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Candreva: "Se da Trigoria mi chiamano..."


Antonio Candreva è un gentleman e forse proprio questo ne ritarda l'esplosione. Timido ed educato, il 22enne di Tor De Cenci che ha trascinato l'Italia alla semifinale dell'Europeo Under 21 contro la Germania aspetta di conoscere il proprio futuro, dopo aver goduto dalla lontana Svezia per la promozione del "suo" Livorno.L'Udinese, che ne detiene il cartellino, non sembra voler puntare su questo ragazzo duttile e di gran talento, tanto che sta cercando di inserirlo in alcune operazioni di mercato. L'essere tifoso romanista è solo un indizio, ma lui una preferenza non la nasconde. "Calcisticamente sono cresciuto nell'allora Lodigiani, poi ho giocato a Terni, quindi sempre vicino a casa mia, ma Lazio e Roma non si sono mai interessate a me. Evidentemente, c'erano giocatori più bavi". E lo dice sinceramente, senza voler provocare.Circo Massimo Ma la sua fede è li, bella chiara. E torna a galla. "Quando la Roma ha vinto lo Scudetto, nel 2001, ho festeggiato tutta la notte al Circo Massimo con gli amici. E' chiaro che se la Roma mi dovesse cercare sarei la persona più felice del mondo, per i giallorosso giocherei in qualsiasi ruolo. In questa fase della mia carriera sentire un club che ha fiducia in me è fondamentale". Il dibattito nasce proprio dalla duttilità del ragazzo, che nasce trequartista, con Marino a Udine ha anche giocato esterno offensivo, ma che ha contribuito alla promozione del Livorno da mezz'ala nel 4-3-3. "O anche da esterno di destra, quando passavamo al 4-4-2".Coltellino svizzero Un coltellino svizzero, insomma, che vuole iniziare con il cercare gloria in azzurro. Sacrificato sull'altare degli equilibri tattici per supportare il tridente pesante, nell'Under 21 Candreva ha fatto sempre bene partendo dalla panchina. Domani, con De Ceglie infortunato e Marchisio squalificato, quasi sicuramente toccherà a lui dall'inizio. "Le scelte le fa il mister, ma io voglio questo Europeo, che coronerebbe due anni vissuti con questo splendido gruppo". La prova contro la Bielorussia sarebbe un viatico ideale per convincere Casiraghi. E, forse, pure la Roma.