Creato da attiduequattro il 19/04/2008

attiduequattro

Cristo è la Via

UN PO' DI "INUTILE" ME

E' finita la ricerca. Ora inizia la vita. Ho fatto una scelta controcorrente, ho scelto il debole, il povero, il senza tetto, il condannato: GESU'! Ed ho scoperto che "quelli che hanno messo sottosopra il mondo" sono proprio quelli che lo seguono.


Puoi conoscere qualcosa di più di me su scegligesu.com


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"Quello che io vi dico nelle tenebre, ditelo nella luce; e quello che udite dettovi all'orecchio, predicatelo sui tetti” (Matteo 10:27)     

Quello che di sensato e buono riusciamo a dire pubblicamente è soltanto frutto di una comunione intima e segreta con Gesù. Il valore delle nostre parole è dato unicamente da quello che lo Spirito Santo ci suggerisce nel “segreto della nostra cameretta”. Le nostre parole possono ferire o lenire le ferite, possono consolare o turbare i cuori, possono essere di edificazione o abbattere gli spiriti. Tutto dipende da quello che abbiamo imparato a udire nel nascondimento della nostra comunione con Dio: se il nostro cuore è ricolmo della Parola di Dio, della virtù del Suo Spirito, allora potranno scaturire dalle nostre labbra parole che fanno trasparire il carattere e il pensiero di Cristo. La Sua compagnia influenzerà il nostro linguaggio oltre che il nostro atteggiamento. Vogliamo essere saggi? facciamo una cosa semplice: preoccupiamoci di ripetere quello che lo Spirito Santo ci suggerisce all’orecchio, non aggiungiamo altro, rischieremmo soltanto di fare danni, ma se la compagnia di Gesù, se l’esserci ritirati in disparte con Lui ispira il nostro parlare, allora non esitiamo ad aprir bocca perché faremo soltanto riverberare la Sua voce. Prima di parlare in pubblico, però, stiamo in privato con Gesù

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« Fortificati e compòrtati...Gesù, fermatosi, disse: ... »

“Io riconosco che tu puoi tutto”

Post n°86 pubblicato il 24 Settembre 2012 da attiduequattro

Giobbe, troppo spesso, viene ricordato come l’uomo della pazienza, come colui che ha sofferto tanto e poi ha ricevuto. Ma di Giobbe, oltre le sue peripezie, è bello ricordare quello che Dio dice di Lui: “Quest’uomo era integro e retto; temeva Dio e fuggiva il male”.

Ci vogliamo fermare qui e chiederci noi come siamo? Cosa temiamo? Cosa fuggiamo?

Potrebbe essere un ottimo esercizio per la nostra vita, ma quello che sta scaldando il mio cuore sono i primi 5 versi del capitolo 42 che trovano nel 6 la conclusione perfetta. “Perciò mi ravvedo”.

Per cosa?

Perché Giobbe, e oggi io e te, possiamo ravvederci dai nostri errori, dai nostri peccati e dalla nostra falsa condizione riconoscendo per Dio può tutto. Senza saperlo, il benedetto Giobbe (si avvia ad essere quello che “morì vecchio e sazio di giorni”) ci sta dando una prova della perfetta e Santa Trinità.

“Io riconosco che tu puoi tutto” è la confessione di una fede sincera che può esprimere solo un cuore che ha provato i benefici della Grazia. Senza Grazia, senza l’intervento diretto di Gesù nella nostra vita siamo privati di questa meravigliosa occasione. Una stilla pura di benedizione che riempie la nostra vita. Gesù è Dio. Dio è Gesù. E Dio e Gesù sono lo Spirito Santo. Un unico Dio con tre figure ben distinte. Come Giobbe anche io e te siamo fatti alla “loro” immagine: siamo corpo, spirito e anima eppure siamo uno. Quale meraviglia potevamo avere di più? Un cuore rigenerato, che si apre alla lettura e alla meditazione della Parola di Dio, la Bibbia, è un cuore che coglie occasioni diverse.

Abbiamo bisogno della nostra esperienza personale e non ci deve bastar aver sentito (il mio orecchio aveva sentito parlare di te) dobbiamo vedere di persona, dobbiamo essere testimoni oculari della Sua Potenza (ma ora l’occhio mio ti ha visto).

Gesù può tutto, non ci sono dubbi.

Cosa può? Ti faccio un esempio. C’era un giornalista che un giorno scrisse un articolo. In questo articolo puntò il dito, secondo una intuizione sbagliata contro due giovani. Lei, la ragazza “colpita” ci restò male e iniziò a guardare con “occhi ostili” il giornalista. Passano i mesi e la rabbia di questa ragazza resta immutata. Portava dentro di se un sentimento triste. Una sera, dopo un commento Facebook, il giornalista ebbe l’occasione (inaspettata anche perché pensava che quel sentimento non ci fosse più o almeno non lo considerava così presente) di poter raccontare la sua esperienza personale, diretta, con Colui che “può tutto”, Lei smise di “guardalo con occhi ostili”.

Spesso sbagliando crediamo che Dio debba operare con i nostri pensieri (eppure i suoi non sono i nostri e le sue vie sono più alte delle nostre) e con i nostri sentimenti. Giobbe, invece, ci esorta a riconoscere Gesù come “Colui che può tutto” e, ancora di più, ci esorta a realizzare nel nostro cuore che “nessuno può impedirgli di eseguire un tuo disegno”.

Spesso Dio usa le circostanze (chiedilo a Gedeone quando da 32mila uomini se ne trovò solo con 300) per “appianare le nostre vie” e allontanare da noi “gli occhi ostili” e liberare i cuori “da sentimenti tristi”. Gesù può tutto

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