Sgosh!

SHOW MUST GO ON


In questo momento ho il terrore di fermarmi a pensare. Eppure sono orgogliosa di me.Ho lavorato 12 ore nel giro di 24, tra piastrellisti e fornitori marpioni, gente isterica che strillava, quintali di corrispondenza da sbrigare, decine di telefonate a cui rispondere, clienti che necessitavano di qualsiasi tipo di informazione, un notevole deficit di ore di sonno, stomaco vuoto e cuore in pezzi. E sono stata attenta, solerte, gentile. La fortuna di lavorare di un ambiente del genere risiede nel fatto che ogni volta che qualcosa di amaro giunge alla bocca e pizzica agli occhi qualche stracciabudella si piazza davanti con un problema qualsiasi, oppure suona il telefono e a tutti bisogna corrispondere larghi sorrisi e frasi melense. La sfortuna è che una volta fermata la ruota bisogna scendere e guardare il mondo che non gira più così velocemente. Ed è maledettamente tutto più chiaro.Urge intensa attività pomeridiana di compensazione. E un gelato, oh sì, un immenso gelato con cui anestetizzare il flusso di pensieri.