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SICILIANI - ORGOGLIOSI DI ESSERLO.

Post n°1108 pubblicato il 16 Gennaio 2019 da emmegisinda

TRATTO DA: http://www.aetnanet.org/scuola-news-24883702.html

Il Sud non è figlio di una storia minore” – Un Andrea Camilleri davvero in forma e senza peli sulla lingua in una fantastica lettera aperta al giornalista de “La Repubblica” Francesco Merlo, meridionale che però vede il sud solo attraverso i vecchi, logori luoghi comuni…!

Una lettera aperta dello scrittore Andrea Camilleri replica al giornalista de “La Repubblica” Francesco Merlo, autore del video “Da Genova a Messina, le differenze di un’Italia flagellata“. Merlo è nato al Sud ma emigrato al Nord, e ora sostiene tra l’altro che “…È molto pericoloso aiutare il Sud….”. Francesco Merlo, così come altri editorialisti e ideologi de La Repubblica e del Corriere della Sera, stanno collaborando attivamente a quella che abbiamo definito la secessione reale del paese. E Andrea Camilleri non gliele manda a dire.

“Ciccio, ti scrivo a nome di tanti siciliani e ti chiamo Ciccio perché anche tu sei siciliano essendo nato a Catania. Lo so che ti da fastidio, perché - avendo lavorato per 19 anni al Corriere della Sera e scrivendo da 10 anni per La Repubblica - probabilmente non ti piace essere chiamato “Ciccio”. Magari, dopo tanti anni al Corriere, parli pure milanese e Ciccio in milanese non suona bene. Ma io continuerò lo stesso a chiamarti Ciccio ok?

Dunque, Ciccio, voglio dirti che qui noi siamo indignati. Lo so che, proprio in questi ultimi tempi, è un termine inflazionato ma non ne trovo uno migliore per manifestarti il nostro sdegno per quello che hai detto nel tuo servizio sull’alluvione nel messinese. Qui l’acqua avrebbe portato via il “mattone selvaggio e l’accozzaglia di laterizi”, mentre…dalle tue parti la natura malvagia avrebbe distrutto “i centri storici, lo spazio pubblico celebrato, la bellezza di città che sono storicamente costruite per piacere, per aiutare l’uomo a vivere e non a sopravvivere”. Ciccio, ma che dici? La storia della tua terra (quella d’origine, intendo: la Sicilia) te la ricordi?

Ciccio, anche i nostri paesi hanno un centro storico: centri di antica tradizione, come Saponara: ti ricordi di Saponara, vero? A Saponara l’acqua ha mandato giù un costone roccioso che ha sotterrato una casa, e - con la casa - ha sotterrato anche tre persone, e fra queste tre persone c’era un angioletto biondo di appena dieci anni. Ah…dimenticavo: quella casa non era abusiva: era una casa come la tua, forse meno ricca della tua, ma era comunque una casa, insomma una casa normale, non un’accozzaglia di laterizi. A proposito del nostro bimbo annegato nel fango…ecco, qui voglio ringraziarti per aver detto che “i bambini affogati sono uguali”. Almeno questo ce lo hai riconosciuto, Ciccio…i nostri non sono figli di un dio minore almeno quando affogano nel fango. Grazie, grazie davvero.

“La forza dell’acqua distrugge sviluppo e sottosviluppo”. Naturalmente, lo sviluppo sta al Nord e il sottosviluppo è il nostro. Ciccio, vuoi che partiamo da lontano?

E allora, mi permetto di ricordarti che nell’anno 1100, mentre dalle tue parti si brancolava nel buio del Medioevo, i Siciliani avevano il primo Parlamento della storia, il primo parlamento d’Europa.

Facciamo un bel salto e arriviamo al 1861.

In quegli anni - esattamente nel 1856 - in occasione dell’Esposizione Internazionale di Parigi, Il Regno delle Due Sicilie ricevette il Premio come terzo Paese più industrializzato del mondo, dopo Inghilterra e Francia. Il Meridione possedeva una flotta mercantile pari ai 4/5 del naviglio italiano, una flotta che era la quarta del mondo. Il Sud era il primo produttore in Italia di materia prima e semi-lavorati per l’industria. Avevamo circa 100 industrie metal meccaniche che lavoravano a pieno regime (era attiva la più grande industria metalmeccanica d’Italia).

