Gregor, destandosi unmattino da sogni agitati, si trovò nel suo letto incapace didistinguere i colori. O meglio si dovrebbe dire che vedeva in biancoe nero. Lì per lì non ci fece nemmeno caso, svolgendo in automaticoi gesti necessari per tornare gradualmente alla vita reale. Non siaccorse del bagno azzurro che era tutto grigio, né dell'asciugamanie del portasapone rossi che erano altrettanto grigi. Accese il fuocosotto il caffè, aprì il pensile per cercare una tazzina e oh cazzole tazzine erano tutte grigie. Bè ok, il mondo èdiventato grigio. Ebbe sopravvento il suo istinto primordiale di uomodel XX secolo e, invece di chiamare qualcuno o dare un'occhiata aisosialnetuorc con lo smartofono, accese la TV. Non si fa così,quando accadono disastri come i terremoti, o la cancellazione deicolori? In TV apparve l'immagine in bianco e nero di un tizioaffacciato a una finestra dalle parti di San Pietro che diceva cosepoco interessanti, e non pareva affatto turbato dal grigiore delmondo che lo circondava. Sugli altri canali anche i venditori dimaterassi o attrezzi per scolpire gli addominali sembravano nonaccorgersi che gli oggetti in vendita fossero tutti inesorabilmentegrigi, ma forse fingevano per non rischiare di erodere il loropotenziale fatturato.Si decise a guardarefuori ma, avendo la sventura di trovarsi nel mezzo della pianurapadana in un giorno di gennaio, non riuscì a scoprire eventualidifferenze cromatiche fra quel giorno e i precedenti. Va bene, tanto,a colori o in bianco e nero, le giornate di un pensionato noncambiano poi molto, pensò. Si vestì cercando di abbinare in qualchemodo i colori, e scoprendo così di non conoscerli realmente; nonricordava proprio se la camicia che aveva in mano fosse beige oazzurra, ma alla fine chi ci bada a come abbina i colori unpensionato? Quindi fece un po' a caso, scese in strada, trovandosi unpo' spaesato non per il difetto cromatico, ma per l'orario inusuale:di solito il mondo esterno per lui cominciava ad esistere molto piùtardi, quando sapeva di poter trovare qualche amico al bar. Non se la sentì diincontrare qualche essere umano conosciuto, quindi vagò un po' acaso per la città, non trovando grandi differenze rispetto alsolito, se non le auto tutte grigie e i semafori che faticavano acomunicare chiaramente le loro istruzioni. Scoprì, anzi, che tuttogli sembrava anche più piacevole del solito, meno feroce, piùamichevole ed accomodante. Anche le persone gli sembravano menoostili. A quel puntoimprovvisamente capì: i colori non erano affatto spariti, era luiche non li poteva più vedere.Si svegliò di botto,fradicio di sudore, col cuore impazzito. Tirò un lungo sospiro,maledicendo il dio dei sogni che gli aveva mandato quella robaccia,si girò dall'altra parte e riprese a dormire. Senza accorgersi che nonaveva più il braccio destro.
ADDIO, ARTO
Gregor, destandosi unmattino da sogni agitati, si trovò nel suo letto incapace didistinguere i colori. O meglio si dovrebbe dire che vedeva in biancoe nero. Lì per lì non ci fece nemmeno caso, svolgendo in automaticoi gesti necessari per tornare gradualmente alla vita reale. Non siaccorse del bagno azzurro che era tutto grigio, né dell'asciugamanie del portasapone rossi che erano altrettanto grigi. Accese il fuocosotto il caffè, aprì il pensile per cercare una tazzina e oh cazzole tazzine erano tutte grigie. Bè ok, il mondo èdiventato grigio. Ebbe sopravvento il suo istinto primordiale di uomodel XX secolo e, invece di chiamare qualcuno o dare un'occhiata aisosialnetuorc con lo smartofono, accese la TV. Non si fa così,quando accadono disastri come i terremoti, o la cancellazione deicolori? In TV apparve l'immagine in bianco e nero di un tizioaffacciato a una finestra dalle parti di San Pietro che diceva cosepoco interessanti, e non pareva affatto turbato dal grigiore delmondo che lo circondava. Sugli altri canali anche i venditori dimaterassi o attrezzi per scolpire gli addominali sembravano nonaccorgersi che gli oggetti in vendita fossero tutti inesorabilmentegrigi, ma forse fingevano per non rischiare di erodere il loropotenziale fatturato.Si decise a guardarefuori ma, avendo la sventura di trovarsi nel mezzo della pianurapadana in un giorno di gennaio, non riuscì a scoprire eventualidifferenze cromatiche fra quel giorno e i precedenti. Va bene, tanto,a colori o in bianco e nero, le giornate di un pensionato noncambiano poi molto, pensò. Si vestì cercando di abbinare in qualchemodo i colori, e scoprendo così di non conoscerli realmente; nonricordava proprio se la camicia che aveva in mano fosse beige oazzurra, ma alla fine chi ci bada a come abbina i colori unpensionato? Quindi fece un po' a caso, scese in strada, trovandosi unpo' spaesato non per il difetto cromatico, ma per l'orario inusuale:di solito il mondo esterno per lui cominciava ad esistere molto piùtardi, quando sapeva di poter trovare qualche amico al bar. Non se la sentì diincontrare qualche essere umano conosciuto, quindi vagò un po' acaso per la città, non trovando grandi differenze rispetto alsolito, se non le auto tutte grigie e i semafori che faticavano acomunicare chiaramente le loro istruzioni. Scoprì, anzi, che tuttogli sembrava anche più piacevole del solito, meno feroce, piùamichevole ed accomodante. Anche le persone gli sembravano menoostili. A quel puntoimprovvisamente capì: i colori non erano affatto spariti, era luiche non li poteva più vedere.Si svegliò di botto,fradicio di sudore, col cuore impazzito. Tirò un lungo sospiro,maledicendo il dio dei sogni che gli aveva mandato quella robaccia,si girò dall'altra parte e riprese a dormire. Senza accorgersi che nonaveva più il braccio destro.