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La Roma vuol blindare Vucinic fino al 2014


Mirko Vucinic non è solo il giocatore dell’anno del Montenegro, la sua nazionale, investitura che riceve per la terza volta di fila. E’ il miglior attaccante della Roma in questi primi quattro mesi della stagione: 10 reti ben spalmate nelle competizioni a cui partecipa la squadra giallorossa.Quattro in campionato, tre in Champions, due in Coppa Italia e una in Supercoppa. Gol belli e quasi tutti pesanti. Pensando al centravanti, e non solo a lui, Spalletti ha consigliato la proprietà, già ai primi giorni di dicembre: priorità ai rinnovi di contratto che al completamento dell’organico. Perché, però, aggiornare l’ingaggio di Vucinic che ha un accordo con scadenza nel 2011? La spiegazione è semplice: l’allenatore toscano mette davanti a tutto nel suo lavoro quotidiano, la stabilità dello spogliatoio, fondamentale proprio come l’equilibrio che chiede alla squadra in partita.Spalletti, anche in pubblico, ha sempre sposato l’autofinanziamento della società, appoggiando a trecentosessanta gradi ogni iniziativa, in entrata e in uscita. Grande attenzione agli emolumenti concessi, nessuna gelosia e zero pressione verso quei giocatori conquistati da altri club con stipendi qui considerati fuori budget e massima disponibilità nei confronti di chi per restare a Trigoria avrebbe voluto solo il giusto adeguamento. L’ultimo caso, nella stagione scorsa, il rinnovo del portiere Doni che tre anni e mezzo fa scommise su se stesso e si presentò gratis (pagandosi l’indennizzo di poco inferiore ai quindicimila euro). Quando lo tentarono il Barcellona e la Juventus, disse alla Roma che sarebbe rimasto. Ma a condizioni diverse. Spalletti lo appoggiò, sino alla firma. Sta accadendo con altri e si riproporrà nel 2009 proprio con Vucinic. Che non è un nome a caso tra i tanti in lista d’attesa, impazienti di poter rinnovare, prolugare e migliorare i rispettivi accordi. Mirko, pagato dalla Roma quasi venti milioni (dopo Batistuta e Cassano, è l’acquisto più caro della gestione Sensi), guadagna un milione e ottocentomila euro (cifra al lordo). Baptista, acquistato prima di Ferragosto, prende più del doppio come ingaggio, quattromilioni e cinquecentomila, il triplo se si considerano i tanti bonus concessi al brasiliano. Negli strani intrecci del mondo del calcio può sembrare un fatto normale. Perché la Bestia, arrivando dal Real, si è portato da Madrid uno stipendio da top player, mentre Vucinic si è presentato a Trigoria da Lecce e non può essere la stessa cosa. I dirigenti della Roma e lo stesso Spalletti, però, fanno altre valutazioni. La società giallorossa, la scorsa estate, su input del tecnico, ha fatto capire a Mirko di puntare decisamente sulle sue prestazione. Il 28 agosto il Manchester United offrì ventitre milioni per il cartellino del centravanti: il no deciso della Roma ha costretto Ferguson a virare su Berbatov. Da quell’affare saltato, è partita la nuova negoziazione con Vucinic. La proprietà giallorossa sa che il contratto del giocatore non va semplicemente aggiornato. E’ da rifare, posizionando il montenegrino nella fascia alta degli ingaggi. Anche perché un conto è mettere sul mercato un difensore, un’altra un centravanti di 25 anni (il Real lo segue da tempo). Da un paio di mesi i dirigenti romanisti stanno parlando con Alessandro Lucci, manager dell’attaccante. La società giallorossa punta a offrire a Mirko un quinquiennale, per blindarlo sino al 2014. Per Vucinic sarebbe meglio un quadriennale. Ma la durata non sarà mai un problema. Il nodo è l’ingaggio: quello nuovo dovrà essere dai due milioni e mezzo ai tre milioni. Simile a quello di Baptista, inferiore solo agli stipendi di Totti e De Rossi (Montella è un caso a parte e si sa). Teoricamente a giugno il centravanti si potrebbe svincolare grazie all’articolo 17 (indennizzo di poco inferiore ai quattro milioni, un quinto di quanto è stato pagato). Ma esiste un gentleman agreement tra i grandi club che scansano questa risoluzione contrattaule forzata. Lo stesso Mirko la considera non elegante. Quindi ascolterà la proposta definitiva della Roma, in primavera o anche a fine stagione, prima di decidere che cosa fare da grande. Se il club giallorosso gli dimostrerà, come a fine agosto, di credere ancora in lui, sarà ben contento di trovare una soluzione, firmando il nuovo accordo. Se mancherà l’intesa, troverà con i dirigenti giallorossi la migliore via d’uscita. Per tutti. (Il Messaggero)