l urlo silenzioso

PIETAS


...che la pietà non vi rimanga in tascaUomini senza fallo, semideiche vivete in castelli inargentatiche di gloria toccaste gli apogeinoi che invochiam pietà siamo i drogatiDell'inumano varcando il confine conoscemmo anzitempo la carognache ad ogni ambito sogno mette fine:che la pietà non vi sia di vergognaBanchieri, pizzicagnoli, notaicoi ventri obesi e le mani sudatecoi cuori a forma di salvadanainoi che invochiam pietà fummo traviateNavigammo su fragili vascelliper affrontar del mondo la burrascaed avevamo gli occhi troppo belli:che la pietà non vi rimanga in tascaGiudici eletti, uomini di leggenoi che danziam nei vostri sogni ancorasiamo l'umano desolato greggedi chi morì con il nodo alla golaQuanti innocenti all'orrenda agoniavotaste decidendone la sortee quanto giusta pensate che siauna sentenza che decreta morte ?Uomini cui pietà non convien sempremal accettando il destino comune,andate, nelle sere di novembre,a spiar delle stelle al fioco lume,la morte e il vento, in mezzo ai camposanti,muover le tombe e metterle vicinecome fossero tessere gigantidi un domino che non avrà mai fineUomini, poiché all'ultimo minutonon vi assalga il rimorso ormai tardivoper non aver pietà giammai avutoe non diventi rantolo il respiro:sappiate che la morte vi sorveglia,gioir nei prati o fra i muri di calce,come crescere il gran guarda il villanofinché non sia maturo per la falceDE ANDRE'