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Maria Sensi: "Hanno fatto vincere lo scudetto all'Inter"


«La Roma meritava lo scudetto. Ma c'era un centenario da onorare e da rispettare, però. Così è stato». Per chi non l'avesse capito, il centenario è quello dell'Inter. Il Presidentissimo sarebbe orgoglioso della sua Maria. Compagna di una vita, la signora Sensi sta seguendo l'esempio del marito anche adesso che lui non c'è più. La moglie, e consigliere della Roma dall'11 novembre, intervenendo a Centro Suono Sport l'ultimo giorno dell'anno, non si è fatta mica pregare. Il 2008? «Non è stato positivo, né per la famiglia e neppure per la squadra. La Roma meritava lo scudetto. Sarebbe stato un regalo anche per il suo presidente Franco Sensi». Matrona di una famiglia che è rimasta unita anche quando fuori la barca navigava in acque pessime, la moglie del Presidentissimo si è assunta la responsabilità di dire quello che tutti, ma davvero tutti, i romanisti pensano: «C'era un centenario da onorare». È vero, lo insegna la storia. Purtroppo, pure quella recente. Nello scorso campionato l'Inter ha ricevuto 17 favori arbitrali in 38 partite. Diabolik non sarebbe riuscito a fare meglio. Lo scudetto all'Inter? Macché, lo meritava la Roma. Ci sta il mea culpa per quelle maledette partite sbagliate (Livorno ed Empoli su tutte). Questo non significa, però, che i nerazzurri abbiano fatto meglio di noi. Come dimostra benissimo il 2-2 di Inter-Siena alla penultima giornata. A parità, sono stati gli aiutini ad aver fatto la differenza. Se il presidente Rosella Sensi deve tenere un profilo più basso, per questioni di politica sportiva, di strategia, ecco che è la mamma a farsi sentire.Inconsueto? Macché, anzi. Alzi la mano chi, dopo aver letto o sentito un'accusa del genere, non ha ripensato alle battaglie che Franco Sensi conduceva contro il Palazzo. Lega o Figc che fossero, il Presidentissimo era l'ultimo caposaldo della legalità. Combatteva Moggi, ironizzava su Galliani («l'antennista»), parlava di associazione a delinquere anni prima che scoppiasse lo scandalo di Calciopoli. Uomo coraggioso, Sensi non poteva non avere accanto una compagna altrettanto forte. Quando parlava della figlia Rosella, sottolineava: «È giovane, inesperta. Ma ha la mia grinta e il carattere dolcemente di ferro di mia moglie Maria».Dopo la sua scomparsa, il 17 agosto, la signora Sensi ha assunto qualcosa di più del "semplice" ruolo di consigliere. Della Roma è un caposaldo. Quando la figlia Rosella non ha potuto seguire la squadra nelle trasferte di Champions, a rappresentare la società ci ha pensato lei, Maria Sensi. È successo a Londra e Bordeaux. E persino a Cluj, quando il gelo avvinghiava i pochi tifosi giallorossi presenti. Tra loro, c'era la signora Sensi. Come consigliere, d'accordo. Ma sopratutto come romanista. Ama ricordare la moglie del Presidentissimo: «Io sono una tifosa come tante. Siamo sempre stati abbonati in Tribuna d'onore. All'inizio avevamo due tessere, la mia e quella di mio marito. Mano a mano che la famiglia cresceva, cresceva anche il numero degli abbonamenti». Come l'amore per la Roma? No, non ce n'era bisogno. Quello è sempre stato incommensurabile.