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LE FAVOLE NON SONO MICA ROBA DA BAMBINI di Maurizio Denti Pompiani


Questo è un libricino piccolo piccolo, con un titolo alquanto esplicito, che fa letteralmente sbellicare dalle risate.L'autore è magistralmente riuscito a fare la parodia postmoderna di alcune tra le più famose favole classiche della nostra cultura legandole tutte agli stessi personaggi: la protagonista è prima Cappuccetto Rosso, poi Cenerentola, poi Biancaneve, ecc.In più, ha aggiunto, come in tutte le favole che si rispettino, un finale con un significato morale abbastanza chiaro.La scrittura è precisissima e sempre giusta, lo stile a volte colloquiale si sposa benissimo con il tema trattato, e i contenuti sono ben più profondi – direi quasi critici – di quello che il tono generale del libro lascia intendere.Mi è capitato di addentrarmi in queste poche divertentissime pagine mentre mi muovevo per le strade della capitale del nostro amato Paese, e con un po' di ironia (più che altro amara) ho notato che fin troppe persone che mi stavano intorno erano poco diverse dai personaggi del libro che leggevo. Piuttosto che cedere al facile sconforto delle chiacchiere moraliste da bar ho preferito pensare che l'autore sia stato molto attento a guardare e poi rappresentare la realtà dei nostri giovani e a crearci intorno queste gustosissime parodie.Ma, la cosa che più mi ha colpito, è stato trovare in un libricino per lo più umoristico, una caratteristica che io personalmente adoro: nonostante i personaggi abbiano connotazioni per lo più negative, dietro la pagina ce n'è uno che ha connotazioni ancora peggiori o, almeno, uguali. E, soprattutto, nessuno è unicamente buono o unicamente cattivo: il lupo, “cattivo” per definizione, si comporta forse con più onestà del cacciatore (fedifrago oltre che pervertito, almeno il lupo è solo pervertito), mentre la povera nonnina è ben più scaltra della tutt'altro che ingenua Cappuccetto Rosso che assume i funghetti allucinogeni trovati nei boschi. Tanto per dirne una.Leggetelo tutto e rimarrete sorpresi dalla semplicità con cui le più classiche delle favole da noi conosciute vengono spolpate e ricostruite in un mondo come il nostro, che è tutto tranne che “incantato”. Emiliano Felicissimo