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RESURREZIONE ........... RICOSTRUZIONE ...!

Post n°13 pubblicato il 11 Aprile 2009 da atidee

Quanta analogia e contemporaneita' tra il periodo dell'anno che rievoca la passione e la resurrezione di Cristo e cio' che e' accaduto alle genti d'Abruzzo !

 

Tra tanto dolore ci si organizza alla ricostruzione della vita in questa parte tanto martoriata d'Italia; sono tanti ed ammirevoli i gesti concreti di solidarieta' che continuano a giungere da cittadini ed istituzioni e, al di la' delle polemiche a queste ultime se si potevano evitare i morti, non bastano le parole per dire loro grazie nell'opera di soccorso ed aiuto per risorgere dalle macerie.

Nella mia vita mi e' capitato di assistere personalmente ad alcune alluvioni e ad una tromba d'aria, di vedere gli effetti devastanti del crollo di una semplice torre civica a Pavia (che ha fatto alcune vittime) e di conoscere tramite i mezzi d'informazione gli effetti disastrosi di vari altri terremoti e catastrofi naturali; sara' che i mezzi di comunicazione oggi sono piu' potenti e capillari, sara' la maggior coscienza di solidarieta' che sempre piu' si va' diffondendo, ma ho la sensazione che finalmente stavolta l'intervento di aiuto e ricostruzione sara' piu' concreto e veloce che non in passato.

A proposito di ricostruzione pero' vorrei esprimere un personale parere.

Si tratta di un evento in se' certamente positivo dopo le disgrazie e lo e' tanto piu' quanto si rivela maggiormente utile, funzionale e veloce.

Paradossalmente genera anche benessere economico, sia nell'immediato per chi ci lavora direttamente, sia in momenti piu' o meno successivi per chi si trova nel cosiddetto indotto.

 

Purtroppo ogni opportunita' economica puo' generare l'attenzione anche di affaristi senza scrupoli. E' un fatto, si dice che accade da sempre, e' nella natura disumana dell'uomo; ricordate cosa ci viene tramandato che sia successo ad esempio delle vesti di Cristo? se non ricordo male, mi pare che dopo la condanna se le siano persino giocate a dadi!

E ..... attenzione! Gli affaristi non si annidano solo in quelli che potenzialmente potrebbero intervenire nelle forniture e nelle esecuzioni, ma anche in quelli che approfittano dell'esistenza di situazioni artistiche od di affezione, indipendentemente che sia sensato o meno salvarle.

 

Mi spiego.

 

I centri abitati si sono formati nei vari territori, specie in nazioni come l'Italia, per lo piu' in epoche molto antiche; le loro ubicazioni sono derivate normalmente da scelte di carattere difensivo, ambientale (clima favorevole, presenza di acqua, cibo, materiali utili, ecc...) o di costrinzione determinata da vari eventi storici.

Ovviamente all'inizio le conoscenze dei territori, diciamo la geologia del posto, non si sapeva cosa fosse e, anche quando poi si scoprivano i difetti in questo senso, spesso non e' che le persone avessero molte alternative: se si fossero spostate nel territorio accanto piu' favorevole, minimo sarebbero state massacrate dai vicini o ributtate indietro; un atteggiamento che pur con piu' charme e' ancora applicato oggi (senza voler parlare degli immigrati).

Ora, senza voler processare il passato o l'immediato presente, vista la maggior cultura di solidarieta', visti gli alti costi di ricostruzione soprattutto dei centri storici, vista la disponibilita' delle istituzioni a voler fare quanto possibile, non e' forse il caso di agire, ad esempio da questo caso in Abruzzo, in modo diverso dal solito?

 

Esprimo come farei io:

 

1 - Ovvia analisi degli edifici crollati o in condizioni la cui stabilita' e' fortemente compromessa e loro interesse storico; altrettanto ovvia analisi degli edifici che potrebbero essere giudicati riparabili e migliorabili dal punto di vista sismico.

2 - Analisi del territorio del centro abitato per individuare situazioni geologiche di maggior rischio sismico (potrebbero esserci spaccature anche sotto un edificio di rilevanza storica, che imporrebbero una seria valutazione se sia il caso di ricostruirlo o meno!).

3 - Analisi dei costi e delle disponibilita' economiche reperibili nell'immediato e ragionevolmente in un tempo successivo piu' o meno lungo, ma valido; tenendo anche conto che di queste situazioni in Italia potrebbero accaderne all'improvviso altre, che abbiamo un territorio pieno zeppo di edifici storici ed opere d'arte, e che quando accadono altre disgrazie nel mondo andiamo anche noi a dare una mano.

