Personale

Apparenze -III-


"Ferma!" . "Non muoverti!". "Stai ferma e butta la pistola!" . " Non fare cazzate!". "Posa lentamente la pistola a terra". "Lentamente cazzo!". "Adesso alza piano le mani" . "Piano! Perchè hai fretta? Porca di quella puttana di tua sorella!". "Stai ferma cazzo! Polizia!"La prendono, l'ammanettano. Si guadano: "E' ferita". "Con chi eri?". "Rispondi merda!". "Con chi cazzo eri? A chi la stavi dando la roba? Chi volevi ammazzare?". "Portiamola via che dentro parlerà".La città scorre lenta, tra le comunicazioni via radio delle volanti e le risate distratte degli agenti che corrono, a sirene accese, per le vie notturne. Quell'altro nel frattempo è scappato. Di colui che l'aveva aggredita nessuna traccia. Non nella mente di lei: quel volto è lì, che la fissa e, sarcastico, sorride. Attende in un ufficio, dove qualcuno gira con aria stanca."Cos'è una squillo? Una spacciatrice?" . La guarda l'agente curioso. La guarda sorpreso. E rimane quasi incantato. Poi passa una donna."Salve, venga con me. E togliamole queste manette!"."Ma era armata!", ancora quella voce insopportabile che l'aveva bloccata tra le siepi appena un attimo prima."Adesso non lo è, e può camminare senza manette. Ok?"Scorrono lungo le stanze della questura. Luci accese, carte, carpette. Poi ancora quella voce della poliziotta:"L'ascolto"Lei però non parla. E' fissa, è altrove."Scusami, ma è  meglio che rompi il silenzio. Lo sai cosa rischi vero?""Mi dici come ti chiami?" . La poliziotta le dà quel "tu" che, detto con quel tono, scende dritto nel confidenziale.Lei seduta, alza lo sguardo, quasi distogliendolo da quel punto fermo, fisso in chissà quale pendolare movimento, e la guarda negli occhi:"Mi chiamo Giulia Modesto. E sono un tenente dei R.O.S.""Carabinieri?""Esatto"."Oh cazzo! Bellomo! Bellomo! Venga subito qui per favore!". L'agente che l'ha arrestata chiude il telefono e veloce stà per arrivare.