Sgosh!

Se qualcosa può andar male lo farà.

 

Messaggi di Settembre 2006

MOMENTI DOWN

Post n°265 pubblicato il 30 Settembre 2006 da ausdauer
 

Accade sempre nel momento in cui perdi qualcosa che ti accorgi del valore che aveva.

Lei è sempre stata lì, ogni mattina. Magari appoggiata in un posto diverso, magari sepolta da un coacervo di chincaglierie, magari rovesciata in angolo sperduto, ma c'è sempre stata, e l'abitudine di poter contare su di lei in un momento difficile mi è ormai da anni di enorme conforto.

E invece stamattina non c'è. A nulla sono valse le mie ricerche disperate, il mio invocare il suo nome e i sospiri straziati di chi sa che la crisi si sta avvicinando e non ha nulla su cui poter fare affidamento per contrastarla. E nessuno, dico nessuno, a cui poter comunicare il mio dramma interiore. Un maledetto tragico sabato mattina.

Ora manderò un sms a mia madre in cui le chiederò, cercando di mantenere la calma e di trattenere le lacrime che copiose s'affacciano sul mio volto, dove diavolo ha nascosto la moka stavolta.

E' sabato mattina, devo studiare-pulire-lavare-stirare e non ho bevuto caffé. Sono una donna sull'orlo di una crisi di nervi.

 
 
 

E' NELL'ARIA...

Post n°264 pubblicato il 28 Settembre 2006 da ausdauer
 

Diciamo che c'era una volta un tipo, il quale tutto sommato non mi dispiace (e già di per sé è un grande miracolo, ma questa è un'altra storia). Conosciuto al corso di ballo, un ottimo principiante e un ragazzo molto simpatico. Capitano un paio di serate in cui si parla piacevolmente del più e del meno, e alla chiusura di tutti i locali estivi ci si ripromette di rivedersi all'apertura di quelli invernali. Niente di trascendentale, è chiaro, ma comporterebbe avere comunque un ballerino a portata di mano.

Dopo alcune settimane (amo ponderare) mi decido a chiedergli quando è prevista questa apertura, allora mi chiama tutto trafelato.

"Che giornate impegnative... sono sempre di corsa, non ho tempo di fare nulla. E purtroppo all'apertura del locale stasera non ci sarò."
"Capisco. Quando apre l'altro?"
"Domenica... magari balliamo domenica."
"Si può fare."
"Ah no, che sbadato, domenica parto. Torno venerdì."
"Quindi non ci sarai alla prima lezione di ballo."
"Eh no. Però possiamo ballare la seconda domenica di ottobre."
"Uhm, no, lì purtroppo non ci sarò io. Ho un esame la mattina dopo."
"Uhhh. Quindi? Il giovedì a lezione?"
"Veramente quel giovedì parto... il 12..."
"Resta domenica 15..."
"Ehm..."
"Non ci sei?"
"Non so quando torno. Mi sa che balleremo il 19."
"Bene... allora cara Aus, ci si vede a fine ottobre!"
"Perfetto!"

Che dire... siamo fatti l'uno per l'altra, lo sento...

 
 
 

PSYCHO

Post n°263 pubblicato il 27 Settembre 2006 da ausdauer
 

Mi ero accorta che nell'aria c'era qualcosa che di strano. Nessun citofono che suona alla mattina per comunicarmi che sono pronti gli gnocchi o il ragù, nessuna richiesta di andare in farmacia, nessun riferimento più o meno velato alla mia condizione di zitellaggine imperitura.

Ne faccio cenno con la Mutti, in una conversazione qualsiasi prima di cena e noto con un brivido di terrore un istantaneo ghigno malefico che le si dipinge sul volto.

"Ho raccontato ai nonni e agli zii che sei sotto esame..."

Le rivolgo uno sguardo perplesso e allarmato. "E quindi?"

"Ho detto loro che la situazione è grave, che ogni parola che ti viene rivolta diventa argomento di discussione, che sei sempre irascibile e pronta a scatenare su di noi le tue ire funeste... insomma, ho descritto in modo tragico come potrebbe essere pericoloso darti fastidio in queste condizioni, sia per loro che per noi."

Il mio sguardo ora palesa l'orrore . "Mutti!! Questo non è assolutamente vero!"

La Mutti ride diabolicamente. "Oh lo so, ma mi sembrava troppo divertente terrorizzarli!"

Devo portarle via tutte le cassette di CSI & Co., secondo me non le fanno molto bene.

 
 
 

COMUNICAZIONE UFFICIALE

Post n°262 pubblicato il 26 Settembre 2006 da ausdauer
 

E' ormai ufficiale. Sto marcendo.

Non è nemmeno carino annunciare così la ferale notizia, ma sono ormai convinta che chiunque su questo pianeta mi abbia sentita tossire, starnutire, imprecare per poi tossire di nuovo.

