Sgosh!

Se qualcosa può andar male lo farà.

 

Messaggi del 24/10/2007

VESCICA IPERATTIVA

Post n°389 pubblicato il 24 Ottobre 2007 da ausdauer
 

RACCOMANDAZIONI
Data la franchezza con la quale saranno riportati i fatti, si sconsiglia la lettura ad un pubblico verbalmente e concettualmente impressionabile.
Bambini e dolci pulzelle, non rifatelo a casa.

PREMESSA
E' stato ovviamente quando ho cominciato a guidare che mi sono accorta dell'effetto che mi procura condurre un'auto: mi fa scappare tanta plin plin. E come è noto, quando ad Ausdauer scappa la plin plin, la deve fare entro brevissimo tempo, salvo entrare in un angoscioso tunnel di disperazione dal quale non riesce poi ad uscire. Potrei attribuire questo mio difetto di fabbrica ad una conseguenza di una mia patologia medica, ma conoscendomi ho la sensazione che la mia testa bacata giochi un ruolo ben più importante.

Il fatto è accaduto, in conseguenza di quanto sopra esposto, lunedì pomeriggio.

Parto con la mia Sacra Auto poco dopo aver consumato un pasto in compagnia di un Bruder. Sono tranquilla e serena, o almeno così mi pare di essere. Il cielo è grigio, sembra avvicinarsi il diluvio universale, ma io ho la discografia di Bryan Adams nel lettore cd e niente può spaventarmi. Canto a squarciagola "We're gonna win" quando mi accorgo di percepire un lieve stimolo urinario. Sto per imboccare la Romea Nord e ricordo con orrore di non ricordare bar lungo la strada, o almeno non per un certo numero di chilometri. Che sarà mai? Mi sistemo meglio sul sedile e decido di proseguire senza curarmi del fastidio crescente.

Tempo dieci minuti (si e no 15 km) che il fastidio si è trasformato in una vera e propria urgenza. Comincio a sudare e a guardare nervosamente il contachilometri. Mancano la bellezza di cinquanta chilometri all'arrivo. Mioddio, non ce la farò mai. E sono in una zona completamente immersa nel verde, senza un indice minimo di civiltà nelle immediate vicinanze. Ommioddio ommioddio. Panico.

Alla prima uscita sono ancora indecisa sul da farsi. Sogno una piazzola al coperto dove poter espletare i miei bisogni in pace e comincio a ideare sempre più fantasiosi rimedi contro l'eccessiva diuresi. E più mi agito e più mi sembra di sentire il livello di liquido nella mia vescica crescere. Crescere. Crescere.

A circa quarantacinque chilometri dalla meta sono quasi sicura di esplodere e obnubilata dalla visione di toilettes vaganti decido di imboccare la prima uscita verso la civiltà. La prima uscita è Lido di Spina. Non ci sono mai stata in vita mia, ma chissenefrega, ci sarà un bar nelle vicinanze, chiederò informazioni e ritornerò sulla Romea Nord. Sicuro.

Invece, mi trovo dentro ad una città fantasma. Nessuno per le strade, nessun negozio aperto, nessun segno di vita e soprattutto nessun bar aperto. E la Romea si allontana mentre la Sacra Clio percorre vie a caso, senza incrociare anima viva, probabilmente infrangendo ripetutamente il codice della strada e rischiando il ritiro permanente della patente. Giungo ad un punto morto, un parcheggio isolato accanto ad un parchino e ad alcune case. Mi chiedo come diavolo si chiamino gli abitanti di Lido di Spina, anche se ho il dubbio che non ce ne siano poi molti e mi rendo conto che sto delirando. Sono completamente disperata e la mia vescica sta per esondare. Mi guardo intorno con gli occhi fuori dalle orbite, poi scendo. Apro gli sportelli. Mi chino. Non so nemmeno io che cosa sto per fare, ma quando ormai mi è chiaro l'intento sento un rumore di trapani.

Trapani -> Persone -> Zona deserta ma abitata -> Atti osceni in luogo pubblico - >Maniaci sessuali -> Stupro -> Ommioddio ommioddio ommioddioooooooooooooo.

Rientro frettolosamente in macchina e riparto sgommando tra gli aghi di pino, maledicendomi a gran voce e sovrastando la voce dello zio Bryan che urla con un certo disappunto tra le corde vocali. O almeno così mi pare.

Guidata da non so bene quale senso dell'orientamento ritrovato, raggiungo nuovamente la Romea e cosa vedono i miei occhi? A pochi metri dall'uscita la scritta "BAR" che lampeggia beffarda verso le mie pupille. Mi sento una sfigata. E sento che d'ora in poi viaggerò in treno, cheèmmeglio.

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: ausdauer
Data di creazione: 02/03/2005
 

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