Cignofiore

METTI UNA VOLTA...


La pittura per certi versi e` come la scrittura. Puo` essere letta. Metti una volta, si prendessero i quadri di Tazio come degli scritti delle lettere che ciascuno ritenesse a se` dirette. Quadri o lettere, sarebbero sempre quelli che sono: testi che attendono di essere letti, che attendono , cioe`, che qualcuno risvegli in essi il senso, lo faccia rinascere, congiungendosi con l'intenzione di chi li ha scritti. Questo discorso vale per i quadri di Facchini, come per i quadri di qualsiasi altro pittore. Solo che ci puo` essere qualcuno che risponde immediatamente alle nostre attese e usa un lessico e una grammatica che ci sono famigliari, facilitandoci cosi` il compito di lettori. Altri, invece ( e questo e` il caso del pittore di cui ci occupiamo ), utilizzano codici che ci impegnano in compiti ardui di decifrazione, perche` riferentesi ad ambienti remoti al lettore. Bruno Vezzani 1999, docente spicologia Universita  di Padova, e pittore. Pubblicato su catalogo e quotidiani.