Un cambiamento generazionale oltre che epocale. Nuovi metodi di lavoro. Uno stile differente. Un rapporto diverso con la comunicazione. Tre giorni hanno già dato il senso del passaggio tra Spalletti e Ranieri. C'è ancora molto da scoprire nel nuovo corso della panchina della Roma, ma le prime pietre sono posate.Meno palestra e più campo. Meno schemi e maggior cura della tecnica individuale. La Roma di Ranieri vive di più all'aria aperta: il novanta per cento del lavoro viene svolto sul campo. A dirigere le operazioni c'è Riccardo Capanna, ferrarese 63 anni, diploma Isef a Bologna nel 1969 e diploma alla scuola di riabilitazione di Genova nel 1978, nove attestati, autore di pubblicazioni varie. E' il nuovo preparatore atletico, ma ad affiancarlo c'è Paolo Bertelli, unico superstite dello staff spallettiano. Bertelli si dedicherà al recupero degli infortunati. Il viceallenatore, Christian Damiano, italofrancese 59enne, si occupa della tattica. Giorgio Pellizzaro, mantovano di 62 anni ex numero uno di Sampdoria e Catanzaro si dedica ai portieri. Paolo Benetti è cognato e collaboratore tecnico di Ranieri.In questi giorni il tecnico ha torchiato la difesa. Ha curato in modo particolare i movimenti di Motta e Mexes. Ranieri vuole una squadra più aggressiva che soprattutto dietro si muova come "un'orchestra". Ma la solidità della difesa è anche figlia di un centrocampo compatto e di un attacco dove le punte sono i primi giocatori a pressare l'avversario. L'aggettivo più usato per riferire le prime impressioni destate da Ranieri è quella di un uomo "riservato". Ranieri, che vive ai Parioli, arriva a Trigoria di buon mattino e si mette al lavoro. Anche Spalletti si presentava all'alba con una collezione di giornali sottobraccio. Ranieri, invece, ha un rapporto più blando con l'informazione. Con Conti e Tempestilli è già entrato in sintonia: conosce Bruno da una vita e con Tonino in questi giorni è stato particolarmente a contatto per motivi organizzativi.