Pegasosulle ali del vento |
DEDICATO AD UNA PERSONA SPECIALE ...
Parlami nei pensieri
tra le ombre stringi la mia mano
se nel buio il mio viso non vedi...
Ascolta il mio respiro..
lieve sussurra il tuo nome...
Sorrido e tra le mie ali ti porto lontano,
Come un aquilone colorato seguo il vento..
Sogna non svegliarti,
sogna d'essere un gabbiano
Senti il mare, la sua voce il suo profumo
ascolta il mio cuore, i suoi battiti...
ti chiama...
Apri gli occhi e sei qui, in un sogno accanto a me...
Mary 10 09 2009
Sei qui nel mio cuore accanto a me
BENVENUTI NEL BLOG DELLA LUCE...
Muore nel silenzio una farfalla... Rinasce nella luce, la Fenice...
Rinascita...
cavalcare sulle ali del vento,
cercare il respiro nell'universo..oltre le nubi,
nell'azzurro intenso oltre ogni limite..
in liberta'.. senza paure, andare ..
per sentirsi leggeri, per non morire dentro...
Ritrovare il sorriso, il calore di un soffio lieve "AMICIZIA"
che da sollievo all'anima...Azzurra
Benvenuti in questo mondo..pulito
"senza maschere, ne fango ,ne menzogne"
Un mondo di LUCE e AMORE..AMICIZIA e FIDUCIA
Siamo anime che s'innalzano alte nel cielo..
e il nostro cuore batte all'unisono...
pur avendo mondi virtuali separati e diversi...
Gaia, Azzurra ,Angelica
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immagine prelevata dal web
PAROLE.. DI UN CUORE POETA..GRAZIE
Nemo
Cogliere un lampo
e nel tuo passo
che cambierà in ogni istante..
scenderai tra le parole e gli sguardi
il tuo respiro sarà contro il vento
abbaglianti luci in un momento l'amore
Ecco è arrivato
forse sperato ,forse sognato
forse cercato ,forse improvviso
e mentre cadono i giorni
uno dentro l'altro è arrivato....l'amore
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I MIEI BLOG AMICI
Post n°11 pubblicato il 21 Gennaio 2012 da azzurra.29
La tua vela nel cuore... Occhi ...nei tuoi occhi persi.. accesi d'amore .. .mani tra le tue mani.. Fremiti che scuotono ogni lembo di me.. melodia di emozioni vissute con te tra i miei battiti nell'infinito Tu tra queste note del cuore ... nei languidi sospiri .. in ogni parte di me... mi nutri di questo amore .. Noi... un solo palpito, un solo respiro... L'Amore. cercato inseguito sognato... vissuto sulla mia carne.. nell'anima.. come schegge di paradiso perduto.. e ritrovato nell'infinito...del tuo mare dove mi perdo .. Tu il mio tormento, la passione il delirio... Unica meta del mio cuore .. Tu ... la mia Vita ..l'Amore Angelica
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Post n°10 pubblicato il 11 Maggio 2011 da azzurra.29
Cristalli d'Amore.. Queste mie parole per te.. sono pioggia che bagna il mio viso... gocce di rosso rubino tra le tue dita Farfalle ... tra i raggi dorati del mattino Un grido muto... nel volo di un gabbiano... Echi di noi nell'infinito... e .. tra i respiri ..e i battiti ... gocce di Noi.. gocce di nostalgia .. nel pianto.. ...del Cuore... Angelica
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Post n°9 pubblicato il 23 Aprile 2011 da azzurra.29
L'Amore eterno ... Guarda il cielo... troverai il mio sorriso ..i miei occhi .. C'e' un giardino che coltivo con amore.. L'amore che segna i miei passi tra i battiti e il respiro e' sorgente di Vita...pura AngelicaM.
