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17/5/2006 NUOVE INTERCETTAZIONI ...MITICHE !!! ( da Corriere.it )


C’era un continuo scambio di richieste e di favori tra Luciano Moggi e Giuseppe Pisanu. Tanto che il direttore generale della Juventus decise di chiedere aiuto proprio all’amico ministro in occasione delle elezioni federali, per favorire Franco Carraro. A lui il titolare del Viminale si rivolse invece per «sostenere nell’impatto con l’opinione pubblica le dichiarazioni da lui rese sul tema della violenza negli stadi». L’accordo preso al telefono era di rivolgersi ad Aldo Biscardi. E Pisanu fu esplicito: «Spronali a fare un po’ di casino». Del resto proprio con Moggi concordò «un giorno di chiusura negli stadi di Livorno e Roma» dopo gli incidenti tra laziali e livornesi. Un lungo capitolo dell’informativa consegnata dai carabinieri del reparto operativo di Roma ai magistrati napoletani delinea il quadro dei contatti e le entrature nei palazzi del potere su cui Luciano Moggi poteva contare. Le coperture «La sequela di conversazioni telefoniche - si legge nel rapporto - dimostra come Moggi si avvalga della personale e datata conoscenza dell’onorevole Pisanu per perseguire finalità assolutamente strumentali al sostentamento del sodalizio criminale dallo stesso capeggiato: in primis l’asservimento indisturbato ed a fini personalistici della componente Digos della Questura di Torino e di analogo comparto di quella di Roma. Inoltre la completa ed immediata risoluzione di ogni questione attinente in generale alla sicurezza della struttura juventina e dei suoi conoscenti; ancora la possibilità di intessere in modo efficace ed ai massimi livelli ogni tipo di rapporto necessario ad agevolare collusioni e connivenze comunque riconducibili al mondo calcistico (si ricorda, ad esempio, l’incontro tra i Franza - legati calcisticamente al Moggi - e il prefetto di Reggio Calabria per la vicenda dei traghetti dello Stretto di Messina; ma non va ignorato l’aiuto richiesto al ministro in occasione delle elezioni federali da parte di Moggi e Carraro nella quale i due citati convengono di consegnare una lista di squadre di serie C affinché venga svolta un’azione incisiva sui rispettivi presidenti per sostenere la rielezione del Carraro alla presidenza della Figc). È indubbio che Moggi risponda con assoluta e pronta disponibilità alla soluzione di problematiche rispetto alle quali può offrire tutta la sua personale capacità operativa e quella della sua organizzazione anche in termini di aiuto mediatico, elettorale, calcistico». Il Viminale È lunedì 11 aprile 2005. Il giorno precedente ci sono stati incidenti tra i tifosi della Lazio e del Livorno. Pisanu chiama Moggi. Così nel brogliaccio è ricostruita la telefonata: «Luciano parla con il ministro Beppe Pisanu, quest’ultimo dice di aver fatto un’intervista dove aveva espresso la propria indignazione per l’aggressione da parte di alcuni tifosi facinorosi nei confronti delle forze di polizia. I due interlocutori parlano della violenza negli stadi, della giustizia sportiva che deve fare la sua parte, e di eventuali partite a porte chiuse... Pisanu racconta l’episodio dei tifosi del Livorno. Luciano dà ragione al ministro e lo invita ad essere duro ed a chiudere gli stadi... Parlano dell’episodio del grande striscione di Roma. I due concordano che debbono dare un giorno di chiusura negli stadi di Livorno e Roma (squadra della Lazio)... Pisanu chiede a Luciano di fare delle dichiarazioni sia sue che di altre personalità del campo calcistico in merito a quello che era stato da lui detto, dandogli ragione. In tal senso Luciano dice che l’avrebbe fatto fare a Biscardi durante il Processo di stasera, poi chiede se avesse voluto ricevere una telefonata da Biscardi, ma il ministro dice che non voleva partecipare a discussioni di alcun genere. Pisanu dice che Biscardi lo aveva già chiamato ma lui aveva declinato l’invito. Luciano dice che ci pensa lui a farli parlare. Pisanu invita Luciano a spronare quelli della trasmissione del Processo a fare «un po’ di casino». Moggi si mette subito in moto. Contatta Aldo Biscardi e poi telefona ai suoi ospiti: Franco Melli e Lamberto Sposini «al quale dice di fare casino, in merito alle dichiarazioni fatte dal ministro e di dargli ragione». Il trucco del Televoto Il rapporto tra Moggi e Biscardi, ma soprattutto il potere di condizionamento che il direttore della Juventus aveva sul Processo , emerge dalle conversazioni intercettate. Ad essere «truccato» non sarebbe stato soltanto il Moviolone, ma anche il Televoto dei telespettatori. «Una discussione tra Baldas e Corti (giornalista della redazione addetto ai sondaggi telefonici) del 13 dicembre 2004 - si legge