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Panucci, scuse a metà


Christian fa il passo indietro tanto atteso, ma nel comunicato si rivolge «ai tifosi, alla società e ai compagni». Non c'è nessun riferimento a Spalletti a parte un generico mettersi «a disposizione dello staff tecnico per questo finale di stagione». Che farà adesso l'allenatore? Intanto ieri a Trigoria il "figliol prodigo" romanista ha scherzato con tutti, ma senza incrociare lo sguardo di chi lo ha escluso dalla lista Champions. Spalletti tiene il suo punto d'orgoglio, Panucci anche, e chi ci rimette siamo noi tifosi e la Roma, che sicuramente in Champions non avrà un giocatore d'esperienza, ed in campionato, probabilmente, anche.
  Chiedo pubblicamente scusa ai tifosi, alla società e ai miei compagni». C'erano tutti i segnali per il clamoroso dietrofront, che era stato più o meno annunciato nei giorni scorsi, e ieri Christian Panucci ha affidato le sue pubbliche scuse ad un comunicato. Dopo aver rifiutato di andare in panchina nella trasferta di Napoli, rompendo definitivamente i suoi rapporti con Spalletti, ieri il difensore ha deciso di chiedere scusa e di rimettersi a disposizione della società. Che però, sembra, non ha apprezzato particolarmente le modalità delle scuse di Panucci. In sostanza dentro Trigoria avrebbero preferito un chiarimento faccia a faccia con il tecnico, e magari anche con Bruno Conti e Pradè che sono i dirigenti più vicini alla squadra e che vivono la quotidianità dello spogliatoio come il tecnico. Con Spalletti e con la dirigenza, invece, ieri c'è stato il gelo. La stessa cosa era successa alla ripresa degli allenamenti dopo l'esternazione di Napoli. Panucci in questi giorni ha riscoperto l'affetto dei tifosi (o almeno di una parte di loro) che gli sono stati vicini esponendo anche uno striscione ("Onore a Panucci") durante Roma-Palermo, e quello dei compagni di squadra. Le esternazioni di Pizarro («Il gruppo vuole che Panucci resti»), in particolare, hanno fatto piacere al difensore. «Desidero ringraziare i tifosi e i compagni che mi sono stati vicini ma con questo non voglio esimermi dalle mie responsabilità o trovare giustificazioni al mio errore. Come sempre ho fatto nella mia vita mi assumo tutte le responsabilità e mi rimetto a disposizione della società e dello staff tecnico per questo finale di stagione». Ora la palla passa a Spalletti. La società, che comunque nella vicenda è sempre stata dalla parte del tecnico multando il giocatore ed escludendolo dalla lista Champions (per volere di Spalletti quindi...), ha fatto sapere che le decisioni tecniche spettano esclusivamente all'allenatore. Panucci, in sostanza, rimarrà in rosa fino alla fine della stagione ma toccherà a Spalletti decidere di volta in volta se convocarlo o meno a seconda delle esigenze. Panucci dopo la rottura di Napoli aveva anche dichiarato di voler lasciare immediatamente Roma, senza aspettare la naturale scadenza del contratto fissata al prossimo giugno. E i suoi procuratori Damiani e Parisi avevano cercato di piazzarlo in Italia (è stato a un passo dal Torino) e in Europa (l'Hull City era pronto a prenderlo) ma poi con entrambe le società non si è trovato l'accordo economico. A mercato chiuso, e senza una squadra pronta ad accoglierlo fino al termine della stagione, il dietrofront. Panucci però ci tiene a specificare che quando ha detto di voler lasciare la Roma lo ha fatto solo per un eccesso di nervosismo, dovuto al momento. «In merito alle mie dichiarazioni con cui ho espresso il desiderio di andare via preciso che sono state dettate dall'eccessivo nervosismo del momento. Io sono a Roma da 8 anni e farò in modo di onorare i colori giallorossi fino alla fine». Se Spalletti gliene darà la possibilità, altrimenti nei suoi ultimi quattro mesi romani vedrà solamente i campi di allenamento di Trigoria, e non l'Olimpico.