Il suo Infinito Amore... salva il mondo Gesu' "UOMO" morto per Noi.. risorge e ci illumina di vero Amore... L'Amore vero e' spirito di Vita... .. Gli occhi puri di un bambino .. il segreto ..della nostra esistenza e il risveglio, e' nella semplicita' dei sentimenti veri..puri.. Auguro a tutti gli Amici ...una rinascita a nuova vita del CUORE e che ogni battito di esso sia il riflesso del SUO AMORE ... Felice e Serena Pasqua nella Vera LUCE d'AMORE...a tutti Angelicam
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Post n°8 pubblicato il 25 Marzo 2011 da azzurra.29
Storia di un amore... Il giorno si accese di un dolce tepore.. Giada... apri' i suoi occhi ancora bagnati dal pianto. Il cuore ancora gonfio di tormento ora taceva .. Tra le lenzuola di lino il suo profumo aleggiava ancora ...inebriando l'anima Si stiro' lentamente ,si alzo' accostandosi alla finestra e l'apri' Lo sguardo volo' oltre la prima nebbia e all'orizzonte un fascio di luce ...Il primo sole stendeva il suo calore.. dissipando quel velo mattutino. La lieve brezza dell'alba, le accarezzo il viso e i lunghi capelli biondi ..abbandonati sulle spalle nude Un lieve brivido sfioro' la sua pelle, infilo' velocemente la vestaglia , scese le scale ed entro' nella piccola cucina Prese il suo caffe' qualche biscotto ed un kiwy ..Improvviso, torno' il ricordo di lui.. Il giorno in cui i suoi occhi avevano incontrato l'amore ...Rivide la sua pelle ambrata di sole, il suo sorriso, lo sguardo...quegli occhi profondi dove si era persa per sempre ... Una doccia veloce, lavo' i suoi lunghi capelli biondi ...e li spazzolo' dolcemente. Indosso' un mini abito di cotone nero e i piccoli sandali di cuoio, sistemo' in fretta le poche cose ed usci' .. Camminava senza meta..senza un perche' ... ad un tratto si volto'... guardo' per l'ultima volta quella piccola casa bianca..Guardo' il giardino dove il suo cuore aveva sognato..atteso invano l'amore... Il sentiero che circondava la sua casa era pieno di piccole rose selvatiche ginestre e lilla'... immerso tra le verdi colline. Nell'aria il profumo dei pini si confondeva con il profumo del suo mare ... Lentamente scese lungo il sentiero...Il mare era li maestoso...davanti ai suoi occhi, appariva nella sua immensa bellezza, il suo sguardo pieno si dolce nostalgia. Sentiva ancora l'onda nel cuore...sentiva i suoi passi nell'anima... Arrivo'.. fino a quella piccola spiaggia immersa tra i pini , tolse i sandali e lentamente s'incammino' sulla sabbia dorata..Il tepore che avvolgeva i suoi piccoli piedi, le riscaldava dolcemente il cuore.. Guardo' intorno a se, solo il vento, tra i pini sussurrava, ed i gabbiani sfrecciavano sfiorando le verdi acque ... Guardo' il mare...tra quegli scogli aveva aspettato, sognato l'amore ...Si sdraio sulla sabbia e respiro' profondamente...senti in lei il dolce calore di quei ricordi che le invase dolcemente l'anima... Chiuse gli occhi e si lascio' traportare lontano Tra quelle onde aveva cullato i suoi sogni, Tra quelle onde aveva innalzato il suo canto d'amore Tra quelle onde, come farfalle impazzite... le note del cuore avevano danzato per quell'amore lontano, improvviso, sperato, sognato, cercato, chiuso nell'anima per sempre... Ora... su quella spiaggia, ne percepiva l'essenza, lo sentiva vibrare nell'anima come musica nel vento. Ora lo assaporava..sentiva la sua pelle, il calore del suo respiro, la lieve carezza delle sua labbra ..Una dolce magia .. che annullava il suo dolore...
Il tempo sfiori'..come un fiore reciso, in una dolce malinconia Il sole all'orizzonte gia' s'immergeva nel mare Il giorno lentamente moriva nella sera e i gabbiani sfioravano le onde innalzando gridi nel cielo... Un brivido freddo le scosse l'anima.. In silenzio guardo' l'immesita' che si apriva ai suoi occhi, Lentamente si alzo'... e scivolo' tra le onde... Immergendosi nell'acqua tiepida illuminata d'argento si lascio' accarezzare, una strana pace le pervase l'anima...Poi il nulla...solo il sussurrare del vento tra i pini ...