Avevamo industrie tessili, manifatturiere, estrattive. Avevamo distillerie, cartiere. Avevamo la prima industria siderurgica d’Italia. Il primo mezzo navale a vapore del Mediterraneo (una goletta) fu costruito nelle Due Sicilie e fu anche il primo al mondo a navigare per mare. La prima nave italiana che arrivò nel 1854, dopo 26 giorni di navigazione, a New York, era meridionale, e si chiamava - guarda un po’! - “Sicilia”. La bilancia commerciale con gli Stati Uniti era fortemente in attivo e il volume degli scambi era quasi il quintuplo del Piemonte. Il cantiere di Castellammare di Stabia, con 1.800 operai, era il primo d’Italia per grandezza e importanza.

Ancora: il tasso di sconto praticato dalle banche era pari al 3%, il più basso della Penisola; una “fede di credito” rilasciata dal Banco di Napoli era valutata sui mercati internazionali fino a quattro volte il valore nominale. Il Regno Napoletano, fra tutti gli Stati italiani, vantava il sistema fiscale con il minor numero di tasse: ve ne erano soltanto cinque. Tu, Ciccio, potresti dirmi: “acqua passata”. Potresti chiedermi come ci siamo ridotti così, oggi…sottosviluppati.

Bene…ti spiego: fin dal primo anno di unificazione, il neonato Stato italiano introdusse ben 36 nuove imposte ed elevò quelle già esistenti. In appena quattro anni, la pressione fiscale aumentò dell’87%, ed il costo della vita ebbe un incremento del 40% rispetto al 1860, i salari persero il 15% del potere d’acquisto.

Dopo l’unificazione d’Italia, l’industria meridionale e persino l’agricoltura furono letteralmente abbandonate e penalizzate con una politica economica che favorì il Nord a danno del Sud, come risulta da un’inchiesta sulla ripartizione territoriale delle entrate e delle spese dello Stato voluta da Francesco Saverio Nitti (non l’abbiamo pagato noi…giuro). Per diversi decenni si verificò un continuo drenaggio di capitali dal meridione al Nord dovuto proprio ad una scelta di politica economica dello Stato, mentre sul piano delle imposte il Mezzogiorno e la Sicilia contribuivano in maniera di gran lunga superiore alle regioni del Nord.

Non andò meglio per i lavori pubblici, in quanto gran parte delle spese furono fatte nell’Italia Settentrionale e Centrale. In sostanza il bottino dei Savoia fu veramente enorme, se si considera che il danaro trafugato dalle casse del “Regno delle Due Sicilie” ammontava a 443 milioni di lire oro, vale a dire due volte superiore a quello di tutti (dico tutti) gli Stati preunitari della penisola messi insieme; lo Stato savoiardo ne possedeva solo 20 milioni. Questa è storia Ciccio, dunque non volercene se una politica assassina ci ha ridotto come siamo adesso. Non dirci che siamo “sottosviluppati”, non ce lo meritiamo. Perché -vedi- la cultura siciliana non è da meno rispetto a quella dell’ormai “tuo” Nord!

Anzi…a giudicare dal numero e dall’importanza dei cervelli che mandiamo a lavorare dalle tue parti, potrei osare di più, ma non mi va. L’acqua, qui, porta via centri storici e persone esattamente come a Genova e come nelle Cinque Terre. E a Barcellona i torrenti sono “tombinati” esattamente come a Genova.

Sai, Ciccio, i giornali arrivano anche qui, e noi li leggiamo. E, se proprio la vogliamo dire tutta, anche a Genova c’erano case costruite nei greti dei torrenti: le abbiamo viste tutti in televisione: anche lì, dunque, “mattone selvaggio” e “accozzaglia di laterizi”? Ascoltami, Ciccio: nella prossima estate, torna in Sicilia. Non ti chiedo di starci molto: quindici giorni a pensione completa. Fatti un giro, magari anche nella città che ti ha visto bimbo meridionale: Catania. Scoprirai cose nuove. Scoprirai che i siciliani non sono affatto rassegnati, sono incazzati neri. E’ diverso.

