A UN PASSO DAL CUORE

I CASSETTI DELL'ANIMA


 
Si pensa sempre ai viaggi come a trasferte verso orizzonti lontani. L’altra notte ho fatto un viaggio, ma il luogo era più vicino di quanto si possa immaginare; tanto vicino ma forse ignoto e misterioso come nessun altro posto potrebbe mai rivelarsi. Io ho visto me stessa, ho viaggiato nel mio immenso, ho esplorato il mio universo. Cinta dall’oscurità, gli occhi socchiusi, ho intrapreso il cammino… Il buio s’era fatto pesante, mi sono sentita inglobare e, lentamente, sono sprofondata tra le morbide viscere e ho cominciato a farmi strada. Vedevo a stento; in lontananza un androne, la luce era soffusa; timorosa e attratta, quasi ipnotizzata, mi sono avvicinata; una stanza vuota, sovrastata dal silenzio (tutto il posto, ad essere sinceri, sembrava essere sordo) i contorni sfumavano nell’ombra; al centro uno scrittoio, stile antico e un po’ solenne; un lume rischiarava appena lo spazio circostante. Incuriosita, mi sono avvicinata e, sotto il piano, ho trovato tre cassetti: ognuno riportava una scritta: “senza di me non esisteresti”, “senza di me”, “senza di me non esisterai” . Con aria interrogativa ho aperto il cassetto centrale e, nel caos, ho cominciato a rovistare quando venivo all’improvviso risucchiata nel suo interno. Sono stata assalita da visioni… Ho visto la serenità, la calma di chi ha trovato un suo equilibrio; ho toccato la dolcezza dei petali carezzati da rugiada; ho visto la gioia di chi si sente felice, la maturità e consapevolezza di chi ha raggiunto i propri traguardi e fa tesoro della sua esperienza; ho visto la fierezza; ho sentito l’odore della paura; ho visto negli occhi il terrore di chi ancora si sente insicuro; ho visto la tristezza dei giorni più cupi, l’inquietudine delle notti insonni, l’angoscia dei momenti più duri, la rabbia degli attimi irrequieti; ho anche visto la bambina che credevo di aver perso, o che temevo di non essere mai stata. E, lungo il sentiero, ho cominciato a calcare, a ritroso, le orme dei passi, lasciate nel corso degli anni. Adesso era immerso nel verde il percorso, coi raggi del sole che filtravano, timidi, tra i rami. Fresca e giovane l’aria mi solleticava. Mi guardavo intorno con la sensazione di girare per luoghi familiari ma che non mi appartenevano. Passeggiando, ho incontrato la spensieratezza impigliata fra i capelli dell’innocenza; ho incontrato i mostri coi quali, in passato, avevo aspramente lottato; apparivo un gigante al loro cospetto. Annidata su una vecchia sequoia ho stanato, tremula, l’arroganza; mi guardava la vigliacca, con l’aria di un cane bastonato. Nel tragitto continuavo a scrutare, ed ho trovato, semidivelti, i paletti che avevo interrato e, vestiti di edera, i muri che avevo innalzato. Ho trovato l’ingenuità , la semplicità delle emozioni più pure, ho visto sorrisi squarciare il cielo e perforare il mio sguardo e ho visto lacrime piovere a dirotto sulla mia pelle. Ho sentito il profumo delle candide rose. Mi lasciavo distrarre dalle emozioni quando una forza, di getto, mi ha fatto sobbalzare fuori dal cassetto. Ero entrata nel presente ed uscita dal passato ed ero lì, di nuovo, davanti allo scrittoio, ancora frastornata dalle sensazioni. Titubante sono a lungo rimasta in piedi, divorata dall’indecisione, turbata e insieme attratta dall’idea di ciò che avrei potuto scoprire aprendo l’ultimo cassetto; tentennante la mano poggiava su quel pomello e intimorita si ritraeva. Ho ripetuto quel gesto più volte finché, con un movimento deciso, non ho tirato il cassetto e dischiuso le porte alla verità… Sono rimasta, per alcuni istanti, sbigottita quando lo ho scoperto vuoto. Vuoto? Come vuoto?! Ero sconcertata, forse delusa, un po’ amareggiata. Mi sono seduta, la testa reclina e abbandonata, lo sguardo perso in cerca di un perché; e poco a poco, diradata la nebbia che offuscava la mente, altri occhi hanno guardato a quel cassetto. Destinato a non essere riempito perché tutto quello che si può vedere, che si può scrivere, tutto ciò che si vive e che esiste, già non appartiene più al futuro, quel futuro che non ha contenuto, ma del quale non possiamo fare a meno.