ATAPALERMO LIBERO

ATA - INIZIATIVE CISLSCUOLA


Ieri sono stato all’assemblea indetta dalla Cislscuola di Palermo a sostegno del personale ATA.Il segretario ha succintamente ma in modo esauriente elencato le criticità che oggi investono il personale ATA , le proposte,  le richieste e le rivendicazioni  che la Cislscuola intende portare avanti  a favore di questo personale, anche in vista della contrattazione e del tavolo tecnico che domani 5 c.m. si terrà al ministero. In questa assemblea che debbo dire in tutta onestà molto sentita più che partecipata, sono emerse delle critiche al Sindacato. Sacrosante critiche che giustamente vanno prese in seria considerazione perché le critiche anche se negative, sono sempre costruttive e offrono degli spunti di riflessione. Riflessione a 360 gradi. Mi piace sottolineare alcune parti degli interventi a mio giudizio, più sentiti degli altri.Una Dsga iscritta ANQUAP, ha criticato il Sindacato che non tutela i collaboratori scolastici in maniera sufficiente; che non possono sostituirsi quando assenti perché il DS non lo permette; che nelle altre amministrazioni statali i rientri pomeridiani sono retribuiti con ore straordinarie; che nelle altre amministrazioni, gli stessi rientri danno loro diritto al “buono pasto”.Un collaboratore scolastico che ha aperto gli interventi,  ha detto semplicemente che la categoria degli ATA è destinata all’estinzione. Un altro ha sottolineato le discrepanze che esistono tra gestione del personale statale e gestione dei “PIP”.  Ha evidenziato che i PIP non possono essere adibiti agli stessi compiti del personale ATA ma sono di “sussidio”. Ha detto che il sindacato non ha fatto nulla per evitare che questo personale “entrasse “ nel “contenitore” scuola. Ha concluso dicendo che queste persone o si immettono in ruolo o si licenziano.Un’assistente amministrativa da 20 anni in ruolo nonostante ciò, presente all’assemblea (come se questa non gli appartenesse) ha chiesto al tavolo “il sindacato dov’era” quando i Co.Co.Co. sono transitati allo Stato? “Dove erano i sindacati” quando hanno passato il personale della C.R.I. nei ruoli del personale ATA e suoi colleghi da decenni continuano ad essere precari.  Ha poi rivendicato un “riconoscimento culturale” per il fatto che il titolo di accesso minimo al profilo con l’ultimo CCNL sia stato elevato al diploma di maturità.Una RSU, collaboratrice scolastica, ha lamentato la perdita di potere che ha subito come RSU, lamentando che, da una parte il potere dato ai DS e dall’altra, le “regalie” in ore compensative fatte ai collaboratori, questi, parafrasando qualcuno, si “vendono per un piatto di lenticche” svuotando di fatto il ruolo sindacale e politico rivestito dalla RSU alla quale resta di “contrattare” soltanto il quantum del FIS da destinare al personale ATA solitamente già stabilito.Un altro collaboratore ha evidenziato che adesso loro sono tenuti a prestare assistenza all’handicap cosa che prima era di competenza di specifico personale formato fornito dagli EE.LL.Un’assistente amministrativa ha detto che il lavoro che si svolge nelle segreterie è molto gravoso per via della “insostituibilità” dei colleghi assenti e reso ancora più difficile dalle varie, continue e stressanti statiche richieste a vario titolo dal ministero e dagli EE.LL che usano piattaforme diverse tra loro. Ha lamentato la mancata formazione erogata per accrescere la loro professionalità e la conseguente formazione acquisita “sul campo” da autodidatta.Mi soffermo su questi soli interventi.Premetto che alcuni degli intervenuti non sono iscritti Cisl (ma questo salta all’occhio di chi ha decennale conoscenza del personale ATA per singola persona). Cerco di portare chiarezza a certe “situazioni” createsi  nel tempo e che oggi contribuiscono fortemente a generare confusione. Mi auguro fortemente che la categoria degli ATA non sia in estinzione come qualcuno ha affermato questa sarebbe la vera fine della Scuola: gli ATA si estingueranno soltanto con la scuola stessa! Al collaboratore che ha sollevato la questione dei PIP quando dice che occorrerebbe licenziarli perché non svolgono le stesse mansioni del personale ATA vorrei ricordare che compito del sindacato è anche quello di promuovere l’occupazione e non di diminuirla. Ha chiesto dove erano i sindacati quando questi sono “entrati nelle scuole”. Di certo non ricorda (eppure era solito frequentare la Cislscuola a quei tempi), che l’allora presidente Musotto e Cuffaro, se ben ricordo, formularono una legge con la quale i DS potevano stipulare dei contratti triennali con questi lavoratori e che allo scadere dei tre anni questi sarebbero entrati a pieno titolo negli organici del personale ATA . Ecco, mi chiedo: dov’era lui quando siamo andati a protestare davanti alla prefettura: 17 sindacalisti e 47 poliziotti? Nonostante ciò come Cislscuola con l’allora segretario Raffaele Zarbo, siamo riusciti a non far “stabilizzare” nessun