Il primo chiarore..il primo raggio all'orizzonte e una luminosa scia rivestirono di luce il giorno... Nell'aria un dolce nostalgico canto s'innalzo' lieve . Tra gli scogli adagiata una piccola sirena... I suoi lunghi capelli ondeggiavano al vento, i suoi occhi profondi immersi nell'immensita' cercavano il veliero lontano..L'onda accarezzava dolcemente i suoi fianchi...il Sole la sfiorava acceso d'amore Teneramente l'avvolse nel suo manto e dal mare nacque una stella che eternamente illuminera' il suo Cuore... Angelica m.
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LA SUA MUSICA seconda ed ultima parte * Maturò il tempo, e concluse i suoi studi; era giunto per lui il tempo di salire su quella nave che vedeva, da piccolo, sfilare maestosamente dinanzi al suo paese. Andò sul ponte e con nuova nostalgia guardò il faro, la villa circondata dalle ginestre, il paese; cercò la sua casa natale; s’impresse nella mente quella visione, il suo paese che lentamente s’allontanava sfumando nella lieve foschia del tramonto. La sua nuova vita lo portava a girare da città in città, da nazione a nazione; per donare la sua musica a chi voleva ascoltare. Teatri sempre uguali ma sempre diversi: il palco, le luci, le pesanti quinte, il pianoforte, la sua arte; con il cuore in gola attraversava la scena, guardava il pubblico, si sedeva al pianoforte e tutto attorno a lui scompariva, non sentiva più il brusio degli spettatori, non vedeva più le luci ed il teatro; erano solo lui e la musica, tutto il resto era silenzio Iniziava a suonare ed il teatro diventava mare, tutto sembrava sparire; chi ascoltava si sentiva cullare placidamente dalle onde. Improvvisamente la musica cambiava, con rabbia percuoteva la tastiera ed ecco il mare diventa tempestoso, onde che salivano sopra le onde per annegare un cielo livido do pioggia; la rabbia aumentava ed il cielo infuriato versava cascate di grosse gelide gocce di pioggia sulle onde grigie ornate di schiuma bianca mente accecanti saette illuminavano il cielo sempre più buio. La musica diveniva più dolce e la tempesta cessava; il cielo tornava turchese, le onde s’acquietavano. La musica cessava, l’aria nel teatro rimaneva sognante ed immobile per lunghi istanti, la gente sembrava risvegliarsi da quel sogno dove lui li aveva condotti, ed allora iniziavano fragorosi applausi per lui per la sua musica. In breve divento ricchissimo e famoso, osannato ed apprezzato in tutto il mondo; ma quell’antica inquietudine non l’aveva ancora abbandonato continuava a cercare un qualcosa che ancora non riusciva a comprendere. Un giorno la nostalgia fu più forte del solito, la nostalgia per quel piccolo paese stretto fra le colline ed il mare; così ritornò a casa e lo fece proprio in occasione della festa del santo patrono; la giornata nella quale anche ci era lontano tornava. Aria nuova scorreva tra le strette vie nell’ eccitazione dei preparativi, balconi e finestre venivano adornati con bianche lenzuola e freschi rami di solare ginestra. Alle dieci del mattino tutto il paese fremeva nel’attesa; poi la campana maggiore, quella che faceva udire la sua voce in rare occasioni, iniziò a parlare; ed i suoi poderosi rintocchi salivano verso la collina vi rimbalzavano per ridiscendere a mare, bagnandosi nelle acque della cala con le barche in secca ed i pescherecci che dondolavano pigramente. Il suono della campana arrivava sino al faro, lo superava per tuffarsi dall’alto della scogliera nel mare blu dove si scioglieva fra le onde. Poi la campana taceva e tutto diventava silenzio; con passo cadenzato dalla chiesa usciva la processione, prima la grande croce di legno, poi il parroco con i chierichetti al suoli lati, ad aprire la strada al pesante baldacchino in legno intarsiato e dorato che ospitava la statua del santo patrono benedicente sorretto a spalla da otto uomini dietro alcune donne con gli sgargianti costumi della festa che cantavano gli inni sacri. Al passaggio tutti si segnavano, le donne abbassavano la testa e gli uomini si scoprivano in segno di rispetto, e s’accodavano al corteo. La statua veniva portata sul molo, per benedire le barche ed i pescherecci; percorreva tutte le strade del paese, a scadenze regolari gli otto uomini venivano sostituiti da altrettanti compaesani