Sgosh!

Se qualcosa può andar male lo farà.

 

Messaggi del 16/10/2006

C'ERANO UNA VOLTA LE FERIE... (parte I)

Post n°270 pubblicato il 16 Ottobre 2006 da ausdauer
 

Premessa
Io non sono il tipo che parte e sta via due settimane. In verità non avrei soldi per farlo, né lo spirito giusto per star via da casa, né tanto meno una persona che possa sopportarmi così a lungo senza poi dover restare in cura da uno psicoterapeuta almeno quanto Woody Allen. Questi e molti altri motivi mi hanno portato ad accettare la proposta dell'amica  X di trascorrere tre giorni ad Abano Terme per un week-end rilassante a base di massaggi e bagni termali. In fondo dopo quattro mesi e mezzo di lavoro non-stop e due esami credo di essermeli meritati.

IL GIORNO PRIMA DELLA PARTENZA: "Cominciamo bene"

La Sacra Auto, con la quale avevamo deciso di partire con diversi mesi di anticipo, fa le bizze (quale momento migliore?), in più il carrozziere la reclama per chiudere la faccenda del tamponamento estivo (alla buon'ora). Mio malgrado la lascio dal carrozziere e mi incammino verso la casa dei miei nonni paterni in cerca di mio padre, ultimamente disperso, per comunicare a tutti che parto per qualche giorno.
Mia nonna compare sulla soglia di casa scrutandomi con aria perplessa.
"Chi é?"
"Sono la Aus nonna..."
(sarà da agosto che non mi faccio vedere...)
"Aus! Ti sei ricordata della tua povera nonna allora... entra pure!"
Segue un aggiornamento di tutti gli acciacchi che la affliggono alla bella età di 81 anni (mia nonna in realtà non li dimostra affatto, ma l'ho sempre sentita dichiararsi in punto di morte), quando appare mio nonno dalla finestra. Mia nonna gli corre incontro tutta emozionata:
"Vieni dentro, c'è la Aus!"
"Eh?"
"C'è la Aus?"
"Cosa???"
"E' venuta a trovarci la Aus!!"
"Chi??"
"La Auusss!! La figlia di nostro figlio..."

"Ah sì!" entra mentre io ascolto basita la conversazione "Aus! Pensavamo fossi morta..."
"Ehm... grazie."
Di nuovo si intavola una conversazione sui parenti morti, quelli moribondi, quelli che potrebbero morire a breve, fino a quando mi chiedono quanto mi manca alla fine dei miei studi.
"Due annetti forse" rispondo ottimista.
"Ah... Noi tra due anni non ci saremo nemmeno più..."
Ad un certo punto compare il Vater, con il quale avevo avuto una conversazione telefonica qualche giorno prima e in cui gli comunicavo che sarei partita.
"Oh, sei tornata?"
"Ehm... Veramente devo ancora partire..."

Comincio a sentirmi confusa e anche un po' sconfortata.

Nel pomeriggio decido di andare a prelevare i soldi per il viaggio, ripromettedomi di prelevare solo lo stretto necessario per le spese extra e poi di saldare il conto con il bancomat (è il mio personalissimo concetto di "metodo di risparmio", inoltre da quando mi rubarono la borsa qualche anno orsono nel portafoglio non tengo quasi più soldi). Giungo trotterellando allo sportello del bancomat, lo inserisco fischiettando, quando sullo schermo appare l'orrida scritta: "carta non valida". Tremebonda ritento pur sapendo già cosa significa quella nefasta dicitura, e come previsto niente da fare. Mi precipito alla mia banca a tre minuti dalla chiusura, e lì ricevo la triste conferma: il bancomat, utilizzato senza problemi fino a 36 ore prima, si è smagnetizzato. Pace all'anima sua e ai miei nervi. Potrà mai andare una sola volta tutto liscio come l'olio? Non sia mai.

La sfiga esiste, c'ho le prove.

(continua...)

 
 
 
 
 

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Un blog di: ausdauer
Data di creazione: 02/03/2005
 

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