I primi sintomi si sono manifestati alla vigilia dell'esame (ovviamente), con raffreddore e una leggera tosse, sintomi precipitati quasi subito in una condanna all'apnea costante. Le mie giornate trascorrono così tra montagne di fazzoletti e convulsi colpi di tosse, ma è niente a confronto dell'orrore in cui piombo durante la notte. Perché se di giorno la tosse si limita a farmi rischiare la vita in biblioteca, o al cinema, o in qualunque posto sia necessario il silenzio, di notte ella non mi lascia tregua e si manifesta nella maniera più subdola e feroce che abbia mai conosciuto. Il tutto naturalmente accompagnato da brividi e sudorazione improvvisi, altrimenti non ci sarebbe gusto e non somiglierebbe affatto ad una decente possessione demoniaca.

E' chiaro che se non avessi tra le mani un abnorme programma d'esame di Psicopatologia Differenziale e 10 giorni per farlo da zero sopporterei meglio questa assurda ribellione polmonare. Mi limiterei ad un dissolvimento lento sul divano in compagnia del dvd de "La maledizione della prima luna", di un libro e di qualche dolciume. Invece no.

Detesto aggirarmi per le vie cittadine come uno di quei vecchi pistoleri del Far West all'ultimo stadio della tubercolosi. Mi schivano tutti con orrore come se avessi la peste. Sarà per questo che in biblioteca venerdì c'ero soltanto io?

Se qualcuno di Voi dovesse incontrare un polmone, è pregato di rimandarlo a casa dalla sua mamma con le dovute raccomandazione, che nonostante tutto lei ne ha ancora bisogno.

Virulentemente Vostra,

Ausdauer.

 
 
 

UNA VITA PER LE QUESTIONI INCONCLUSE

Post n°261 pubblicato il 24 Settembre 2006 da ausdauer
 

L'altro giorno guardavo "The OC" (lo so, ho questa malsana e discutibile abitudine di appassionarmi ai telefilm americani, è riprovevole) e per la prima volta mi sono resa conto che forse non ho più il fisico per sopportare tutto questo stress emotivo.

Le scene dei telefilm americano durano dai 3 ai 5 minuti e c'è sempre qualcuno che deve dire qualcosa all'altro e mannaggia a lui/lei... non glielo dice.

"C'è una cosa che devo dirti.."
"Anche io, lo sai..."
"Prima tu."
"No prima tu."
"Ma no, hai cominciato tu."
"Non è così... hai la precedenza."
"E' che... no dai, dilla prima tu."
"Ma no, io... avanti, dimmi."
"Però... non so... forse... niente."
"Niente? Allora è niente anche quello che dovevo dirti io."

E mi rendo conto di aver usato 5 minuti della mia vita per assistere ad una conversazione che ha detto e portato al nulla. Alla sesta volta cominciano a schizzarmi fuori  i capillari negli occhi perché cerco di cogliere il minimo cenno nell'espressività dell'attore che possa condurmi ad una qualsiasi conclusione. Perché ormai sono rassegnata, non si concluderà niente.

I protagonisti, a turno, litigheranno tra loro, ma non con la foga tipicamente latina in cui voleranno piatti, bicchieri, corde vocali e inonderanno di pianto il quartiere, no. Sarà tutto un susseguirsi di scene in cui uno piange senza dire nulla e l'altro se ne va sbattendo la porta.

"Sei un cretino e..."
"Basta, non dire altro. Me ne vado."
Sbam.

"Stavo per dirti che sono..."
"Non voglio più saperlo!"
Sbam.

"Ti amo, e lo sai."
"Anche io."
Sbam.

Ma allora?! Ce la fate a finire un discorso una santissima volta o devo venire lì, legarvi alla sedia e sottoporvi a scarica elettrica ogni volta che cercate di svicolare?
Sarà perché io detesto le persone che lasciano le conversazione a metà, lo trovo snervante. Sei lì che parli dei quanto sia bello mangiare i pomodori sopra il pane tostato e l'altro ti schiaffa una frase provocatoria e sarcastica sul tuo modo di essere, che può voler dire tutto e niente, e poi se ne va. Realmente o metaforicamente, in ogni caso lascia la conversazione in pasto ai pesci e tu rimani lì, a perplimerti per ore, giorni, settimane sul significato intrinseco della frase, che naturalmente non ti verrà mai spiegata.

I sistemi di conversazione virtuale e telefonica poi hanno acuito questa pessima abitudine della gente di lasciarti lì con la bocca aperta a riempirti di mosche. Perché mentre tu sei lì infervorato in un discorso in cui cerchi di spiegare le tue ragioni, l'altro ti interrompe semplicemente la conversazione, perché non ha più voglia di sostenerla o la ritiene oltremodo fastidiosa. "Come vuoi tu. ********* (una cattiveria qualsiasi riferita a te, alla tua vita, o alla vita di chi ti sta intorno) Ciao." Fine. "L'amico Fritz non è più in linea". L'amico Fritz lancia la bomba e poi scappa per non vedere i brandelli dell'altro schizzare sul suo schermo. L'amico Fritz è più furbo, non c'è che dire.

Ora, già nella vita reale mi tocca stare a rodermi per le questioni inconcluse, perché anche mentre guardo la tv spalmata sul mio divano devo farmi saltare una coronaria perché la gente risparmia su parole e fatica mentale? Mondo crudele.

 
 
 
 
 

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Un blog di: ausdauer
Data di creazione: 02/03/2005
 

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