PIP a tuttoggi. La legge in seguito fù rimodulata. Discorso diverso quello delle “cooperative storiche” dei servizi esternalizzati ereditati dai comuni e provincia. Per sanare questa purulenta piaga e chiudere definitamente il continuo ricambio generazionale che avviene nelle dette cooperative, la soluzione era e rimane quella portata avanti da Vito Romano, Enzo Tamburello ed altri: fare accedere tramite la terza fascia queste persone che andrebbero ad occupare i famosi 512 loro accantonati e su cui nessun ATA sarà mai chiamato a supplenza o immesso in ruolo! E’ una ferita da cauterizzare!All’assistente amministrativa (non Cisl) di ruolo che rammenta i colleghi precari da decenni precari che vedono i propri posti occupati dai CoCoCo, chiederei dove era lei quando il governo emanò i dm 64 e 65 del 2000 e dov’era quando nel 2002 la sola Cislscuola di Palermo organizzo una grossa manifestazione con l’allora segretario Zarbo davanti alla prefettura? Quella volta ottenemmo in 24 ore che il personale statale che diveniva soprannumerario per la presenza di CoCoCo  non venisse trasferito. Capisco che lei volesse un sindacato presente laddove si legifera ma questa è compito specifico del governo: al sindacato come tutti, compete osservare le leggi, giudicarle, condividerle o contestarle non farle.A chi lamentava che oggi i collaboratori sxcolastici sono chiamati a prestare assistenza all’handicap, vorrei ricordare che la tab. A CCNL del 24/07/2003 esplicita le mansioni dei collaboratori scolastici “ Presta ausilio materiale agli alunni portatori di handicap nell’accesso dalle aree esterne alle strutture scolastiche, all’interno ed all’uscita da esse, nonché nell’uso dei servizi igienici e nella cura dell’igiene personale anche con riferimento all’art. 47”. Primo punto, cosa si intende per “igiene personale” ? Sicuramente aiutare a lavarsi le mani, la bocca, la faccia non certo provvedere ad altre pulizie che rientrano nell’”igiene intimo”. Nell’uso dei servizi igienici, sicuramente nell’aprirgli la porta, sicuramente aspettare dietro la porta per poi riaccompagnarlo in classe.Secondo punto, i collaboratori scolastici percettori dell’art. 7 ex art. 3 sono loro tenuti a svolgere questi compiti? Basta andare indietro nel tempo. Nel 2006 a seguito dei tentativi da parte del Ministero di stornare le somme destinate alla formazione del personale ATA verso altri lidi, si addivenne ad un accordo con il quale, mantenendo la destinazione originaria, tali somme furono utilizzate a “formare” collaboratori scolastici anche ad altri compiti originariamente previsti come funzioni specifiche. Questi corsi infatti, servirono a formare “prioritariamente” i collaboratori al “primo soccorso” ed “all’accoglienza” . Magari nel prosieguo, mai avvenuto, si sarebbero tenuti dei corsi per l’assistenza “igienico personale” dei portatori di handicap.Alla Dsga, iscritta ANQUAP che ha dimostrato di avere molto a cuore il personale ATA, collaboratori scolastici in special modo, vorrei ricordare che questo personale è posto alle “sue dirette dipendenze” come tutto il personale ATA, vorrei ricordare che è superfluo rivendicare maggiore potere (far parte a pieno del…..) quando non si riesce a rivendicare l’esercizio del  proprio ruolo: quello di gestione del personale per assicurare il buon funzionamento dell’istituzione scolastica stessa a vantaggio degli utenti e della collettività.Per ultimo voglio sottolineare l’intervento della RSU, quando dice che il suo ruolo politico-sindacale si limita alla ratifica di pochi spiccioli da destinare al personale ATA.  Aldilà delle critiche mosse al sindacato ( si badi bene, al sindacato non alla Cislscuola,  è importante sottolinearlo) questo è un grido di dolore che và assolutamente ascoltato e giustamente attenzionato.  E’ vero, in questi ultimi tempi chi vive dentro le scuole si rende subito conto che il potere delle RSU, oggi molto spesso succede, è relegato alla mera accettazione a “consuntivo “di quanto svolto nel corso dell’anno. Anche in questo corrente, e già siamo praticamente alla fine quasi, in molte scuole si convocano le RSU per la stipula dei contratti: ad anno finito, ad attività svolte. Quale potere rimane alle RSU? Il sindacato deve riconquistare il terreno perso dalle RSU riportando a queste l’originario potere contrattuale. Le RSU non possono continuare ad essere relegate a compiti “notarili” di ratifica di quanto svolto prima della sottoscrizione della contrattazione d’istituto che avviene ad anno quasi concluso.Un apprezzamento all’intervento di Pietro Galati che con la sua pacata umiltà, ha accettato le critiche mosse al sindacato che ha saputo ribattere con cognizione e dati di fatto incontestabili. Un apprezzamento e una raccomandazione agli amici e colleghi della Cislscuola, pubblicizzate le attività svolte, quelle in svolgimento e le programmate con ogni mezzo, e ce ne sono tanti da sfruttare.emmegisinda