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Il suonatore di tabla


A chi gli chiedeva cosa volesse fare da grande, Filippo rispondeva invariabilmente che sarebbe diventato ingegnere e avrebbe costruito case grandi grandi,  come suo padre.Poteva avere nove o dieci anni quando andò in vacanza in Egitto con i suoi genitori e una sera si recò con loro in un locale piuttosto mal illuminato, però accogliente. In fondo alla sala c’era un  ampio palco dove erano sistemati vari strumenti, quasi tutti a lui sconosciuti. Poi entrarono i musicisti e una  giovane signora vestita in modo strano, la gonna lunga con gli spacchi e la pancia scoperta. Calò il silenzio e la donna iniziò a muovere velocemente i fianchi al ritmo frenetico della musica e il corpo, agile e flessuoso, ricordò a Filippo un giocattolo snodabile. Ma la curiosità per la danzatrice durò poco, perché tutta la sua attenzione si concentrò sull’orchestra, in particolar modo su un musicista dalla pelle olivastra e dai folti baffi neri che teneva sotto il braccio un tamburo a forma di calice, percosso con una potenza che gli parve sovrumana. Anche dopo la fine dello spettacolo la sua mente non poteva staccarsi dal pensiero di quelli mani, tanto che il giorno dopo  disse ai suoi, come se fosse la cosa più naturale al mondo, che da grande avrebbe fatto il suonatore di tabla (così chiamano in Egitto quello strumento) e accompagnato le danzatrici del ventre.Sembrava una di quelle infatuazioni infantili destinate presto a svanire, ma non fu così per  Filippo che, chiuso nella sua stanza, provava e riprovava i ritmi appresi da un maestro di musica. Dopo anni di studio si ritrovò finalmente su un palco  ad assecondare gesti e movenze di una danzatrice. In quel momento si rivide bambino e il  suo cuore si mise a battere forte, proprio come il tamburo che stava suonando.Cliccare qui per vedere la grande danzatrice egiziana Dina accompagnata dal percussionista e cantante Saad El Soghayer