Scoprirai che “le persone per bene” che pensano che il Sud sia solo violento-imprevedibile-inaffidabile-sprecone-confusionario-corrotto-mafioso-camorristico (come dici tu in una sorta di crescendo rossiniano), in realtà non sono persone per bene: sono degli idioti. Oppure dei delinquenti. E mi dispiace se fra loro dovessero esserci amici tuoi: sempre idioti restano o delinquenti che hanno interesse ad affossarci ancora di più. Perché - vedi - se qui i mafiosi portano ancora la coppola, mentre al Nord portano la cravatta e magari hanno l’auto blu e la scorta, per noi non fa molta differenza. Ripeto, i giornali li leggiamo anche qua…E quella “pietà diversa” di cui parli, Ciccio: ma ti sei ascoltato? “La disgrazia di Genova fece esplodere gli animi e mettere mano al portafoglio”, mentre qui le disgrazie sarebbero solo “il prolungamento della normalità”. Qui è meglio “non dare perché elemosiniere ed elemosinato rischiano di fare la stessa fine”.

E, quindi, “aiutare il Sud potrebbe risultare pericoloso, fortemente pericoloso”. No, Ciccio, ti sbagli.

La nostra normalità non è questa che dici tu. La nostra “normalità” ci è stata tolta proprio da quelle “persone per bene” di cui parli quelle stesse che oggi vorrebbero farci “il ponte sullo Stretto” per finire di fregarci il poco che ci è rimasto. Noi non siamo affatto rassegnati, Ciccio, e vogliamo riprendercela la nostra normalità. La nostra normalità ha nome e cognome, anzi …nomi e cognomi, come Antonello da Messina, Vincenzo Bellini, Francesco Maurolico, Finocchiaro Aprile, Alessandro Scarlatti, Filippo Juvara, Luigi Pirandello, Giovanni Verga, Lucio Piccolo, Tommaso Cannizzaro, Bartolo Cattafi, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Renato Guttuso, Ettore Majorana, Vittorio Emanuele Orlando, Salvatore Quasimodo, Leonardo Sciascia, Vann’Antò’.

La nostra normalità ha luoghi che si chiamano Mozia, Segesta, Selinunte, Piazza Armerina, Naxos, Siracusa, Monreale, Taormina, Erice, Agrigento, Noto: tutti con i loro “centri storici” come Messina, e - perché no - come Barcellona e come Saponara. Noi conserviamo la cultura dei nostri padri

Noi conserviamo le tradizioni di questi luoghi. Non siamo rassegnati, siamo orgogliosi (oltre che incazzati).

E se i nostri Gattopardi sono stati sbranati dalle iene e dagli sciacalli, come aveva previsto il Principe di Lampedusa in tempi non sospetti beh…verrà il momento del riscatto. Noi ci crediamo, dobbiamo crederci E, per tornare alla tua “pietà diversa”, sappi che questo tipo di pietà non ci interessa. Noi vogliamo solo difendere i nostri diritti vogliamo solo il nostro, quello che ci spetta.

Siamo noi che abbiamo pietà, pietà per gli oppressi, per i vinti, pietà per chiunque soffra. E siamo ancora noi che abbiamo, legittimamente, dei pregiudizi. Da oggi nutriamo pregiudizi anche nei tuoi confronti e nei confronti del tuo giornale. E se non riesci a fartene una ragione, se non riesci a pensare di dovere chiedere scusa , allora davvero hai voluto rinnegare le tue origini, le tue radici, la tua storia

Ciao “Ciccio”.

 

Andrea Camilleri

 
 
 

ATA - MOD "G" 24 MESI.

Post n°1107 pubblicato il 08 Giugno 2018 da emmegisinda
 

MIUR.AOODGCASIS.REGISTRO UFFICIALE(U).0001205.07-06-2018

 

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Direzione generale per i contratti, gli acquisti e per i sistemi informativi e la statistica Ufficio III

Ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali

Ai Dirigenti degli Ambiti Territoriali Ai Dirigenti Scolastici

LORO SEDI

Oggetto: Graduatorie d’istituto di prima fascia del personale A.T.A. a. s. 2018-19 – proroga termini istanza allegato G.

Con riferimento alla nota MIUR.AOODGCASIS.REGISTRO UFFICIALE(U).0001059.16-05-2018 si comunica che si è reso necessario prorogare i termini di disponibilità dell’istanza allegato G per la scelta delle sedi. La nuova tempistica prevede il rilascio dell’istanza in data 18 giugno e la disponibilità della stessa fino all’ 8 luglio p.v.. 

