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Quella porta non si aprirà. [Non si aprirà in questi spazi]. Lui, l'immenso Marlon, resta lì a due passi. Poi, in fondo, a due passi da cosa? Inutile andare avanti. Manca il tempo. E' passato. No. Non è vero che si recupera. Niente si recupera. Quando si perde, si perde e basta. Qui la scena, grande per quanto tu possa essere, non la puoi rigirare.

Quando si perde, si perde.

.

Closed

 

 

 

 


 
 
 

In attesa

Post n°30 pubblicato il 01 Settembre 2010 da mdb1622
 

Una porta, una sola semplice porta. Quella stessa che ti consente di entrare o uscire, di iniziare o finire, prendere o lasciare. Non ha maniglie, non ha fessure. Vorrebbe poterla buttare giù.

E il telefono che squilla all'impazzata, arrivano mille sms. Qualcuno lo cerca come non mai. Domani l'aspetta un contratto da mille e una notte. Ma la "porta" è lì. Chiusa.

Una porta, una sola porta.

Una sola, semplice, porta.

 

 
 
 

Traiettorie

"Percorri il tuo profilo. I tuoi occhi scorrano sulle mie forme. L'essenza è estasi. L'estasi è un sogno. Sogno. Cos'è il sogno?

Prima di andare via, di tornare al tuo mondo fatto di riflettori, set e vita mondana, mi darai una risposta. Non quando mi guarderai negli occhi, ma soltanto alla fine. Conterà più di qualsiasi parola che tu possa dire, se mai la dirai.

Sei arrivato qui, a due passi da me. Per te significherò qualcosa.  Non ti illudere, perchè per me sarai un soffio. Vento.

Quando ti sarà aperta questa porta, entra e non pensare. L'hai fatto per tanto tempo e adesso non ti è più concesso. Quando entri, entra. E basta.

Adesso strappa questo foglio e aspetta.

Aspetta questa tua attesa che non vale niente" .

 

Cadono pezzi di carta per terra.

 
 
 

In Discesa

Scendo. Non prima di essere stato fissato dritto. Dritto, dritto in fondo agli occhi. Scrutato da uno sguardo di uno sconosciuto che sembra sapere tutto di me. 

Scendo.

Adesso scendo.

Quei gradini lenti che mi scorrono davanti.

Una goccia, poi un'altra e un'altra ancora.

Mi fermo!

Non posso continuare. Piove sul mio viso. A dirotto. Un vuoto mi assale. Mi manca il respiro. Piove ancora  e sempre più violentemente. A dirotto.

Il tipo mi segue. Sembra capire, sembra conoscermi da sempre. Non parla. Non una parola.

Tutto mi scorre dinanzi. Mi tremano le gambe. Io, il grande Marlon, sto tremando come un cane infreddolito da una caduta in acque fredde d'inverno.

Come un cane. Si, come un cane, adesso cerco lei. Forse è troppo tardi. Forse è tempo perso.

Chi l'ha detto che scendendo si va verso l'inferno? Chi l'avrà mai detto?

Ormai non credo più a nulla.

Come un cane, si come un cane, lecco le ferite.

 
 
 

3.14

Gira l'angolo a destra, poi vai dritto in fondo, procedi tranquillamente. Una persona ti aspetta lì. Non chiedergli nulla. Dai tuoi occhi capirà. Seguila, ti porterà altrove. Non chiederti nulla. Ormai devi solo andare in fondo. Sei un attore famoso, anche qui ti conoscono tutti. Per alcuni sei addirittura un mito. Per me. Per me. Si, per me, diavolo, per me sei, tu sei, si tu che stai leggendo adesso, per me tu che leggi e vedi scorrere queste parole su questo foglio stropicciato dalla vita, per me tu sei semplicemente nessuno.

Nessuno! Tu sei nessuno! Non esisti. Non conti, non hai spazio nè mai l'avrai nel mio cuore. Non hai spazio tra i miei spazi.

Non sò perchè sei venuto fin qui.

Io non ti aspettavo.

Se vuoi sei ancora in tempo e puoi andare via. Per me sarebbe meglio.

 

Lui però gira l'angolo, a destra.

 
 
 

In stile libero

Post n°26 pubblicato il 28 Giugno 2010 da mdb1622
 

"Capisci? Ma lo capisci?"

