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I calamari del Polaco


 Il giorno del suo funerale spiccava  sulla bara una maglia bianca con le strisce marroni, quella del  Platense, la squadra del cuore di Roberto Goyeneche o più semplicemente “el Polaco”, il cantante di tango più famoso dopo Carlos Gardel.Nonostante che con l’avanzare degli anni la  sua voce si fosse fatta granulosa, quasi  ci fosse sabbia nella gola, aveva saputo reinventarsi uno stile, una sorta di recitazione cantata, scandita dai silenzi. Nessuno come lui era stato capace di suscitare l’interesse delle generazioni più giovani per una musica considerata da molti nulla più che un relitto del passato. Oltre il tango, la notte, la vita da bohémien, amava alla follia i ”calamari”, l’affettuoso soprannome con cui sono chiamati i giocatori del Platense.  Un giorno a Parigi, mentre il pubblico invocava il suo nome,  Goyeneche si mostrò deciso a non abbandonare il camerino prima di aver conosciuto il risultato della partita del  suo club. Con prontezza di spirito il suo assistente afferrò un telefono di scena e simulando una chiamata in Argentina,  si rivolse a lui dicendo con convincente entusiasmo: “Polaco,  calamari due Quilmes uno.”  Cliccare qui per ascoltare "Sur" cantata dal Polaco Goyeneche