C'è solo l'A.S.Roma!

E Panucci ora che fine fà?


Come previsto, conoscendo il carattere di Spalletti, Christian Panucci non è stato inserito nella lista dei convocati per la gara contro il Genoa. Nonostante le pubbliche scuse del difensore, nonostante la Roma consideri il "caso" chiuso, come ha sottolineato due giorni fa il direttore tecnico Bruno Conti, che ha ribadito piena fiducia e sostegno a Luciano Spalletti. «E’ vero - le parole di Conti - le scuse a Spalletti non sono arrivate. Ma non ne voglio parlare. Per me va bene così. Spalletti è il nostro timoniere, l’artefice dei nostri successi, ha un buon rapporto con tutti ed è un uomo al quale piace dialogare. Certo, l’atteggiamento di Panucci non ha fatto piacere. Ma non è più un caso per noi». Decide Spalletti. Punto e basta. E visto che "casualmente" tra le tante persone cui Panucci ha chiesto scusa non figura il nome del tecnico e che i due in questi giorni si sono praticamente ignorati, sembra difficile che Spalletti lo convochi anche nelle altre gare di campionato da qui a maggio.  Della questione Panucci venerdì ha parlato anche il brasiliano Juan, intervistato da Sky Sport 24. «Christian ha fatto tanto non solo con la Roma ma anche con le altre squadre con le quali ha giocato e quindi deve essere rispettato. Lui avrà sempre il nostro apporto e rispetto, questa però è una situazione sulla quale noi non possiamo fare niente: è una questione fra lui, la società e l’allenatore». Dopo che nei giorni scorsi Pizarro aveva dichiarato che non ci sono problemi tra Panucci e il resto del gruppo, anche Juan ha voluto rafforzare il concetto. «Il nostro rispetto per lui, comunque, è sempre lo stesso. Per me ha sbagliato nei confronti della società e del tecnico ma con noi è tranquillo e nessuno ha detto niente perchè è una cosa tra lui e la società. Il fatto che sia fuori dalla lista Champions è una grande perdita, perchè lui ha esperienza». Uno che Panucci lo conosce bene è Osvaldo Bagnoli, che allenava il Genoa quando Christian ha cominciato a muovere i primi passi nel calcio professionistico. Il tecnico è intervenuto a Radio Incontro. «Era un ragazzo promettente che giocava nella Primavera. Si intravedevano già le sue qualità come calciatore, ma anche la personalità lasciava ben presagire. Qualità che, in un giocatore come lui che ha militato nel Milan, Real Madrid e Chelsea, hanno influito a plasmare un carattere ancora più forte. Il suo passato e la sua età forse lo hanno portato ad avere questa esasperazione, culminata con il rifiuto della panchina a Napoli. Credo, tuttavia, che con un pizzico di buon senso e intelligenza da entrambe le parti si possa ricucire lo strappo che in questo momento c’è».