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Perrotta: "Sono rinato, con Toni si vola!"


Simone Perrotta, è arrivato un altro campione del mondo, Luca Toni, che lei conosce bene.“Abbiamo sempre avuto un ottimo rapporto, ci siamo continuati a sentire, anche quando è andato in Germania. Luca è un bravissimo ragazzo, calcisticamente non si discute. E’ sempre rimasto umile, anche dopo essere arrivato a certi livelli. Per noi sarà un valore aggiunto. Si sta inserendo rapidamente, anche se bisogna ammettere che nel nostro spogliatoio è facile inserirsi per chiunque”.Spesso si fa riferimento allo spogliatoio, al clima che c’è nel gruppo. Può essere questo il vero valore aggiunto della Roma? “Di sicuro in questi anni è stato così, soprattutto nei momenti difficili. Abbiamo dimostrato sempre di avere voglia di restare uniti, nonostante le critiche. Questa compattezza ci ha dato la forza di reagire. All’inizio della stagione ci davano tutti per finiti, ora invece siamo quarti, in corsa per entrare nei posti che contano. Chiunque arrivi a Trigoria si rende conto di avere a che fare con un buon gruppo. Non ci sono prime donne, sono tutti ragazzi semplici”.Anche Totti, che è il capitano, il giocatore più importante, si inserisce in questo contesto senza stonare? “Francesco è il primo. Non ha mai fatto la prima donna, non gli si addice quel ruolo, è sempre il primo a scherzare”.Lei è il giocatore simbolo di quello che è successo alla Roma in generale. Era dato per finito, poi da tre mesi è diventato insostituibile anche per Ranieri. Si è preso una bella rivincita… “No, non devo prendermi rivincite nei confronti di nessuno. Ho voglia di fare questo lavoro, se possiamo chiamarlo lavoro, con grande entusiasmo. Il calcio sul campo resta un gioco e a me diverte ancora da matti. Mi piace, metto sempre il massimo impegno in ogni allenamento. E’ questo, credo, che colpisce ogni allenatore. Mi fa piacere essere tornato ai miei livelli, questa è la mia sesta stagione alla Roma, ho sempre giocato e di allenatori ne abbiamo cambiati parecchi…”.Ha cominciato la carriera da centrale di centrocampo, in quel ruolo ha conquistato la Nazionale. Poi con Spalletti la trasformazione in trequartista, con Ranieri addirittura esterno, pur tornando a volte a giocare dietro la prima punta. Questa duttilità è stata un vantaggio o uno svantaggio? “I ruoli del centrocampo li ho fatti tutti. Con Ranieri faccio l’esterno a destra e a sinistra. Non mi dà alcun fastidio cambiare. In certe posizioni riesco a mettere più in risalto le mie qualità. Ma l’importante è essere utili all’economia della squadra”.Come è cambiato il modo di giocare da Spalletti a Ranieri? “Più o meno i compiti sono gli stessi. Rispetto allo scorso anno sono cambiato io. Fisicamente non ero quello di quest’anno. Ho avuto la fortuna di capire i problemi che mi frenavano e li ho risolti. Io sono questo, con qualsiasi allenatore. Aiuto il centrocampo e mi inserisco in avanti. Il lavoro che mi chiede Ranieri è lo stesso di Spalletti. In fase di possesso palla vado, mentre in fase difensiva devo coprire l’esterno offensivo che avanza. Le mie caratteristiche non sono quelle di mettere il cross in mezzo, non ho le qualità dell’esterno puro”.Come ha risolto i suoi problemi fisici dopo una stagione molto tormentata? “Portavo per sedici ore al giorno un apparecchio estetico per i denti che mi faceva respirare male. Mi aveva chiuso la cassa toracica. Appena allungavo la corsa mi strappavo. Mi è accaduto due volte consecutive, prima non avevo mai avuto stiramenti nella mia carriera. Dopo l’infortunio della scorsa estate sono stato a curarmi a Sani Lucido, in Calabria, da Gigi Novello. Lui ha risolto tutti i miei problemi, sempre in piena sintonia con i medici della Roma. Grazie a loro ho avuto la possibilità di andare a curarmi in questo centro specializzato. Ho fatto tutto in sintonia con la società. Ho svolto un grande lavoro e ho ritrovato la voglia di correre che avevo perso nella scorsa stagione. Stavo dando ragione a chi diceva che ero arrivato al capolinea. Invece ora ho ritrovato quella voglia di correre e di sentirmi libero di fare tutto il campo che avevo prima”.Con Ranieri, la Roma, non solo Perrotta, è ripartita. “La squadra nell’ultimo periodo sta facendo bene. Abbiamo recuperato tanti punti, abbiamo raggiunto il quarto posto. Ora è facile dire che ce lo meritiamo, ma anche nei momenti difficili noi abbiamo sempre avuto la consapevolezza di poterci risollevare. Sappiamo che sarà difficile mantenere questa posizione, non dovremo abbassare la guardia. Ma dentro di noi eravamo