Cet

Chiove.


Negli scontri, dolci e violenti, le nuvole lasciano cadere giù acqua piovana. In ogni mese dell’anno il suo è diseguale. Lo è mentre precipita, tra cielo e cielo, nel buio delle piccole ore, e quando tocca terra e gli oggetti che sono lì. Come fosse un sottofondo annacquato, una leggiadra e soffusa musica del Nord, interrotta da educati assoli di gocce libertarie.  Sarà il mese delle rose e quello della Madonna, penso. E penso che in questo mese qualcuno smetterà di vivere, per tradizione di famiglia.  Ha smesso di piovere e sento il mare infrangersi contro gli scogli, gli ultimi scogli del Levante ligure dove visse e  respirò il fumo acre dell’Antico Toscano e del mare, Mario Sodati.  E’ una donna che conosco da qualche anno. Cecilia è un’attrice. Cecilia è sposata da molti anni. Cecilia in scena detta i tempi, le pause e ti guarda, ti scruta. Cecilia sul palcoscenico è padrona: dei gesti, della voce, di sé. Cecilia è stata padrona e serva mentre ci amavamo senza mariti, conviventi, convinzioni, convenzioni…