Cignofiore

Tazio Facchini: metafore e metonimie; disegnate, colorate, dipinte.


Chi ha scritto dell'arte di Tazio Facchini insiste sulla tenacia visionaria, sull'esperienza all'estero che avrebbe fornito segni e simboli, sull'errare dello sguardo nella profondita` degli inconsci. Certo tutto questo continua ad essere vero per quella parte del cammino artistico di Tazio che, per intenderci, e` contiguo alla grafica. Il segno quasi politico di questa fase artistica di Tazio e` sottolineato proprio per la mescolanza degli " sfondi ": la provocazione efficacie e inquietante perche` le farfalle, gli insetti, i cigni, i cavalli, gli uomini e le donne sono riconoscibili. Lo sguardo ripete  il percorso della forma nota e, nel contempo, la lettura si inceppa e il conferimento di senso viene gettato dentro un sogno, in cui tutte le trasformazioni sono possiblili, in cui la regola e` lo spostamento e la condensazione: un uomo con le ali,  una strana creatura di mare e d'aria forse amoreggia con una farfalla, il cigno e` un cignofiore. Metafore e metonimie spiazzano continuamente il viaggio tra le figure. Eppure , nello svelamento di pesaggi surreali e fantastici, anche lo strumento di Tazio ha delle incertezze , o meglio delle sospesioni. La calligrafia di "L' attesa sull'isola del tempo dei tempi" ( '78 ) o di "Volo fatale" ('77), si complica e si mette in discussione proprio nella prezioisita`delle decorazioni de "La flora d'altri mondi ed il fiore d'utopia", nelle contraddizioni della miniaturizzazione, delle ossesioni grafiche di " Gli esseri soli, uno e` fereito e fa freddo" ('79), negli sfondi incisi con un lavoro di mesi, a trattini o a puntini. Sembra che in queti grafismi la forma tenti la fuga. Le rappresentazioni formali cedono qua` e la`alle sedezioni dell'indistinto, ma la punta dura della matita e del pennino, il bianco e nero, rassicurano Tazio e producono simboli che rienpiono, orgogliosi per la bellezza grafica. l'orizzonte piatto del fondo. Ma e` il colore il vero signore di di Tazio Facchini. Ecco allora in "Cenerentola"9 1987), in primo piano, delle barriere di cartone colorato, sovrapposte allo sfondo, ad incorniciare, con la forma imponente di un tempio, lo sguardo sacro che erra nel colore. ANNAROSA  BUTTARELLI, docente di filosofia ,fondatrice e organizzatrice dello staf di "Festivaletteratura". Prima parte, pubblicato "Gazzetta di Mantova 1987" e mio libretto d'arte.