4 - Se si riscontrassero aree cittadine a forte rischio sismico e dove anche le migliori tecnologie costruttive (compatibilmente coi costi) poco potrebbero contro la natura, ricercare altre aree libere piu' sicure in citta' o meglio fuori citta' dove sarebbe piu' sicuro ricostruire quanto necessita, con un occhio anche alle eventuali espansioni future. Ovviamente i proprietari di queste aree dovranno essere equamente indennizzati da soldi pubblici e a chi dovra' lasciare l'area cittadina a richio detto gli si dovra' assegnare un nuovo immobile almeno di pari valore a quello perduto (pari valore tenuto anche conto dei maggiori costi per costruirlo anti-sismico). Se si trattava di un edificio di importanza storica (per cui di valore inestimabile), ma di proprieta' privata: se gia' manutenzionato con soldi pubblici, non ne vedo il problema, se lo manutenzionava il privato, o lo stato ne acquisisce i reperti importanti pagando un indennizzo forfettario che almeno in parte soddisfi le manutenzioni fatte, o il privato puo' vendere i reperti al miglior offerente, italiano o straniero. Se si tratta invece di un edificio come anzidetto, ma di proprieta' pubblica: se svolgeva un servizio alla cittadinanza, se ne costruira' uno nuovo con questa funzione in luogo piu' sicuro; riguardo ai reperti storici del vecchio edificio, questi si potranno esporre in un altro museo locale piu' sicuro, o si costruira' un nuovo edificio museale che magari raccolga i reperti anche di piu' edifici storici (nel caso si debba costruire il detto edificio per servizio alla cittadinanza, si potra' progettare in modo che sia anche museo del vecchio edificio).

5 - Pertanto scelte che valutino quello che potrebbe essere di salvaguardia della storicita' , dell'arte e dell'affettivita' delle persone rispetto al proprio territorio, ma che per questo non siano irresponsabili; mi sento di fare, ad esempio, alcuni paragoni, magari un po' puerili relativamente al caso, ma che mi sembrano rendere l'idea: non e' sempre detto che si possa concedere la caramella al bambino che strilla e piange perche' la vuole; oppure, non andrei di principio a ricostruire qualcosa in un posto dove ci siano forti probabilita' che ricaschi.

 

Non voglio andare oltre di questo passo; penso di aver chiarito il mio pensiero su come agirei in linea di massima a ricostruire.

Ricordiamoci di quanti beni culturali e' zeppa l'Italia: forse e' il caso di farne una cernita. Personalmente penso che se si salvasse il 50% del totale buono e si vendesse anche all'estero la restante parte minore, l'Italia resterebbe comunque la nazione piu' ricca di opere d'arte, risolveremmo il problema della loro manutenzione e chissa' che non si risolva anche il problema del debito pubblico!

Ciao! Grazie della pazienza di aver letto quanto ho fin qui scritto.

Siete incuriositi dalla foto che ho pubblicato a lato di questo articolo? Bene: si tratta di uno dei tipici camion per l'edilizia utilizzati allo spasimo, che mi e' capitato di vedere in Brasile nell'estate del 2007 (nello specifico a Belo Horizonte); per quanto strano a vedersi, anche con mezzi del genere approvvigionano i  cantieri che tirano su  come funghi i molti grattacieli che ormai popolano le citta' del Brasile. Tra parentesi : per me il grattacielo e' il monumento celebrativo dell'intelligenza umana ....... quando questa si disgiunge dal buon senso!

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LA DIVERSITA' E' RISORSA !

Il Mondo e' come un grande Circo .....

e se nel piccolo Circo han gia' capito da tempo che le diversita' sono la chiave del suo successo, non capisco perche' nel grande Circo del Mondo c'e' sempre qualcuno che conta che invece vuole il contrario ......

Ritengo che si crei il diverso come forma per combattere la concorrenza ..... In fondo, giudicando lo schiavismo, attuato nei vari modi (dai piu' violenti ai piu' soft), penso che per questo la creazione dell'utile diverso significhi innanzi tutto "abbattimento dei costi di produzione".....

Un modo disumano per prevalere, affermare un credo, sfruttare l'ignoranza di chi crede cosi' di ottenere piu' spazio per se' .....

Viva la diversita' ..... nell'onesta' !

(Antonio Pellegrini)

 

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