ASR FILA80

BEPPE SEVERGNINI COMMENTA L'INQUALIFICABILE MATARRESE ( da Corriere.it )


Sembra impossibile che un uomo navigato come Tonino Matarrese, appena prima dei funerali di Fillipo Raciti, dica le cose che ha detto. Ma forse è meglio così: il calcio di ieri dimostra così di non poter essere il calcio di domani. Quindi, si accomodi. Sono molti i personaggi usciti di scena, negli ultimi mesi. Calciopoli - che stava per finire a tarallucci e vino - ha trovato la forza di accompagnare all'uscita, tra gli altri, Franco Carraro. S'è ritirato Luciano Moggi (che solo l'incoscienza di qualcuno in RAI ha avuto la genialità di riproporre al pubblico, sabato). Lo stesso ex-presidente di Lega Adriano Galliani oggi pensa solo al Milan e a (non) riferire i commenti di Capello su Ronaldo. Matarrese aveva approfittato dello sconquasso per risalire al vertice della Lega Calcio: molti avevano arricciato il naso, e ora sappiamo che quei nasi avevano motivo d'arricciarsi. Affermare che «il calcio non può chiudere, i morti sono parte del sistema. La Fiat per rilanciarsi non s'è certo fermata. Noi siamo addolorati, ma lo spettacolo deve continuare» non è soltanto grave. È la prova dell'incapacità di capire. L'ho scritto domenica sul «Corriere», lo ripeto. I reggitori del calcio italiano - salvo eccezioni - pensano di sapere tutto, ma sono come i pesci: vedono il mondo da dentro l'acquario. Fuori, però, il mondo è cambiato. Petrucci (CONI), Pancalli (FIGC), Prodi, Amato e Melandri (governo) hanno capito ciò che ormai è chiaro anche a un bambino o a un giornalista: occorrono novità drastiche perché, così, il calcio non può andare avanti. Una minoranza di esagitati adora giocare alla guerra, e usa i riflettori puntati sul pallone per divertirsi di più. Questo non è accettabile: il loro divertimento non è compatibile col nostro. E noi siamo molti di più. Game over, per gli ultras. E anche per Tonino Matarrese, se avesse un po' di sensibilità