"Si, certo, calmati!"

"No, perchè, lo capisci?"

"Stai calma!"

"E' partito così, senza dire niente!"

Già, è partito così, senza dire niente. E adesso ascolta musica a 30mila piedi dal suolo, ed è contento. E' contento come un bambino. Adesso finalmente ha fatto la scelta che lo teneva sospeso. E adesso, proprio adesso, sospeso, va a scoprire la sua America. Quante volte ha sognato questo momento. Quante volte si è tirato indietro per indossare la maschera del quieto vivere.

Ma adesso. Vaffanculo alle maschere. Vaffanculo ai paraculi. Vaffanculo ai lecchini. Vaffanculo agli adulatori. Vaffanculo al misto mondo sommerso dei complotti subdoli e privi di un lume di altezza d'intelletto. Vaffanculo ai millantatori. Troppi, tanti, stronzi, stronze. Vaffanculo alle polveri. Vaffancuolo ai derivati e a quelle cazzo di pasticche.

"Vaffanculo al mondo intero!" . E quel tizio, probabilmente americano, che lo vede parlare fra sé e sé e  che quasi lo compatisce, non ha capito, suo malgrado, che due secondi fa anche lui è stato mandato a quel paese. E ride l'americano credendo, come tanti, di aver capito.

Adesso è notte. E lui, l'attore, è finalmente tra le vie della città più estrosa del mondo.

 
 
 

Quel test(o) che non fà testo

"Dai: continua. Così..." , il suo respiro è sempre più intenso , ai gemiti di piacere si sovrappone impetuosa la sua stessa essenza: "Si. Dai! Ancora! Non ti fermare adesso! Ti prego! Mi stai facendo impazzire..." , tutto in piena luce a voce sussurata...

 

"Ti ricordi? Dopo quella scena uscimmo la stessa sera"

"Certo che lo ricordo, caro Marlon"

"Poi io volevo la realtà"

"E io ti sono sfuggita... amavo essera cacciata da te, però tu hai mollato troppo presto"

"Adesso sai che non ho pazienza"

"Però ti è servito e adesso, come vedi, sono io che ti cerco"

Si guardano, poi si fissano e. Ridono. Sorridono. A pieno volto.

"Senti: io vado"

"Mi lasci così?"

La porta sbatte forte, lascia una corrente d'aria di, un quasi beffardo, ritorno. Lei rimane sola e lo guarda andare via. E' contenta di averlo rivisto.

Nel frattempo un aereo decolla verso gli Stati Uniti.

 
 
 

S o s p e s i (dove gli spazi fra le lettere non sono casuali)

Le riprese sono finite. Ha guadagnato un sacco di soldi, e non gliene frega niente. Pensa continuamente a quella cosa. Scende una scalinata. Gira l'angolo. Perchè a volte rivedi certe persone in quei luoghi, quasi fossero lì, ferme nel tempo, in attesa che un tuo ricordo, una tua emozione, li faccia rientrare in scena?

Sono finite le riprese. E la recita continua.

Quando studiava per diventare un attore, un grande nome gli disse: "Sai: un vero grande attore recita la sua vita sempre" .

"Sempre?"

"Sempre!"

Adesso stava recitando la sua vita al party stracolmo di gente che si guarda attorno alla ricerca di invidie, genuflessioni e nuovi contrattti da firmare. Una donna gli si avvicina. E' , da poco, la moglie di un facoltoso produttore che adesso è negli Usa: "Ciao tesoro, lo sai che rivederti è una grande emozione"

"Si lo so!"

"Il solito egocentrico narcisista eh?"

"E tu invece cosa sei?"

"Una tua ammiratrice... Lo sai che mio marito vuole te nel prossimo film?"

"Se mi vuole sa chi deve contattare"

"Ma dai, stabiliamo noi due i contatti pre...contrattuali"

"Vedo che il matrinonio non ti ha cambiata"

"E come potrebbe.. le persone non cambiano mai... Siete voi attori che cambiate sempre... vero?" . Qualche occhio indiscreto già li guarda con sospetto. Qualche altro starà forse spiandoli. A lui non interessa più nulla. Lei, invece, è nel pieno di quella incoscienza ormonale, quella  stessa che ti fa godere o rovinare, a seconda della prospettiva con cui la si vuole osservare, che la fa sentire  preda primordiale di lui.