nell’informativa - fa emergere che i sondaggi telefonici sono manipolati secondo delle esigenze e non secondo l’effettivo parere espresso dal pubblico attraverso le telefonate. Infatti i due commentano l’assoluzione dell’arbitro Pieri (dopo la partita Bologna-Juve, ndr) e Moggi nel commentare il risultato di pareggio raggiunto dal televoto con una breve ma eloquente frase pone l’accento sulla circostanza che lo stesso viene manipolato " ma che 47 a 47 " , e nonostante Baldas gli dica che il voto era regolare, Moggi per ben due volte quasi lo deride, sconfessandolo "ma vattene!! ma vattene!!... ma non dir cazzate!..." ». Quel giorno «l’opera di Moggi per garantire l’impunità dell’arbitro Pieri non si limita solo alle disposizioni impartite prima dell’inizio della trasmissione per organizzare il palinsesto, ma anche ad interventi con lo staff redazionale nel corso della stessa quando ritiene che lo svilupparsi del dibattito intorno agli argomenti stia prendendo una piega poco piacevole». Tanto che Piero Franza, il patron del Messina, lo chiama poi per congratularsi. «...Se ti assume Berlu... cazzo hai fatto assolvere Pieri (ride)... se ti assume Berlusconi per i suoi processi pure Previti, cazzo li fai passare tutti!" ». Assolti alla moviola Il verdetto di assoluzione per gli arbitri giudicati al Processo di Biscardi, appare per Moggi una vera e propria ossessione. E così il 24 gennaio discute con Baldas che cosa mandare in onda. «Baldas illustra al suo interlocutore che farà vedere Lazio-Sampdoria, ma su tale incontro Moggi risponde tassativamente "no quella no perché i due rigori c’erano tutti e due, Cruciani è il miglior arbitro di quelli nuovi" e Baldas accetta immediatamente di buon grado quanto appena impostogli accompagnando il tutto con una risatina di soddisfazione, tanto che Moggi gli suggerisce anche come fare a non far vedere gli episodi: "quello allora diciamo non c’è tempo" ». Poi passano ad un altra partita . Baldas: «Ok!..va bene!..senti eh... niente altro... eh niente poi ieri sera... se riusciamo a far vedere Roma-Fiorentina ma insomma sarà tardi per cui... c’è solo i due gol annullati uno per parte mah... ma si erano buoni... cioè... i guardalinee». Moggi: «Gli assistenti ne combinano...» Baldas: «E uno c’era... c’era Copelli e Strocchia...» Moggi: «Copelli ne fa di tutti i colori, oh! E l’hanno preso pure per i campionati del mondo. Ma mò lo faccio cancella io!» Il giudice e la Lazio Anche il presidente della Lazio Claudio Lotito mostra di avere buoni contati istituzionali. Ma nel rapporto dei carabinieri si sottolinea anche la sua «posizione di subordinazione al gruppo moggiano». In particolare «il presidente Lotito è risultato essere uno dei maggiori artefici attraverso cui la compagine associativa, retta da Luciano Moggi, è riuscita ad incidere sul regolare e democratico processo elettivo delle massime cariche istituzionali con le riconferme di Franco Carraro quale presidente federale e Adriano Galliani quale presidente della Lega nazionale professionisti». In cambio «la Lazio, trovatasi quasi al termine del campionato nei bassifondi della classifica in una posizione alquanto critica, grazie alle posizioni assunte dal proprio presidente nelle tornate elettorali, ha potuto godere della sua appartenenza al sistema dominante, contrariamente alla Fiorentina - risultata in antitesi con il gruppo moggiano - che si è trovata a pagare il prezzo del suo comportamento». Tra le persone «molto vicine a Lotito», viene indicato Cosimo Maria Ferri, giudice del tribunale di Massa Carrara, componente della commissione vertenze economiche della Figc. Il 15 febbraio 2005 chiama il vicepresidente della Figc Innocenzo Mazzini e gli chiede «notizie sullo svolgimento delle elezioni federali tenutesi il giorno precedente». Ferri: «Lotito ti ha votato?» Mazzini: «Sì, sì ma Lotito è un amico vero, eh!... io gli voglio bene e tu lo sai farò di tutto per salvarlo» Ferri: «Eh...» Mazzini: «L’unica cosa Cosimo, digli che lui alla... alla televisione, ai giornali, insomma un po’ a tutti, con lui e il suo allenatore non devono mai parlare male degli arbitri se no siamo rovinati». Ferri: «Glielo dico io». Secondo le indagini «la posizione assunta da Lotito a favore del sistema dominante si traduce negli aiuti di cui la Lazio può godere in termini arbitrali così come emerge nella conversazione intercettata il 18 febbraio 2005 tra Mazzini e Lotito che lo rassicura sul sorteggio in vista della partita con il Chievo. Lotito: «Io mi comporto bene, lo sai e anzi oggi ho visto, mi ha chiamato Cosimo (Ferri, ndr ) e mi ha messo in allarme su alcune cose». Mazzini: « Digli a quel cretino di allenatore che smetta di parlare di arbitri». Lotito: «Ho già provveduto!».