Sgosh!

CHE PAESE L'AMERICA


Frank McCourt, semplicemente, mi ispirava. Ho divorato "Le ceneri di Angela" e non ho saputo resistere al suo seguito "Che paese, l'America", che l'Adelphi proponeva in edizione da 18 euri, rassegnandomi al prestito bibliotecario. Naturalmente, il giorno in cui l'ho preso in prestito, girovagando per una libreria riminese ho scoperto che è uscito in edizione più economica. Sgrunt.Dopo aver raccontato della sua infelicissima infanzia irlandese, McCourt passa a narrare le sue vicende a partire dal suo sbarco negli Stati Uniti, nazione che di certo non lo accoglie a braccia aperte. Dopo innumerevoli disavventure lavorative e sociali (quella del prete che dorme accanto a lui ignudo è memorabile), Frank riesce a farsi ammettere all'università e per lui si apre una nuova strada verso l'insegnamento. Perché leggere questo libro1. McCourt è in grado di raccontare anche l'esperienza più sconvolgente attraverso un'ironia che, normalmente,  non si sarebbe capace di utilizzare neppure per comunicare che ci si è bruciato l'arrosto.2. Si finisce per affezionarsi al giovane Frank, al suo linguaggio diretto e al suo stile libero.3. Dopo aver letto tutta quell'infinità di sfighe in una sola vita, si comincia a sentirsi leggermente più fortunati.Perché non leggere questo libro1. Se si ha un'avversione per i libri a narrazione sciolta e svincolata dalle forme usuali, è bene evitare lo stile di McCourt, che tradotto in certi punti acquista un che di Vasco Rossi nelle sue migliori performance grammaticali.2. Perché dopo anni trascorsi a studiare e a sgobbare, scoprire che questo simpatico omino si è laureato senza mai aver ottenuto il diploma di maturità è avvilente. 3. Perché non avete ancora letto "Le ceneri di Angela", e, di conseguenza, i riferimenti al primo libro vi rimarrebbero discretamente oscuri.