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IL PENSIERO DEGLI ULTRAS DEL BRESCIA ( da Datasport.it )


La trasmissione di Italia 1 ‘Le Iene’ analizza a modo suo e con occhio disincantato il fenomeno ultras. Lo fa con un servizio dedicato agli ultras del Brescia, realizzato prima dei tragici fatti di Catania, e poi arricchito con un ulteriore servizio effettuato lunedi` sera, dopo la morte dell’ispettore di polizia Filippo Raciti. Un rappresentante di una frangia ‘estrema’ del tifo delle ‘rondinelle’ sottolinea: ”Amicizia e lealta` sono valori che si perdono nella societa` di oggi ma che in curva ci sono ancora. Si parla ancora di leggi speciali e di repressione ma sono quindici anni che c’e` repressione. Queste leggi alzano solo la tensione: sono aumentati infatti gli scontri fra ultras e polizia, ancora piu` che fra ultras di opposte fazioni, chiediamoci perche`. Perche` la repressione genera rabbia. La politica da noi non c’e`: l’abbiamo sempre tenuta al di fuori dello stadio”.Un altro rappresentante del gruppo aggiunge: ”Ci vorrebbe una presa di responsabilita` da parte di tutti. Noi siamo sempre gli unici a pagare, mentre in tutte le altre vicende come il doping, i passaporti falsi e calciopoli nessuno lo ha fatto. Tolleranza zero allora si`, ma con tutti. Le forze dell’ordine vogliono solo reprimere. Le rivalita` storiche sono difficili da eliminare. Si puo` eliminare invece la tensione tra forze dell’ordine e i tifosi. Ci vorrebbero dei funzionari di polizia intelligenti e che si prendano la responsabilita` delle proprie azioni”. Ce n’e` anche per la pay-tv: ”Deve essere una scelta e non una imposizione. O si vogliono riempire gli stadi o si vogliono solo gli abbonati televisivi. Quando ci saranno gli stadi vuoti non ci sara` piu` nemmeno il calcio”.Infine sui fatti di Catania: ”Quello che e` successo a Catania poteva succedere dovunque. Noi ci prendiamo le nostre responsabilita`, ma tutti devono farlo. Quindici anni fa c’erano situazioni difficili, ma non nei confronti della polizia. Come vuoi che reagisca una curva se ti sparano addosso i lacrimogeni?”.