convinti di potercela fare anche quando le cose andavano storte. Anche in certe sconfitte si vedeva che la squadra non giocava male. Anche nelle prime due partite, quando c’era ancora Spalletti. I giornalisti giudicano spesso in base ai risultati, ma noi dobbiamo giudicare la prestazione. Per esempio nel derby abbiamo giocato male, abbiamo portato a casa i tre punti, ma tra di noi abbiamo parlato delle difficoltà incontrate”.Il quarto posto è l’obiettivo massimo o si può guardare più in alto? “Siamo a due punti dal terzo, ora bisogna mantenere questa posizione e cercare di andare più su. Mai accontentarci, visto che siamo li”.Ranieri in certi comportamenti ricorda Capello, esigente, inflessibile, anche severo. Con Spalletti il rapporto era diverso. “Dopo quattro anni che lavori con una persona subentra una certa confidenza. Ma non credo che il problema fosse quello. Le differenze stanno nel modo di interpretare il calcio. Spalletti va alla ricerca del risultato attraverso lo spettacolo. Ranieri è più pratico, maniacale nel preparare la partita, nella cura dei particolari. Studia gli avversari e a ognuno di noi dà indicazioni anche sui singoli avversari. Sono molto diversi nell’approccio alla partita. Ma non dimentichiamo che Spalletti a Roma ha ottenuto grandi risultati”.Qualcuno era convinto che lei lo avrebbe seguito allo Zenit… “No, non mi ha mai cercato”.Proprio in quel periodo è arrivato il prolungamento del contratto con la Roma. “No, io avevo firmato già prima, a ottobre. Ciò che mi ha reso felice, al di là dell’anno in più di contratto, sono state le parole che mi sono sentito dire. Ho avuto quella fiducia che non avvertivo un anno fa”.In questo cambiamento ha inciso il giudizio del nuovo allenatore? “Credo di sì, perché mi è stato detto che Ranieri ah una grande considerazione nei miei confronti. Da subito mi sono sentito importante con lui”.Ci avete messo un po’ per capirlo… “Sì, forse è vero. E’ cambiata la mentalità. Con Spalletti eravamo una squadra che prendeva palla ed andavano tutti. Restavano solo i centrali difensivi e De Rossi. Ranieri cerca più compattezza di squadra. Credo che sia giusto avere questa compattezza”.Adesso che ha ritrovato la voglia di correre, la Nazionale le manca? “Non sono rimasto male per non essere stato più convocato. Lippi ha deciso di puntare su altri giocatori. Credo che il ct sia molto coerente nelle scelte che fa. Sceglie in base alle indicazioni del campionato. In testa ha dei punti fissi, intorno ai quali ci sono altri giocatori che possono cambiare. Io cercherò di metterlo in difficoltà, ma non farò mai polemiche. Lippi mi ha parlato prima della Confederations Cup, mi disse che voleva portare gente nuova. Ci sono tanti altri centrocampisti che stanno avendo un buon rendimento. Io posso sperare, come altri. Certo, mi piacerebbe difendere il titolo di campioni del mondo che abbiamo conquistato”.Domani ricomincia il campionato, la Roma riparte da Cagliari. “Dopo l’ultima sosta abbiamo vinto contro il Bari, speriamo che sia di buon auspicio. La squadra in questi giorni sta lavorando bene, con entusiasmo. A Cagliari i pericoli ci sono. Affronteremo un avversario che gioca molto bene, davanti al suo pubblico, su un campo stretto e corto”.Toni potrebbe giocare dall’inizio… “Questo non lo so. Ma siete sicuri che Totti non ce la fa? Comunque l’arrivo di Luca ci ha trasmesso una grande carica e spero che ce ne trasmetta ancora di più. Toni ha un grande entusiasmo, si vede in ogni momento. Sappiamo che è arrivato un grande rinforzo. Da tanti anni fa gol ovunque, non è assolutamente finito. Appena un anno fa segnava a ripetizione. Poi ha avuto problemi. E’ arrivato qui motivatissimo. Lo avevo sentito quando non era sicuro del trasferimento, trasmetteva già la voglia di giocare con noi con questa maglia”.In assenza di Totti, sarete lei e De Rossi ad aiutarlo, visto che lo conoscete meglio. “Toni non ha bisogno di essere aiutato. Deve avere la fortuna di fare gol subito per partire con il piede giusto”.Perrotta, siamo ai saluti. Il contratto rinnovato fino al 2011 è atto di fedeltà nei confronti della Roma? “Spero di chiudere la carriera qui, di continuare anche oltre il 2011. Se sto in queste condizioni non ho voglia di chiudere tra un anno e mezzo. Spero di rivedermi presto con la società”.Che cosa le manca nella sua carriera? “Uno scudetto con la Roma. Ci siamo andati vicini nel 2008 e non riusciamo a dimenticarlo. Ci riproveremo”.Ha in mente un futuro da allenatore? “No, non credo proprio. Tutti dicono così quando stanno per smettere, ma bisogna avere le qualità giuste”.