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“Io riconosco che tu puoi tutto”


Giobbe, troppo spesso, viene ricordato come l’uomo della pazienza, come colui che ha sofferto tanto e poi ha ricevuto. Ma di Giobbe, oltre le sue peripezie, è bello ricordare quello che Dio dice di Lui: “Quest’uomo era integro e retto; temeva Dio e fuggiva il male”.Ci vogliamo fermare qui e chiederci noi come siamo? Cosa temiamo? Cosa fuggiamo?Potrebbe essere un ottimo esercizio per la nostra vita, ma quello che sta scaldando il mio cuore sono i primi 5 versi del capitolo 42 che trovano nel 6 la conclusione perfetta. “Perciò mi ravvedo”.Per cosa?Perché Giobbe, e oggi io e te, possiamo ravvederci dai nostri errori, dai nostri peccati e dalla nostra falsa condizione riconoscendo per Dio può tutto. Senza saperlo, il benedetto Giobbe (si avvia ad essere quello che “morì vecchio e sazio di giorni”) ci sta dando una prova della perfetta e Santa Trinità.“Io riconosco che tu puoi tutto” è la confessione di una fede sincera che può esprimere solo un cuore che ha provato i benefici della Grazia. Senza Grazia, senza l’intervento diretto di Gesù nella nostra vita siamo privati di questa meravigliosa occasione. Una stilla pura di benedizione che riempie la nostra vita. Gesù è Dio. Dio è Gesù. E Dio e Gesù sono lo Spirito Santo. Un unico Dio con tre figure ben distinte. Come Giobbe anche io e te siamo fatti alla “loro” immagine: siamo corpo, spirito e anima eppure siamo uno. Quale meraviglia potevamo avere di più? Un cuore rigenerato, che si apre alla lettura e alla meditazione della Parola di Dio, la Bibbia, è un cuore che coglie occasioni diverse.Abbiamo bisogno della nostra esperienza personale e non ci deve bastar aver sentito (il mio orecchio aveva sentito parlare di te) dobbiamo vedere di persona, dobbiamo essere testimoni oculari della Sua Potenza (ma ora l’occhio mio ti ha visto).Gesù può tutto, non ci sono dubbi.Cosa può? Ti faccio un esempio. C’era un giornalista che un giorno scrisse un articolo. In questo articolo puntò il dito, secondo una intuizione sbagliata contro due giovani. Lei, la ragazza “colpita” ci restò male e iniziò a guardare con “occhi ostili” il giornalista. Passano i mesi e la rabbia di questa ragazza resta immutata. Portava dentro di se un sentimento triste. Una sera, dopo un commento Facebook, il giornalista ebbe l’occasione (inaspettata anche perché pensava che quel sentimento non ci fosse più o almeno non lo considerava così presente) di poter raccontare la sua esperienza personale, diretta, con Colui che “può tutto”, Lei smise di “guardalo con occhi ostili”.Spesso sbagliando crediamo che Dio debba operare con i nostri pensieri (eppure i suoi non sono i nostri e le sue vie sono più alte delle nostre) e con i nostri sentimenti. Giobbe, invece, ci esorta a riconoscere Gesù come “Colui che può tutto” e, ancora di più, ci esorta a realizzare nel nostro cuore che “nessuno può impedirgli di eseguire un tuo disegno”.Spesso Dio usa le circostanze (chiedilo a Gedeone quando da 32mila uomini se ne trovò solo con 300) per “appianare le nostre vie” e allontanare da noi “gli occhi ostili” e liberare i cuori “da sentimenti tristi”. Gesù può tutto