 

Il Dirigente

        Paolo De Santis.

 
 
 

ATA - UGUAGLIANZA DEI DIRITTI.

Post n°1106 pubblicato il 30 Maggio 2018 da emmegisinda
 

TRATTO DA: CERIPNEWS NOTIZIE XVIII-30/05/2018-06:00.

Riconoscimento servizio pre-ruolo agli Ata

--

Interessante decisione del Tribunale di Milano (Sentenza n. 972 del 26-04-2018)

--
Anche ai collaboratori scolastici spetta l'integrale riconoscimento del servizio pre-ruolo prestato a favore dell'Amministrazione. Lo ha deciso il Tribunale di Milano con la sentenza n. 972 del 26 aprile 2018. Ne dà notizia la testata ItaliaOggi di ieri con un lungo articolo di Francesca De Nardi che illustra il caso di tre collaboratori scolastici che, dopo aver svolto servizio e attività alle dipendenze del Ministero con diversi contratti a tempo determinato, erano stati assunti a tempo indeterminato nel 2011. Gli interessati, scrive la De Nardi nel suo lungo articolo, avevano lamentato di aver subito, nella ricostruzione della propria carriera, una discriminazione rispetto agli insegnanti di ruolo e così hanno proposto ricorso chiedendo ai fini della progressione stipendiale e dell'anzianità di servizio, l'integrale riconoscimento del servizio pre-ruolo e che il Miur venisse condannando al pagamento delle differenze tra quanto percepito e quanto spettante per l'effetto dell'anzianità di servizio. 
Il Tribunale di Milano ha accolto il ricorso affermando che la diversità di trattamento tra il personale assunto a termine e quello assunto a tempo indeterminato potrebbe essere giustificata solo da ragioni oggettive, non ravvisabili nel caso di specie. Anzi, mediante la loro prestazione di servizio pre-ruolo i ricorrenti hanno acquistato professionalità e competenza pari a quella raggiunta dai colleghi con pari anzianità, assunti a tempo indeterminato e il meccanismo retributivo previsto dai contratti collettivi nazionali applicabili non ha altra funzione che di parametrare il trattamento retributivo alla progressiva acquisizione di una maggiore professionalità e competenza del lavoratore, come conseguenza del protratto svolgimento di una determinata mansione.  La disparità di trattamento sotto il profilo retributivo è pertanto una palese violazione della norma di cui all'art. 6 del Decreto legislativo n. 368/2001. 
Interessante è segnalare come il giudice abbia ritenuto applicabile il termine più lungo di prescrizione decennale trattandosi della violazione del principio di non discriminazione nell'ambito dei doveri scaturenti dal rapporto di lavoro ed essendo l'importo liquidabile a titolo risarcitorio da inadempimento contrattuale.
 
 
 

CCNL - PAGAMENTO ARRETRATI

Post n°1105 pubblicato il 25 Maggio 2018 da emmegisinda
 

 

Benefici economici nuovo CCNL, NoiPa annuncia per lunedì 28 maggio l'accreditamento degli arretrati.

 

Sul sito web di NoiPa è pubblicato l'annuncio della data, 28 maggio 2018, in cui gli arretrati dei benefici economici previsti dal nuovo CCNL del comparto "Istruzione e ricerca" saranno accreditati sui conti correnti degli interessati. L'accreditamento avverrà nell'arco della giornata di lunedì con le modalità e i tempi previsti da ogni singolo istituto bancario.

 
 
 

CCNL - PAGAMENTO ARRETRATI E ADEGUAMENTO TABELLARE.

Nuovo CCNL, entro maggio gli arretrati, da giugno stipendi a regime

 

Entro la fine del corrente mese di maggio saranno corrisposti gli arretrati derivanti dagli incrementi previsti - per il periodo “gennaio 2016/maggio 2018” - dal nuovo Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del comparto “Istruzione e Ricerca”, sottoscritto definitivamente lo scorso 19 aprile. Ne dà notizia NoiPA, attraverso uno specifico avviso.

 

A partire da giugno 2018 il valore mensile dello stipendio tabellare lordo sarà adeguato, a regime, ai nuovi valori previsti dal CCNL.

 
 
 
 

PEGASO UNIVERSITA' TELEMATICA

Sede di Palermo:

Via Maqueda 383

 

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