Cignofiore

A TAZIO FACCHINI, ESPLORATORE DI DIMENSIONI UTOPICHE NELL"ALTRO DA SE`".


.....Tazio Facchini e` grafico virtuoso, dotato di estro fantastico visionario, che sfoggia un repertorio di immagini oniriche cesellate con acribia. Il "ductus" asseconda i rovelli tortuosi e fuorvianti come i meandri di un labirinto di segni assiepati, che si contendono empaticamente uno spazio gremito che rasenti l'"horror vacui" della pittura fiamminga. Tazio supera l' "impasse" di una tecnica consumatissima e il rischio della perizia, delle cognizioni anatomiche, per l'estrema eleganza delle soluzioni formali. E fanno capolino, come se s' inquadrassero in una "piece" teatrale, certe aggrazziate figurette muliebri, che sembrino serprese dall'obbiettivo per un'istantanea, che ne carpisca una posa di danza, una movenza contratta, per un passo appena accennato, o per la scioltezza dei movimenti, per la fluidita` coreografica ben calibrata, come se stessero per spiccare il volo o si avvertisse il fremito di un frullo lieve, come il tocco setoso di un'ala di farfalla, spuntate dalle loro membra flessuose. La suadente raffinatezza delle figure, rammenta le fanciulle garbatamente delineate da Max Klinger, fluttuanti in un'atmosfera incantata, sospesa come in un sogno "fin de siecle", di quella stagione che si librasse tra Simbolismo siglato sa Redon e Moreau, e la sublime Secessione viennese di Klimt. Ma si ravvisa, in certe figurette stringate di Tazio, un'affinita` elettiva con l'elegante stilizzazione della Galleria dei personaggi, stilate da Alberto Martini, con tocco graffiante, a rilevare impietosamente, nell'estenuato languore di fattezze emaciate, macerate dal lavoro diurno di uno stillicidio, che denunci il tarlo del mal di vivere. Nello sfondo s'inarcano i serti fitomorfi della raffinata stagione liberty, in un florilegio dei fregi di G. Chini e Coppede`, serpeggianti in spire, freneticamente asfittiche, avvolgenti in elissi e spirali annodate in viluppi grafici.                                                                                                                                          Critica dottoressa GIULIANA GALLI                                                                                   Modena 2002. Pubblicato su  catalogo e quotidiani.