alle altre. Non dobbiamo fare calcoli ma continuare a fare come abbiamo fatto adesso, pensando partita per partita e cercando di tirare fuori il meglio di noi. Non facciamo calcoli ma prima o poi quelli che stanno davanti a noi si dovranno fermare, magari non sarà una crisi grave come quella che abbiamo avuto noi ma ce l'avranno di sicuro, perché i giocatori non sono robot».E proprio perché non sono dei robot, è difficile per quelli giallorossi non pensare alla prossima finale di Champions League, che il 27 maggio si giocherà proprio all'Olimpico. Il palcoscenico europeo, poi, sembra quello più adatto alle caratteristiche del montenegrino che ha vissuto i suoi momenti migliori proprio nelle notti di Champions. «E' vero che segno sempre gol belli e importanti in Champions ma non so perché succeda questo. Non sento il fascino della coppa, probabilmente è solo un caso». Venerdì prossimo a Nyon ci saranno i sorteggi degli ottavi di finale. La preferenza è una sola. «Negli ottavi di finale vorrei incontrare lo Sporting Lisbona, con tutto il rispetto per la squadra portoghese. La finale in casa? Adesso tutte le gare sono ad eliminazione diretta, per cui è prematuro cominciare a pensare alla finale. Tra l'altro in Champions alla fine vince sempre la formazione più forte: lo scorso anno siamo stati eliminati nei quarti di finale dalla squadra che poi ha vinto. Certo che giocare a Roma....quando ci ricapita?»