C'è solo l'A.S.Roma!

La Stampa: Fioranelli non ha i soldi!


L'asta al miglior offerente. Salvo sorprese dell'ultim'ora, è questa l'unica soluzione per trovare un nuovo proprietario all'As Roma, con Fioranelli e soci che si allontanano sempre di più.A ieri, mancava ancora un passaggio per formalizzare il cambio di proprietà dei giallorossi nelle mani di Vinicio Fioranelli, l'agente Fifa domiciliato in Svizzera e amico e socio in affari dell'ex patron laziale Sergio Cragnotti. Che però è anche il più importante: i soldi. Cento milioni, per l'esattezza. È questa la somma chiesta a Fioranelli, in aggiunta ai 201 milioni offerti per comprare la quota del 67% in mano alla famiglia Sensi, per assicurare anche le risorse necessarie all'opa obbligatoria sulla Roma, quotata a Piazza Affari.Di questi cento milioni mancanti a ieri sera non c'era ancora traccia e il «cauto ottimismo» delle parti coinvolte manifestato alla vigilia ha lasciato spazio a più cupi presagi. Ottimismo che era giustificato con il fatto che la complessa struttura contrattuale - società, marchi, diritti: per Fioranelli vi ha lavorato lo studio Irti - era pronta e che per la firma mancavano ancora quella che veniva un po' eufemisticamente definita «una serie di adempimenti».Ovvero, i cento milioni di cui sopra. Ottimismo svanito ieri, quando una della parti coinvolte si lasciava sfuggire un laconico «i soldi non ci sono» e uno dei legali che hanno preso parte alla trattativa spiegava che pur senza una scadenza precisa «è impensabile trascinare ancora per giorni questa vicenda». E pensare che alla fine della settimana scorsa sembrava tutto pronto per chiudere l'affare, al punto che erano circolate voci insistenti, riprese anche dalla stampa, di una firma per lunedì. A scombinare le carte di Fioranelli sarebbe stata la richiesta, fatta da Mediobanca nella serata di giovedì, di fidejussioni bancarie per altri 100 milioni da depositare sui conti della Spafid, la fiduciaria di piazzetta Cuccia. Per garantire che oltre al passaggio di proprietà, Fioranelli fosse in grado di adempiere anche all'obbligo dell'opa.Il compratore a questo punto avrebbe chiesto più tempo, sfruttando anche la pausa del fine settimana per reperire le risorse necessarie. E avrebbe iniziato una serie di sondaggi frenetici tra Milano, la Svizzera e l'Olanda alla ricerca di soci e finanziatori. Senza troppo successo, almeno fino a ieri. Peraltro, già nel fine settimana scorso ai piani alti della banca milanese, al di là dell'ottimismo di facciata, iniziava a circolare un certo scetticismo sulla reale capacità di Fioranelli e soci di reperire i soldi necessari. Soci che restano nell'ombra. A parte l'avvocato di nazionalità tedesca Volker Flick, nessuno si sbilancia su chi siano i finanziatori e da dove vengano i capitali della Fio Sport Group, la società del gruppo di Fioranelli che materialmente dovrebbe (o a questo punto avrebbe dovuto) diventare proprietaria della Roma. L'alternativa a Fioranelli è un mandato irrevocabile dei Sensi per vendere la partecipazione in tempi brevi.Su questo punto sarebbe stato già raggiunto un accordo nei giorni scorsi tra i Sensi e i creditori (Unicredit in testa, con circa 350 milioni. Una rata di rimborso in scadenza a dicembre non sarebbe stata onorata e probabilmente salterà anche la scadenza di fine giugno). A gestire l'asta sarebbe ancora Mediobanca. E giova a questo punto ricordare che, forse non casualmente, sulla poltrona più alta di Mediobanca siede l'ex presidente di Banca di Roma e Capitalia, Cesare Geronzi. Ovvero l'uomo che negli ultimi venti anni ha rappresentato il riferimento, almeno dal punto di vista finanziario, per le squadre di calcio romane, tanto sulla sponda giallorossa che su quella laziale.