"Mi accompagneresti vero? Sono mezza ubriaca!"

"Andiamo" .

Ancora fruscii e sono subito fuori. Poi le chiavi, l'auto, la corsa verso casa di lei.

E una macchina dietro che non accenna a superarli.

 

 
 
 

In forse (e nel non dire disse)

Post n°23 pubblicato il 16 Giugno 2010 da mdb1622
 

Scorre. Su di me. Scorre lenta come goccia di sudore. Scorre come un respiro. Un sospiro. Leggera come aria. Scorre ancora, sempre e più ancora, su di me. Sembra acqua invece è fuoco. Sembra cielo, invece è terra. E' fango su di me, su di lei. Siamo fermi. Ci guardiamo. Perchè altre parole? Perchè sprecare il fiato? Il suo sguardo parla chiaro.

"Se mi fà quella domanda scappo"

"Vigliacco, non si scappa, scappano i balordi, i senza palle"

"Ma io non scappo per fuggire"

"Che importa scappi lo stesso... dunque"

"Stop! Facciamo una pausa!", la voce stonata, fuori campo, del regista che s'infila come vento nelle incertezze delle battute.

"Leo: non sei tu! Ma che hai?

"Niente"

"Sempre co sto cazzo di niente: a me non mi prendi in giro!"

Leo, per molti Marlon per via della somiglianza ad un altro attore d'altri tempi, esce ancora fuori dal suo mondo. Poi uno squillo. Un altro ancora. E quell'impagabile "occupato" di controrisposta.

Poi, tra quei pensieri, si r'infila quella voce:

"In scena!"

 

 

 
 
 

Nel mezzo (Dove s'intenda liberamente un mezzo o la metà)

Post n°22 pubblicato il 01 Giugno 2010 da mdb1622
 

E' sola e guarda avanti. Quella macchina la segue, ma non importa. E' sola e sente una mano. La stringe, la porta a sé. Il calore addosso di quella mano che l'accarezza, piano, lentamente. Si sente al sicuro.

"Dottoressa! Ci aspettano. Che facciamo qui, fermi? Lo sà che non potremmo!"

"Lei faccia il suo lavoro che io faccio il mio"

"Dottoressa: questo è il mio lavoro. Andiamo, stiamo uscendo dal protocollo"

"Ormai siamo fuori di tutto" , il suo sguardo è dentro quello del suo interlocutore. "Dottoressa, devo avvertirla che dovrò comunicare la sua decisione"

"La conoscono già"

"Ma che sta dicendo?"

Ancora sguardi infuocati.

 

"Stop! Oh cazzo, devi dirlo più convinto. Ti avvicini ancora e poi ti fermi. Spegni la sigaretta e dici: "Ma che sta dicendo?" . Però con  più convinzione, con più rabbia controllata, perchè lei è un tuo superiore, hai capito?

"Si certo che ho capito"

"Certo un bel paio di cazzi. E' tre ore che proviamo sta scena. Dai concentrati, altrimenti stacchiamo e facciamo tutto domani"

"Tiziana, dai in scena" :

Motore: Indagini - Ferres - Balistreri - Esterno - 225 - xxinesima- quinta: Azione!

"Dottoressa! Ci aspettano. Che facciamo qui, fermi? Lo sà che non potremmo!"

"Lei faccia il suo lavoro che io faccio il mio"

"Dottoressa: questo è il mio lavoro. Andiamo, stiamo uscendo dal protocollo"

"Ormai siamo fuori di tutto" , il suo sguardo è dentro quello del suo interlocutore. "Dottoressa, devo avvertirla che dovrò comunicare la sua decisione"

"La conoscono già"

"Ma che sta dicendo?"

 

"Vaffanculo Leo! Tutti a casa, si rigira domani" .

Si smonta il set e tutti un pò scontenti, un pò scocciati, un pò menefreghisti, un pò distratti abbandonano il set. Leo però si fuma la sua sigaretta e cerca il consenso di quella attrice che ha conosciuto proprio oggi e che non lo turba più di tanto.

 

 

 

 
 
 
 
 

INFO


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Data di creazione: 21/09/2007
 

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