senza mai arrestare la marcia che come un lento fiume continuava il suo cammino; era un grande onore poter sorreggere il baldacchino, si pensava che portasse fortuna per i dodici mesi futuri. La processione, sempre accompagnata dal canto delle donne, iniziava ad inerpicarsi verso il faro, con apparente fatica lo raggiungeva; il sacerdote s’avvicinava all’orlo del profondo baratro e benedicendo il mare pregava affinché per tutto l’anno a venire la pesca fosse abbondante e nessuna morte in mare fosse pianta nel paese. Terminata la cerimonia il baldacchino veniva deposto su un altare in pietre grigie, appositamente costruito trecento anni prima, il sacerdote benediceva gli astanti; segno che la parte laica della festa poteva iniziare; sul prato battuto dal vento si dava il via a musiche canti ed balli; si gustavano i cibi tipici, si beveva il vino; tutti erano allegri. Fu allora che la rivide…quella bambina dalle lunghe trecce era diventata una splendida donna, i capelli neri acconciati sotto il velo tradizionale i monili d’oro risplendenti sotto il caldo sole del mezzogiorno, gli occhi che ridevano felici nel vederlo; lei gli corse incontro con fanciullesco trasporto, gli buttò le braccia al collo annullando in un attimo tanti anni di lontananza. In quel preciso istante decise di restare; comperò la villa in pietra, fece arricchire il giardino di nuovi ed ancora più profumati roseti, al secondo piano, nella stanza ad angolo, quella che dava verso il mare aperto creò la sua stanza, quella dedicata alla musica; il nero piano a coda vi troneggiava al centro, una scrivania antica in noce intarsiato una libreria chiusa per contenere gli spartiti due morbide poltroncine di velluto blu scuro, appesi alle pareti bianche le foto di alcuni dei suoi concerti, completavano l’arredamento; sulle pareti esterne s’aprivano, mascherate con leggeri e svolazzanti tendoni candidi, due portefinestre, quasi nell’angolo, che portavano ad un terrazzino che precipitava nel mare. Come si conveniva chiese la mano di quell’ amica di tutta la vita, ed insieme iniziarono a preparare la loro casa; poi arrivò il giorno che una ragazza sogna sin dall’infanzia quando inizia a fantasticare su chi sarebbe stato il compagno di tutta la vita. Era una domenica di maggio, tutto il paese s’era riunito per festeggiare la nuova famiglia che stava per nascere; ai piedi dell’altare, emozionatissimo, lui attendeva…improvvisamente nell’aria risuonarono le note dell’organo; con il cuore in gola si voltò e la vide entrare con indosso un antico e bellissimo abito tradizionale, ricamato in seta ed oro zecchino; accompagnata da un non meno emozionato padre lei avanzava lentamente; bella come la Santissima Vergine le labbra dischiuse in un dolce sorriso ed i grandi occhi più luminosi delle stelle e pieni d’amore gli si accosto; si scambiarono un intenso sguardo d’amore e suggellarono dinanzi a Dio ed agli uomini il loro patto d’amore. Da allora diradò i suoi impegni per il mondo ed iniziò ad impartire lezioni nello stesso collegio dove aveva iniziato lo studio del pianoforte, ma la sera non vedeva l’ora di percorrere quella strada che correva lungo la costa per tornare verso il suo paese e la sua casa. Quella vecchia villa non sembrava più così austera ora che s’udivano voci infantili, solo il profumo non era mai mutato, il profumo di mare unito a quello del mirto e del rosmarino; era il profumo della sua terra, quel profumo che aveva portato nel cuore da tutta la vita. Poi, vi fu un imbrunire, lei era sul balcone della stanza della musica, quello a strapiombo sulla scogliera,i raggi del sole morente davano dei riflessi di fiamma ai suoi lunghi morbidi capelli mossi dalla brezza di mare. Lui improvvisamente smise di suonare s’alzò dal pianoforte e la raggiunse, le cinse la vita con amore, il battito dei loro cuori s’armonizzò; quell’inquietudine che l’aveva accompagnato per tutto il mondo era sparita da tempo, da sempre era lei che stava cercando anche se non lo sapeva. Le loro labbra si cercarono per un dolce lungo appassionato bacio d’amore, poi insieme rimasero in silenzio a guardare il tramonto mentre i gabbiani lanciavano verso il cielo acute grida a salutare il giorno che terminava.
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